lunedì 11 maggio 2015

Fare Verde Provincia di Frosinone aderisce al Comitato per la Protezione dei Monti Ernici

La nostra Associazione riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ha aderito per convinzione al Comitato per la Proterzione dei Monti Ernici. La sua iscrizione all'Albo delle Associazioni della Regione Lazio rafforza la sua natura Ambientalista e la presenta tra le più attive sul territorio.

La foto è stata scattata nel Parco SIC Duna di Capratica (Fondi). L'area è provvista di chalet per la balneazione e la gente al mare ci va benissimo con la strada asfaltata che arriva fino a 20 metri dall'acqua.
 Fino a questo momento sono stati pubblicati vari articoli nei confronti dell'iniziativa di tutela Naturalistica  e di sviluppo socio economico "Parco dei Monti Ernici". Quello che ha colpito di più è la concezione retriva che alberga nelle menti dei vari esponenti politici e di una pseudo associazione nelle loro  pubbliche esternazioni. Fare Verde vuole fare CHIAREZZA perchè non c'è nulla da nascondere. Da come è rappresentato il futuro Parco dei Monti Ernici si dispiegherà solo nella parte alta dei Monti Ernici dove l'antropizzazione è bassissima o nulla ( non ci abita nessuno o solo pochissime persone); nelle future aree Parco non ci sono insediamenti agricoli e non è affatto vero che le aree di contiguità che potrebbero interessare i Comuni di appartenenza sarebbero gravate da vincoli strani o in eccesso a quelli già esistenti. Il Parco è un momento di cultura, un'idea positiva che diventa realtà economica attraverso la rivalutazione del territorio e non rappresenta l'esatto contrario. All'inizio di questo costrutto è stato scritto di "concezione retriva" e Fare Verde spiega il perchè: Negli anni passati quando un Parco veniva raccontato veniva rappresentato con la concezione Americana o Svizzera che non prevedeva la presenza dell'uomo al suo interno e quindi era chiara la concezione che in quei luoghi protetti non si potesse fare nulla che riguardasse l'antropizzazione. Di fatto il Parco veniva visto come un'isola inaccessibile e immaginato perfino recintato. In Italia con l'antropizzazione diffusa questo concetto ha portato ad un nuovo approccio della concezione di Parco che si è sviluppato ed è diventato  realtà con l'istituzione dei Parchi Regionali previsti  dalle leggi Nazionali  che ben specificano la nuova natura di questi luoghi. Ai sensi della Legge 394/1991, art. 2, comma 2, i Parchi Regionali "Sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacustri ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore ambientale e naturalistico, che costituiscano, nell'ambito di una o più regioni adiacenti, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali".


 In particolare le aree protette regionali, sulla base delle analoghe esperienze condotte in altri Paesi europei, hanno saputo adattare il primitivo modello di parco nordamericano e/o Svizzero alla complessa realtà dell'antropizzato mondo italiano. La novità apportata da questi parchi Regionali ( proprio come il futuro Parco dei Monti Ernici) è stata quella  di coniugare la conservazione delle risorse naturali con l'uso sociale delle stesse e con la ricerca dello sviluppo sostenibile e compatibile  per le popolazioni insediate. I nuovi parchi Regionali si sono così proposti come terreno di applicazione  ecologica permanente, dove, con un nuovo approccio culturale ed economico, sono  riusciti a definire un modello di gestione territoriale diverso da quello che è stato presente fino a questo momento. Le novità hanno bisogno solo di un pò di tempo per diventare consuetudine e per quanto è stato fin ora descritto  Fare Verde continuerà con altri costrutti a spiegare cosa si potrà fare e cosa non si potrà fare in un parco con correttezza e precisione senza tralasciare nulla in modo da fugare qualsiasi ragionevole dubbio.

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