lunedì 6 luglio 2015

Troppi Corvi sul territorio

Fare Verde Monte San Giovanni Campano lancia l'allarme per l'eccessiva presenza di Corvidi sul territorio. Questi uccelli selvatici considerati gli spazzini della natura per mancanza di animali mancanti nell'anello superiore di predazione sono diventati infestanti a danno delle specie autoctone (Cardellini, fringuelli ecc ecc).




 Il loro istinto di caccia li porta a rovistare pianta pianta , siepe per siepe e anfratto per anfratto tutto il territorio e quindi con questo metodo accurato saccheggiano la maggior parte dei nidi e poca importanza ha se sono presenti uova oppure nidiate intere che diventano oggetto di predazione istintiva. Fare Verde chiede all'ISPRA e alla Regione Lazio di iniziare lo studio specie specifico finalizzato alla riduzione di questa specie che è diventata invasiva preferendo il metodo naturale e biologico della reintroduzione di falchi o del divieto di caccia agli animali predatori di questa specie come le volpi. In via straordinaria chiede all'ATC FR1 di commissionare uno studio di certezza per questa specie aviaria invasiva e di proporre forme di contenimento al numero scartando a priori la caccia di selezione. Fare Verde da parte sua e con assoluta originalità propone che per tre anni siano interessate le Associazioni presenti sul territorio per la creazione di più gruppi di rocciatori formati per "saccheggiare le uova nei nidi dei corvi" sulle pareti rocciose. Con questo metodo incruento si potrebbe ottenere la diminuzione del numero della specie e un ottimo campo di addestramento di Protezione Civile. Se si volesse il tutto potrebbe servire anche per lo studio della trasmissibilità genetica della specie e le parentele tra gruppi stanziali per meglio capire come si espande sul territorio

domenica 5 luglio 2015

Le etichette per la carne vanno adese alla confezione e i foglietti informativi vanno messi a disposizione dei clienti

Il  regolamento che disciplina l’indicazione dell’origine o della provenienza della carne rappresenta un’esigenza importante dibattuta dai consumatori, sin dalla comparsa  delle varie forme di TSE (encefalopatie spongiformi trasmissibili) che colpirono prevalentemente la specie Bovina, con l’epidemia della “mucca pazza”. Il legislatore europeo intervenne allora, introducendo l’indicazione dell’origine della carne fresca bovina in etichetta, senza però estendere tale informazione alle altre specie di carne venduta ai consumatori.
Il Regolamento UE attuale estende l’indicazione obbligatoria per le carni delle specie suine, ovine, caprine e volatili ma esclude le carni di coniglio, le carni trasformate  in salumi e quelle di cavallo:
b) indicazione del luogo di allevamento;
c) indicazione del luogo della macellazione.
La nuova etichettatura prevede: la dicitura “ORIGINE” , seguita dal nome della nazione dove siano avvenute le tre fasi, nel caso in cui l’animale sia nato, allevato e macellato in un unico Paese membro o Paese terzo.
Differente risultano invece le indicazioni stabilite, sia per le specie animali diverse che per le fasi di allevamento e macellazione distinte.
Riguardo all’allevamento, avremo la dicitura “ALLEVATO IN”, seguito da:
SPECIE SUINA
a) se l’animale è stato abbattuto con età superiore ai 6 mesi, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove l’animale è stato allevato negli ultimi 4 mesi;
b) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore ai 6 mesi ed un peso maggiore degli 80 kg, verrà indicato il luogo di allevamento dove l’animale ha superato i 30 kg;
c) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore ai 6 mesi ed un peso minore degli 80 kg, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove è avvenuto l’intero ciclo d’allevamento;


SPECIE OVINE e CAPRINE
a) se l’animale è stato abbattuto con età superiore ai 6 mesi, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove l’animale è stato allevato nei primi 6 mesi;
b) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore ai 6 mesi, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove è avvenuto l’intero ciclo d’allevamento;


SPECIE VOLATILI
a) se l’animale è stato abbattuto con età superiore 1 mese, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove l’animale è stato allevato nel primo mese;
b) se l’animale è stato abbattuto con età inferiore 1 m se, verrà indicato il Paese membro o Paese terzo dove è avvenuto l’intero ciclo d’allevamento.
Riguardo l’indicazione della macellazione, avremo la dicitura “MACELLATO IN” , seguita dal nome del Paese membro o Paese terzo – dove avvenuta.
Di fatto un mezzo regolamento che rende ufficialmente ANONIME le carni di coniglio, quelle suine trasformate in salumi e quelle equine che rappresentano la maggior produzione dell'Italia.


sabato 4 luglio 2015

Fare Verde vince la madre di tutte le battaglie in difesa dei boschi



Fare Verde Monte San Giovanni Campano ha chiesto e ottenuto che vengano "registrati nuovi boschi" sul nostro territorio ai sensi della Legge Regionale del Lazio n.39 del 28 Ottobre 2002 Art. 4 comma 5. Il Comune ci ha risposto ed ha accolto la richiesta chiedendo a Fare Verde di "segnalare le aree che, secondo quanto di propria conoscenza, risultano di incerta e/o errata perimetrazione a quelle già individuate nel P.T.P.R..."




 La scrivente INVITA tutte le Associazioni presenti sul territorio ad inviare le proprie segnalazioni a fareverde.msgc@gmail.com e in via definitiva ad incontrarci il giorno 20.7.2015 ore 18.30 presso l'area Verde di Colle Cipullo per redigere il documento definitivo da presentare al Comune di Monte San Giovanni Campano. Nel caso in cui tale appuntamento venisse disatteso Fare Verde oltre ad indicare i NUOVI boschi da registrare chiederà alla Regione Lazio di "battezzarli" con nomi legati a personaggi storici e della cultura che sono legati all'Ambiente e/o al territorio esclusion fatta per Carlo VIII e/o qualsiasi altro occupante in armi.

“Acea ci mandi dromedari”


fareverde-monte
‘Gentilissimo Amministratore Delegato di Acea e Magnifico Presidente della Provincia di Frosinone, più passano i giorni estivi e più si rafforza la convinzione nella scrivente Associazione Ambientalista che le Signorie Vostre abbiano scambiato la popolazione di Monte San Giovanni Campano per una popolazione Berbera o Tuareg visto il razionamento in corso di acqua potabile rapportabile all’area subsahariana. I Cittadini oltre ad assistere allo spreco immane della risorsa idrica che è a dir poco disdicevole ora sono costretti anche a vedere, loro malgrado, senza nessun preavviso, rubinetti asciutti nonostante le bollette che per ottimismo vengono definite care. Per i motivi sopra descritti Fare Verde chiede all’amministratore delegato di Acea di sponsorizzare l’acquisto di DROMEDARI da utilizzare per la cerca e trasporto di acqua potabile.

Al Signor Presidente della Provincia di Frosinone che si è esposto per lo sviluppo turistico della Ciociaria la scrivente chiede di presentare alla Regione Lazio un progetto finalizzato ad un corso di formazione  per “Rabdomante Guida Turistica ” da poter chiamare per guidare i turisti insieme  alla popolazione Berbera di Monte San Giovanni Campano quando debbono uscire alla ricerca dell’acqua nei pozzi visto che  le sorgenti di superficie hanno la scritta “acqua NON potabile.”  Mentre si resta in attesa di almeno un DROMEDARIO e di un rabdomante Fare Verde dichiara Monte San Giovanni Campano Comune Berbero Subsahariano.
Fare Verde Monte San Giovanni Campano

lunedì 22 giugno 2015

Aprire una discarica abusiva per materiali edili di risulta è un reato penale


Da Fare Verde Provincia di Frosinone
Aprire una discarica abusiva di materiale edile è un reato penale ai sensi della nuova legge sulla tutela Ambientale bisogna fare estrema attenzione perchè ci possono scappare le manette.
LEGISLAZIONE AMBIENTALE

Il D.Lgs. 152/2006 :

Valutazioni e autorizzazioni ambientali (VIA, VAS, IPPC)
Difesa del suolo e tutela delle acque
Gestione dei rifiuti
Riduzione dell’inquinamento atmosferico
Risarcimento danni ambientali

E’ importantissimo tener in conto che, accanto alla disciplina introdotta dal provvedimento, è obbligatorio considerare le regole UE “self executing” – ad esempio i regolamenti su import–export dei rifiuti – direttamente applicabili nell’ordinamento di ciascuno stato membro europeo. Per dipanare dubbi sul diritto ambientale, in continuo divenire è opportuno considerare le sentenze pertinenti emesse dal Consiglio di Stato e dal T.A.R., nonché dalla Corte di Cassazione Penale. E’ bene non sottovalutare i reati ambientali in quanto molti sono regolati dal diritto penale, le cui sanzioni son ben superiori a quelle stabilite dal diritto amministrativo proprio perché “macchiano” indelebilmente la fedina penale. Vediamo allora i principi di una corretta gestione dei materiali di risulta dai cantieri e le responsabilità in materia ambientale degli attori coinvolti.

Definizione di rifiuto
L’articolo 183, comma 1, lettera a) definisce rifiuto come: “…qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione, o abbia l’obbligo, di disfarsi.” L’allegato “A”, a cui si riferiva la definizione precedente, non è più considerato una fonte secondaria del diritto, bensì primaria. In sintesi il rifiuto viene classificato in base ai seguenti criteri:


I materiali di scarto generati in cantiere sono prevalentemente macerie di: calcestruzzo, laterizi, coppi, ceramiche. Alle volte, specie nel caso di interventi importanti, vengono considerati scarti anche componenti strutturali e accessori (legno e metalli), serramenti (incluso vetri e PVC), isolamenti termici, nonché terre e rocce da scavo. In realtà tutti questi materiali , i quali puntualmente vengono sprecati, nel migliore dei casi come previsto dalla normativa, vanno smaltiti in discarica. Nei peggiori dei casi invece i materiali edili indifferenziati vengono abusivamente scaricati dove capita, per risparmiare gli oneri di conferimento in discarica. 
 
 

La nuova legge: “Delitti contro l’ambiente” (Libro II, Titolo VI-bis, artt. 452-bis-452-terdecies), all'interno del quale sono previste le nuove fattispecie di:

inquinamento ambientale;
disastro ambientale;
traffico ed abbandono di materiale radioattivo;
impedimento di controllo;
omessa bonifica.

Inquinamento ambientale e disastro ambientale rappresentano i cardini del sistema e risultano puniti rispettivamente con pene detentive che vanno da un minimo di 2 ad un massimo di 6 anni l’inquinamento, mentre il disastro sanziona la condotta tipica con la reclusione da 5 a 15 anni. Prevista inoltre la pena accessoria della incapacità di contrattare con la P.a. per le fattispecie di: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale radioattivo, impedimento di controllo e traffico illecito di rifiuti (quest’ultimo già previsto all'interno del Codice dell’Ambiente). Si interviene anche sui termini prescrizionali i quali subiscono un allungamento in relazione all'aggravarsi della fattispecie.

Introdotta la confisca obbligatoria, anche per equivalente, delle cose che costituiscono il prodotto, il profitto del reato o che servirono a commetterlo, anche per il delitto di traffico illecito di rifiuti. Tale misura risulta tuttavia esclusa ove l’imputato abbia provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, alla bonifica e al ripristino dello stato dei luoghi, nonché nel caso in cui detti beni appartengano a terzi estranei al reato. Per taluni illeciti quali il disastro ambientale, l’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e per l’ipotesi aggravata di associazione per delinquere, la nuova legge introduce anche la confisca quale misura di prevenzione dei valori ingiustificati o sproporzionati rispetto al proprio reddito. Previsto altresì che, con la sentenza di condanna o di applicazione della pena, il Giudice debba ordinare anche il recupero e, se tecnicamente possibile, il ripristino dello stato dei luoghi, ponendo i costi a carico del condannato e delle persone giuridiche obbligate al pagamento delle pene pecuniarie in caso di insolvibilità del primo.

Significativo infine l’intervento in tema di ravvedimento operoso. Quest’ultimo, originariamente previsto come causa di non punibilità, ad oggi opera come circostanza di attenuazione della pena - dalla metà a due terzi, ovvero da un terzo alla metà - in favore di chi, rispettivamente, prima della dichiarazione di di apertura del dibattimento di primo grado, eviti che l'attività illecita sia portata a conseguenze ulteriori, provveda alla messa in sicurezza, alla bonifica o al ripristino dello stato dei luoghi; ovvero collabori concretamente con l'Autorità di Polizia o Giudiziaria alla ricostruzione dei fatti e all'individuazione dei colpevoli.

sabato 20 giugno 2015

Huston (ACEA) abbiamo due nuovi problemi...

La scrivente Associazione Ambientalista segnala la riparazione delle
perdite all'acquedotto Comunale di Monte San Giovanni Campano da parte di
ACEA ATO5 già segnalate il 17.6.2015 ma ribadisce che la situazione è fuori
controllo. Dall'acquedotto colabrodo Monticiano solo il giorno 19.6.2015
sono scaturite due nuove perdite per un totale di 7 perdite in tre giorni .
Siccome ACEA ha scritto che bisogna far notare lo spreco dell'acqua ai
responsabili si coglie l'occasione sgradita di far presente ad ACEA ATO5
Spa che ci sono due perdite nuove dal “perdidotto” che gestisce.

Fare Verde Onlus Monte San Giovanni Campano è associazione Ambientalista e
precisa per l'ennesima volta che l'acqua è un bene prezioso di tutti e
nessuno la deve sprecare compresa ACEA ATO 5 Spa.Quindi...Houston abbiamo
due nuovi problemi...

Elenco delle perdite riscontrate il giorno 19.6.2015

1) Bivio per Colle Pupazzo

2)Località Ceccarelli


 Infine Fare Verde ricorda ad ACEA Ato 5 Spa che tutte le acque
superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono
pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata
secondo criteri di solidarietà.

Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative
ed i diritti delle generazioni future
a fruire di un integro
patrimonio ambientale. Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e
al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la
vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i
processi geomorfologici e gli equilibri idrologici.


 Monte San Giovanni Campano il 20.6.2015

Fare Verde Monte San Giovanni Campano



Ceccarelli


Bivio di Colle Pupazzo

sabato 6 giugno 2015

Acqua razionata alla popolazione mentre ACEA e COMUNE la perdono nei fossi

A seguito dell'Ordinanza n.9 del Maggio 2015 con la quale il Sindaco di Monte San Giovanni Campano, esaudisce il desiderio di ACEA di addossare le responsabilità alla popolazione per l'interruzione del flusso idrico, FARE VERDE Monte San Giovanni Campano ha inviato una nota di protesta al Sig. Prefetto di Frosinone e al Presidente della Provincia di Frosinone nel merito del servizio di fornitura idrica gestito da ACEA.


Nei fatti il Sindaco di Monte San Giovanni Campano oltre ad addossare le responsabilità per l'interruzione del servizio idrico esclusivamente ai cittadini di Monte San Giovanni Campano ha promesso loro multe e denunce nel caso di un non meglio specificato uso improrio dell'acqua potabile. E' andato comunque OLTRE proibendo alle attività commerciali di destinare l'acqua potabile ad usi che non siano strettamente inerenti alla garanzia dell'igiene e salute pubbliche come ha proibito di dare l'acqua agli animali. Fare Verde è basita dopo le innumerevoli segnalazioni fatte al Comune sulle perdite dell'acquedotto comunale e ricorda al Sindaco che Monte San Giovanni Campano è sotto infrazione UE per la depurazione delle acque, NON rispettosa delle leggi vigenti sul territorio della Regione Lazio e della Repubblica Italiana, che ci ha fatto conoscere in Europa  come paese di zozzoni e non contenta oltre a ricordargli che l'acquedotto è un colabrodo gli annuncia sulla stampa che chiederà un'ordinanza specifica per ACEA e sul suo uso approssimativo del servizio di fornitura idrica che interrompe il flusso di acqua potabile alla popolazione.
Come mero contorno a queste doglianze FARE VERDE ha realizzato in data 6.6.2015 ben due segnalazioni di perdite pregresse dell'acquedotto comunale che comunque non sarebbero neppure servite visto l'enorme repertorio di perdite segnalate. La prima perdita  in località La Lucca attiva  da ben 15 giorni
 e la seconda in località Carbonaro attiva da 7 giorni.

 Si avvisa comunque che altre segnalazioni di perdite sono in realizzazione in quanto nella giornata di domani FARE VERDE sarà sul territorio per verificarne altre  inviate dai Cittadini che sono stufi di essere maltrattati e considerati scellerati.
Per ultimo: Accusare la popolazione e colpevolizzarla di responsabilità altrui oltre ad essere disdicevole mostra la vera "anima" di chi ha ricevuto il mandato di difendere i CITTADINI.
Fare Verde Monte San Giovanni Campano