domenica 29 luglio 2018

MSGC - Marciapiedi a Porrino - Necessita il SESTO lotto per abbattere le barriere architettoniche.


MSGC – PORRINO – BARRIERE ARCHITETTONICHE - Ci vorra’ il SESTO LOTTO per i marciapiedi di Porrino? Pare proprio di si perche’ e’ prevista dalla normativa vigente la rimozione delle barriere architettoniche che in questo caso impediscono gli spostamenti alle persone con limitata capacità motoria e sensoriale.

Fare Verde Gruppo di Monte San Giovanni Campano ha oramai perso il conto del denaro pubblico speso per costruire i marciapiedi e le relative barriere architettoniche. Marciapiedi tutti regolarmente pagati ai numerosi progettisti, alle ditte che li hanno realizzati e a chi li ha collaudati come in una maledizione che identifica le persone meno fortunate con il target di trappole create senza alcuno scrupolo professionale.

In buona sostanza nella frazione di Porrino e’ stato costruito un marciapiede in discesa e alla fine della discesa c’e’ la trappola per diversamente abili e per ipovedenti. Uno scalino alto piu’ di 40 centimetri che finisce in una sorta di depressione del terreno. Poco prima della trappola, in stile guerra del Vietnam,  non c’e’ neppure lo spazio per girare la carrozzina e nella bene augurata ipotesi che il diversamente abile si rendesse conto di poter rovinare in quel fosso  per tornare dietro dovrebbe procedere in retromarcia.

Una chiara e indiscussa cattiva progettazione con tanto di mancanza di buonsenso che preclude il transito ai diversamente abili e crea pericolo per una vera e propria trappola dedicata agli ipovedenti a fronte delle cifre a 5 zeri spese per realizzare  marciapiedi e relative barriere architettoniche  a Porrino. Opera pubblica  che può essere presa sicuramente  come esempio di tutto quello che NON si deve fare nella progettazione, nella direzione dei lavori e nel collaudo.

Fare Verde a questo punto ritiene auspicabile lo stanziamento di denaro pubblico per il SESTO lotto dedicato a quei marciapiedi in modo da poter abbattere le barriere architettoniche insormontabili create con tanta superficialita’ dai progettisti “di provata esperienza” scelti dal Comune per realizzare quella magnifica opera pubblica.

Nel frattempo pero’ si consiglia ai tecnici progettisti, ai vari direttori dei lavori e ai collaudatori di dare una sbirciatina alle leggi dello STATO che in questo caso prevedono: 
La dichiarazione di inagibilita’ dell’opera realizzata (in questo caso il marciapiede), sanzioni per il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile tecnico degli accertamenti per l’agibilità ed il collaudatore, ciascuno per la propria competenza. 
A tal proposito si trascrivono quegli articoli di quelle leggi che evidentemente non hanno nessun valore a Monte San Giovanni Campano dove  nell’immaginario collettivo della popolazione  oramai sono vigenti  leggi proprie emanate direttamente dal Feudatario.
 In Italia, invece, quando si realizzano le opere pubbliche ci sono alcune leggi da rispettare che prevedono sanzioni per chi non ne tiene conto:

- Sanzioni previste a carico del progettista, del responsabile del procedimento, del direttore dei lavori e del collaudatore ai sensi dell'Art.82.7 del DPR 380/2001 (Codice dell'edilizia).

- Responsabilità del progettista per falsa asseverazione ai sensi dell'Art. 21 DPR 503/96 e per omissione nella relazione prevista nell'Art. 20, comma 1 e 2 della precisa indicazione "degli accorgimenti tecnico-strutturali ed impiantistici e dei materiali previsti" per l'eliminazione delle barriere percettive per i disabili visivi.

- Possibile declaratoria di nullità ex Art. 1418 C.C dei contratti di appalto i cui capitolati non prevedano l'eliminazione delle barriere percettive, con conseguente responsabilità contabile degli estensori dei capitolati.

- Responsabilità dinanzi alla magistratura contabile per i danni derivanti dai maggiori oneri conseguenti ad una tardiva messa a norma di opere eseguite in violazione della normativa sull'eliminazione delle barriere percettive per i disabili visivi.

- Poiché la mancata eliminazione delle barriere architettoniche e percettive configura certamente una situazione di discriminazione delle persone con disabilità visiva rispetto a quelle normodotate, può essere promosso a tale titolo ricorso al Tribunale competente  ai sensi della Legge 1 marzo 2006, n. 67 (Artt. 3 e 4). A parte il Testo Unico dell'Edilizia (DPR 380/2001), l'ultimo testo in ordine di tempo che se ne occupa specificamente in relazione agli edifici e spazi pubblici è il Regolamento emanato con D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503, di cui riportiamo qui di seguito soltanto i commi che concernono l'argomento trattato.

- Art. 1.2, lettera c): Sono da considerare barriere architettoniche, e quindi da superare, "la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. Questa norma riproduce letteralmente quanto già disposto dall'Art. 2, A), c) del D.M. del 14 giugno 1989 n. 236 (Ministero dei Lavori Pubblici).

Art. 1.3: "Le presenti norme si applicano agli edifici e spazi pubblici di nuova costruzione, ancorché di carattere temporaneo, o a quelli esistenti qualora sottoposti a ristrutturazione. Si applicano altresì agli edifici e spazi pubblici sottoposti a qualunque altro tipo di intervento edilizio suscettibile di limitare l'accessibilità e la visibilità, almeno per la parte oggetto dell'intervento stesso. Si applicano inoltre agli edifici e spazi pubblici in tutto o in parte soggetti a cambiamento di destinazione se finalizzata all'uso pubblico, nonché ai servizi speciali di pubblica utilità di cui al successivo titolo VI".
 Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretende d’essere superiore alle leggi.
(Cicerone)

 Scalino di oltre 40 cm alla fine del marciapiedi. Hanno fatto anche gli spiritosi abbozzando la discesa per la carrozzina dei diversamente abili.


martedì 24 luglio 2018

Falvaterrra - Interrogato il Comune non rispose. L'Ambiente puo' attendere.

Fare Verde Provincia di Frosinone aveva chiesto al Comune di Falvaterra l'uso della sala "Santilli" all'interno dell'area Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi per il convegno "Ambiente: occasioni di sviluppo" che si sarebbe dovuto svolgere il 28 Luglio 2018. Dal 15 di Luglio u.s. il Comune di Falvaterra non ha trovato neppure il tempo di rispondere e di fatto ha ignorato completamente la richiesta. Evidentemente il Sindaco  e' totalmente all'oscuro che i parchi hanno dato l'avvio ad una stagione di dibattito e di innovazione concettuale sui temi della forma, del ruolo e della gestione delle aree protette. In particolare rispetto al modello di parco della legge Croce c'e' la novità per i parchi regionali di coniugare la conservazione delle risorse naturali con l'uso sociale delle stesse e con la ricerca dello sviluppo sostenibile  per le popolazioni insediate. I parchi si sono così proposti come terreno di sperimentazione ecologica permanente, dove, con un nuovo approccio culturale ed economico, si riesca a definire un modello di gestione territoriale da estendere al resto del Paese. A questo punto bisogna per forza dire che l'amministrazione Comunale di Falvaterra non ha ancora realizzato quanto proposto dalla legge Legge 394/1991, art. 2, comma 2 che istituisce i parchi regionali. 
Il nostro Convegno lo faremo a Settembre e il Sindaco Lancia nel frattempo puo' continuare benissimo a concedere la "sua" struttura a chi gli pare per gli eventi che riterra' piu' opportuni come ad esempio per i seggi elettorali, per le prove di ballo, per la recitazione ecc ecc.
L'ambiente puo' attendere.

 
 Grotte di Falvaterra (FR).

lunedì 16 luglio 2018

FARE VERDE – IL PRESIDENTE NAZIONALE IN VISITA NELLE PROVINCE DI FROSINONE e LATINA. SARANNO COSTITUITI UFFICIALMENTE ALCUNI GRUPPI LOCALI.

FARE VERDE – IL PRESIDENTE NAZIONALE IN VISITA NELLE PROVINCE DI  FROSINONE e LATINA. SARANNO COSTITUITI UFFICIALMENTE ALCUNI GRUPPI LOCALI.
Il presidente nazionale dell’associazione ambientalista Fare Verde, avvocato Francesco Greco, dal 17 al 19 luglio 2018 incontrerà gli iscritti delle province di Latina e Frosinone e sancirà ufficialmente la costituzione di alcuni gruppi locali del sodalizio.
Durante la visita sarà accompagnato dal presidente regionale dott. Silvano Olmi e da quello provinciale di Frosinone dott. Marco Belli.

La presenza del massimo dirigente nazionale di Fare Verde, sarà l’occasione per fare il punto sulle emergenze ambientali del territorio e sullo stato delle denunce presentate a difesa dell’ambiente e della salute pubblica in provincia di Frosinone.
Il programma della visita prevede:
- Fondi (LT), martedì 17 luglio, alle ore 19.30, via Cesare Balbo n. 12, incontro con gli iscritti;
- Terracina (LT), martedì 17 luglio, ore 20.45, costituzione ufficiale del gruppo e cena con gli iscritti;
- Fontana Liri (FR), mercoledì 18 luglio, ore 10, incontro con gli iscritti e i volontari che gestiscono i tirocini extra-curriculari per persone diversamente abili; ore 12, riunione con gli amministratori comunali;
- Monte San Giovanni Campano (FR), mercoledì 18 luglio, ore 17.30, riunione con il direttivo provinciale di Fare Verde Frosinone, presentazione della relazione sullo stato dell’ambiente in provincia e la situazione delle azioni legali messe in atto per il contrasto dei reati ambientali;
- Atina (FR), mercoledì 18 luglio, ore 20.30, corso Munanzio Planco, costituzione ufficiale del gruppo Valle di Comino, incontro con gli iscritti e saluto agli amministratori comunali;
- Frosinone, giovedì 19 luglio, ore 12, conferenza stampa, sala Casciella, piano terra palazzo della Provincia di Frosinone;
- Sperlonga (LT), giovedì 19 luglio, ore 18, costituzione ufficiale del gruppo locale di Fare Verde e incontro con gli iscritti.
Associazione ambientalista Fare Verde.



MSGC - Troppe pratiche di abusivismo edilizio giacenti negli uffici del Comune

MSGC - Un mucchio di pratiche di abusi edilizi che dovrebbero essere acquisiti al patrimonio del Comune in attesa di demolizione che viene tenuto per ricordo. Pratiche,che non vengono evase per carenza di personale, che continuano a maturare un debito ecologico pagato dalla popolazione presente e che verrà pagato dalle future generazioni. Questo e' lo stato dell'Ufficio Tecnico Urbanistica del Comune di Monte San Giovanni Campano e in questo quadro di sconforto totale Fare Verde ha chiesto al Comune di istituire una task force di tecnici per chiudere le pratiche rimaste ferme con le quattro frecce ma la richiesta ancora non ha ricevuto risposta. L'ufficio tecnico urbanistica smembrato rispetto al passato conta di un solo tecnico idoneo ai controlli rispetto all'organico di tre tecnici abilitati quando l'attuale Sindaco era responsabile di quell'ufficio. Lo smembramento dell'Ufficio Tecnico Urbanistica (avvenuto negli anni) che supera il 70% del pregresso organico risulta praticamente ostativo allo svolgimento delle normali mansioni dell'ufficio e denota la chiara volontà politica di non voler risolvere la questione degli abusi edilizi. Un metro e due misure rispetto ai pochissimi che giustamente sono stati costretti a demolire i manufatti abusivi che comunque erano di rilevanza economica e ambientale ininfluente . Un giochino fatto di ricorsi al TAR richiesti senza la sospensiva delle ordinanze di demolizione creato ad arte solo per perdere tempo con il Comune che non si costituisce in giudizio per difendere il territorio. Il risultato? Un mucchio di pratiche inevase che alimentano il delirio della popolazione disonesta che si sente autorizzata a costruire abusivamente sicura di passare solo guai simbolici. Di fatto gli immobili restano nelle disponibilità di chi li ha costruiti e gli stessi che hanno costruito in spregio alle leggi dello Stato a loro volta si sentono anche autorizzati al vittimismo e alla denigrazione nei confronti di chi chiede il rispetto delle regole. Fatto e' che Fare Verde chiede parità nel trattamento delle pratiche di acquisizione al patrimonio Comunale dei manufatti costruiti abusivamente rispetto alle pratiche di concessione edilizia per i nuovi immobili. Se ci deve essere rallentamento allora che il rallentamento ci sia per tutti. Non debbono esistere corsie preferenziali e corsie di rallentamento. Se le pratiche di concessione edilizia procurano entrate al Comune l'espletamento delle pratiche di acquisizione degli immobili abusivi al patrimonio del Comune fanno diminuire il debito ecologico.