domenica 17 maggio 2015

Il Capriolo che vive sui Monti Ernici ha una gravidanza VARIABILE dai 160 ai 290 giorni.

Fare Verde illustra semplicemente  la modalità della DIAPAUSA embrionale del capriolo e il meccanismo biochimico con cui riesce a modificare il periodo di gravidanza grazie al quale la gestazione diventa "variabile" e compresa in un arco temporale compreso tra i 160 e i 290 giorni. In buona sostanza la femmina di capriolo riesce a partorire dopo 20 settimane oppure dopo 41 settimane.


Questo fenomeno chiamato Diapausa Embrionale è stato studiato in  Ostetricia  Veterinaria e consiste in buona sintesi nell'interruzione dello sviluppo embrionale. La blastocisti manda un "segnale" alla madre con una proteina chiamata PAG (glicoproteina associata alla gravidanza) univoco per il capriolo, questo vuol dire che il profilo genetico del PAG di capriolo è molto diverso da quello che si può trovare in altri Pág delle specie simili. Le Pag sono proteine che per classificazione  appartengono alla famiglia delle aspartico proteasi, e hanno una sequenza codificante altamente polimorfica. Esse sono liberate dalle cellule del trofoblasto rappresentate da  un sottile strato di cellule che circondano la blastocisti e si legano a specifici recettori sulla superficie cellulare delle cellule bersaglio materne sull’endometrio uterino. Il ruolo delle Págs nelle cellule del trofoblasto è chiaro, perché in altre specie, l'avvio della gravidanza è segnato da un aumento della produzione del progesterone. Nel capriolo la femmina  non produce progesterone fin tanto che l'embrione pur impiantato non si riattiva. Lo studio dimostra che l'embrione, attraverso un preciso programma di attivazione genica, rilascia la PAG specifica nel trofoblasto che legandosi a specifici recettori sulle pareti cellulari dell'endometrio uterino, scatena la reazione ormonale della madre che attiverà in ultima battuta l'embrione stesso il quale riprenderà così il suo sviluppo.


Il periodo riproduttivo della specie, pur con qualche variazione, ha inizio alla metà di luglio e termina a fine agosto. Alcune femmine non fecondate o femmine giovani particolarmente precoci, vanno in calore a novembre–dicembre.

 La recettività della femmina in "estro" è limitata a sole 36-48 ore, pertanto viene richiesto al maschio il giusto tempismo per un efficace accoppiamento.
Particolarità della femmina di capriolo è la "pausa embrionale", evento fisiologico , che consente all’animale di avere un maggior successo riproduttivo e, sostanzialmente, un vantaggio nella lotta alla sopravvivenza. In che cosa consiste questo fenomeno "naturale" ?

Nelle femmine di capriolo fecondate in luglio-agosto, lo sviluppo dell’embrione, per un periodo di 4-5 mesi, avviene, per motivi fisiologici molto complessi  correlati a  livelli ormonali ed altri eventi metabolici, molto lentamente, come se fosse in uno stato di "riposo". Solo dall’inizio di gennaio riprende poi a svilupparsi regolarmente per arrivare, nel periodo primaverile, al parto. La gestazione, in questo caso, dura circa 280-290 giorni complessivi.

Cosi facendo la specie ottiene notevoli "vantaggi" riassumibili in: periodo degli amori (assai dispendiosi dal punto di vista energetico) ben prima dell’inizio dell’inverno in un periodo, quindi, di buona offerta alimentare, nonchè programmazione dei parti nel periodo primaverile, ideale per l’inizio del periodo vegetativo (molto foraggio a disposizione) e per il clima più favorevole. Qualora l’accoppiamento avvenga a novembre-dicembre, l’embrione si sviluppa senza "stasi” e la gestazione dura circa 160-170 giorni con parto sempre nel periodo primaverile inoltrato.

I piccoli (1 o 2 capi) nascono, di norma, dalla metà di maggio alla metà di giugno. A differenza di altre specie, il piccolo di capriolo non segue la madre nella sua attività, ma rimane nascosto fra le erbe o cespugli. La madre lo raggiunge più volte al giorno per allattarlo. Questa caratteristica comportamentale (rimanere immobile e rannicchiato in attesa del ritorno della "mamma" e sicuro del proprio mimetismo) crea spesso un’elevata mortalità, in particolare negli ambienti agricoli, dove l’utilizzo di macchinari (falciatrici, etc) può causare la morte o la mutilazione di numerosi individui. Inoltre, anche occasionali escursionisti, non formati adeguatamente, in caso di ritrovamento di un piccolo di capriolo, scambiano spesso per "abbandono" un fisiologico e momentaneo allontanamento della madre. In questi casi è  "da evitare"  il contatto, il prelievo e recupero del piccolo che, allontanato dal suo ambiente "naturale" e dalla cure materne, spesso non riesce a sopravvivere.


Fare Verde ha voluto spiegare il meccanismo della gravidanza del capriolo nel modo più semplice possibile tanto per far capire che l'uccisione indiscriminata senza cattura prevista dall'ATC di Frosinone ricade proprio nel periodo di svezzamento dei piccoli di capriolo e solo personaggi incoscienti dalla dubbia cultura specifica hanno potuto fissare date assurde per quella che è definita caccia selettiva che va a ricadere nel periodo di allattamento dei caprioli e nella gravidanza quiescente. La deduzione di Fare Verde: Se verranno abbattute le mamme moriranno di conseguenza i piccoli per insufficiente cura parentale (mancanza di latte e di difesa) e quindi il numero dei caprioli abbattuti  non risulterà veritiero perchè aumenterà notevolmente. Infine visto che il periodo della caccia selettiva si  dovrebbe prolungare fino a Marzo 2016 verrebbero abbattute femmine gravide in DIAPAUSA con conseguente danno al patrimonio genetico totale dell'intera popolazione dei caprioli presenti sui Monti Ernici.

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