martedì 30 dicembre 2014

Lo stato dell'Ambiente a Monte San Giovanni Campano 2014 e la battaglia di Little Duck del 2015

Lo stato dell'Ambiente a Monte San Giovanni Campano è un disastro e non ci sono altre parole per definirlo.
Il 2014 è l'anno da dimenticare ed infatti  lo stato di calamità richiesto alla Regione Lazio dal Comune per le innumerevoli frane è rimasto sospeso.
Il Comune da parte sua non ha attuato e neppure pensato il piano di emergenza di Protezione Civile nonostante le pressioni ricevute sulla stampa forse perchè vuole dare una funzione logica ai loculi che costruisce a ruota libera.




Fare Verde ha combattuto la sua battaglia per la legalità e per la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e resterà per sempre impressa nelle menti di tutti l'ostinazione, la precisione e la forza usate per contrastare il taglio scellerato che il Comune avrebbe voluto porre in essere alla Pineta della Bagnara. Per il TERZO anno consecutivo sono stati bloccati i tagli alla Pineta della Bagnara nonostante l'approvazione degli uffici della Provincia di Frosinone redatti in data 12.8.2014. L'azione combinata presso la Prefettura di Frosinone e la Procura di Frosinone hanno messo la parola fine al taglio silvano anche per il 2014 come è stata messa la parola fine alla caccia al cinghiale nella stessa area. Visto che si è in argomento: non si faccia illusioni nessuno perchè se non verrà redatto un piano silvano congruo e che rispetti le percentuali imposte dalle leggi ci sarà la nostra opposizione senza se e senza ma; senza trattative e senza il parlare in politichese.


Come volevasi dimostrare la Sentenza di Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha condannato l'Italia per le sue discariche in quanto NON dovevano essere messe in sicurezza come hanno preteso di fare i politici ma dovevano essere bonificate. Tra queste e siccome quì non ci facciamo mancare nulla rientra anche quella di Montecastellone di Interesse Regionale. Sarà nostra premura avvalendoci dello Statuto dell'Unione Europea di comunicare al Commissario per l'Europa la situazione se lo stato delle cose resterà invariato.
La depurazione: Ci vorrebbero le note di Verdi e precisamente quelle del coro degli schiavi Ebrei per accompagnare la situazione grottesca e di decadimento in cui sono incappati tutti i Cittadini di Monte San Giovanni Campano: In pratica all'ARPA Lazio risultano solo 2 depuratori su un numero imprecisato di depuratori che  è > di 8 e < di 11. Il dato è incerto in quanto il Comune si è rifiutato di rispondere alle richieste protocollate custodendo il segreto di Pulcinella. Nel frattempo si sono avute notizie del depuratore intercomunale che risulta SMARRITO come da dichiarazione dell'ex Commissario alla Provincia di Frosinone. Le notizie però le da Fare Verde perchè non ha NESSUN TIMORE REVERENZIALE.

 I fatti relativi al DEPURATORE INTERCOMUNALE di Monte San Giovanni Campano, Isola del Liri, Castelliri ed Arpino già finanziato dalla Regione Lazio sono questi:
 "La realizzazione del Depuratore di Monte San Giovanni Campano, è inserita all’interno della Delibera di Giunta Regionale n. 668 del 2008 a favore di ACEA ATO 5.
L’opera prevedeva e prevede un costo di 12 milioni di euro così suddivisi nelle forme di finanziamento: Euro 8.400.00 a carico della Regione (di cui euro 5.600.000 IMMEDIATAMENTE DISPONIBILI e i restanti Euro 2.800.000 da erogare tramite i ribassi d’asta) e 3.600.000 derivanti dalle tariffe.A seguito di scambi di note tra l’Acea Ato 5 e la Direzione Ambiente della Regione Lazio, una quota di questi soldi, pari ad euro 625.000, è stata PROVVISORIAMENTE stornata da questo intervento e destinata alla copertura del completamento del depuratore di Anagni. Omissis... Ad oggi,  la Regione Lazio NON ha mai TAGLIATO l’intervento previsto già dal 2008 ma risulta altresì vero invece che, la disponibilità dei fondi è sempre in “essere” e che allo stato attuale, l’ACEA ATO5 non ha MAI attuato le procedure per la realizzazione dell'impianto"
La raccolta dei Rifiuti solidi urbani è stato poi un altro cavallo di battaglia e finalmente alla fine dell'anno e dopo l'ennesimo rinvio è stata indicata la data di inizio per la raccolta differenziata sul 100% del territorio di Monte San Giovanni Campano. Il servizio inizierà il 15 di Gennaio 2015 ma restano i problemi logistici sottovalutati dal Comune ma comunque avvisati da Fare Verde che si è prodigata nel presentare il piano di riassetto della raccolta differenziata munito di regolamento e di un importantissimo metodo operativo da attuare quale è il compostaggio domestico con incentivazione e l'isola ecologica. Sul territorio restano il malcostume dei Cittadini privi del concetto di Eco Cittadinanza e l'approssimazione del servizio che non cura l'informazione ai cittadini omettendo qualsiasi tipo di messaggio persino sul sito web del Comune.
Si fa notare inoltre che nel Comune di Monte San Giovanni Campano c'è un impianto di illuminazione pubblica mirabolante tanto è vero che per ogni 5 abitanti c'è già un palo della luce con un numero di punti luce che ha superato quota 2500 ed è in aumento visto che il Comune  continua ad installare pali  con ritmo forsennato. Non si riesce a capire come si possa avere un impianto di questa portata senza avere il piano energetico e di illuminazione ma queste risposte verranno in futuro visto che c'è molto interesse sulla pubblica illuminazione da parte di almeno due Istituzioni dello Stato. Fare Verde non tralascia lo stato dei corsi d'acqua e presto inizierà azioni legali a pioggia nei confronti di chi ha distrutto l'habitat e le biodiversità nel torrente Amaseno e anche se queste ultime righe di questo costrutto risulteranno aliene e dure si andrà avanti con lo stesso rispetto che è stato rivolto ad un bene che è di tutti. Il Gruppo Locale NON nasconde che sono già in corso esposti nei confronti di chi ha deturpato l'Ambiente ma mai come in questo momento è chiamato dai suoi avvocati al silenzio per non rovinare i procedimenti avviati. Se non si è capito cogliamo l'occasione per essere più chiari: Nessuno è più al sicuro se rovina, distrugge o deturpa l'Ambiente; non basterà nessun tipo di copertura, nessun escamotage e soprattutto nessun avvicinamento perchè i procedimenti sono messi in essere da chi è lontano anni luce da logiche di spartizione politica, non teme nessun tipo di pressione e soprattutto non tiene in nessun conto le maldicenze. Per tutto quanto è stato scritto Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano si rivolge direttamente alle Istituzioni senza timori reverenziali , in linea diretta con il Presidente Nazionale di Fare Verde Avv. Francesco Greco e con il Presidente di Fare Verde Lazio Silvano Olmi.
Comunque andranno le cose per il 2015 la priorità di Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano sarà quella di trattare i circa 5000 metri quadrati di eternit presenti nella frazione Anitrella. La battaglia di Little Duck sarà senza quartiere e senza nessun rispetto per nessuno ed nizierà il 7 di Gennaio del 2015 alle ore 00.00
 

Monte San Giovanni Campano amplia la raccolta differenziata al 100% del territorio

Nell'anno 2009 iniziava l'iter per  la raccolta differenziale a Monte San Giovanni Campano quando il territorio venne dotato del servizio con appalto pubblico. dopo l'inizio di preparazione si arrivò al cambio amministrativo e nel 2011 la raccolta differenziata toccò la percentuale del 19% con circa il 30% del territorio coperto. Dal Maggio 2011 ad oggi la raccolta differenziata ha subito un arresto dapprima e la regressione subito dopo fino a toccare la percentuale del 16.8%.
Al silenzio delle Associazioni Ambientaliste durato fino al 2013 si è aggiunta la voce dapprima di una associazione locale rimasta inascoltata ma nel 2014 è iniziata l'azione di Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano.
Il Gruppo Locale ha continuato l'azione del suo responsabile con una serie di articoli pubblicati sui giornali cartacei affiancati dall'azione sul web per sensibilizzare la Pubblica Amministrazione ad attuare la raccolta differenziata sul 100% del territorio affiancata da una seconda azione di compostaggio domestico. Non sono mancati i consigli preziosi e il supporto di Fare Verde Lazio e di Fare Verde Onlus per un'azione più incisiva.
Nel bilancio di previsione del 2014 veniva indicato il mese di Settembre come inizio per la raccolta differenziata ma di fatto non è stato così.
Si arriva al mese di Ottobre 2014 e Fare Verde aumenta la pressione con continue visite all'Ufficio Tecnico che hanno portato a presentare il piano di riassetto per i rifiuti solidi urbani ampiamente pubblicizzato sulla stampa. Il 29 di Dicembre l'annuncio della data di inizio per la raccolta differenziata fissata per il 15 di Gennaio 2015.
La soddisfazione all'interno del Gruppo Locale di Fare Verde Onlus è palpabile e la vittoria dei Cittadini  per l'Ambiente merita applausi.


La soddisfazione diventerà totale nel momento in cui verrà praticato il compostaggio domestico e saranno proposti incentivi per farlo. Fare Verde Onlus Gruppo Locale ha proposto inoltre la regolamentazione delle sagre e delle feste come quella delle mense scolastiche, dei mercatini affinche vengano applicate regole certe per l'utilizzo di materiale compostabile. Il piano di riassetto prevede inoltre la possibilità di impiantare sul territorio distributori automatici di generi alimentari sfusi, la presenza di Green Point per la merce sfusa nei supermercati; l'utilizzo dell'acqua sorgiva e infine la possibilità di programmare un uso di imballaggi minori riconoscendo alle aziende produttrici  un incentivo sulla TARI.


La posizione di Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano è di assoluta estraneità alla politica partitica o agli schieramenti locali ma nonostante ciò esprime l'apprezzamento per l'ampliamento del servizio pubblico.


sabato 27 dicembre 2014

Richiesta di Ipsezione ASL a 4 cantieri sul territorio di Monte San Giovanni Campano

Fare Verde Onlus - Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano - crea sempre un precedente di avviso pubblico sui giornali e sul web ma se la sua voce non viene ascoltata non tira la giacchetta a nessuno. Questa mattina alla 9.12 è stato chiesto alla ASL l'ispezione a ben 4 cantieri che stanno realizzando opere pubbliche a Monte San Giovanni Campano per la  prevenzione degli infortuni che potrebbero accadere ai minori che di certo non hanno la valutazione esatta dei pericoli.





Al Direttore S.Pre.S.A.L. Isola Liri 
Piazza San Francesco, snc tel. 0776/803003 fax 0776/800534



Oggetto: Richiesta di verifica per le norme di sicurezza ai cantieri delle opere pubbliche in Monte San Giovanni Campano.

Con la presente Fare Verde Onlus – Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano – nella persona del responsabile Dott. Marco Belli nato a Monte San Giovanni Campano il 4.4.1961 chiede al responsabile del S. Pre.S.A.L. l'ispezione dei seguenti cantieri relativi ad opere pubbliche sul territorio di Monte San Giovanni Campano:
1) Cantiere per la realizzazione del Parcheggio Multipiano S. Giusta ubicato presso il Capoluogo in posizione Nord Est c/o via S. Rocco;
2) Cantiere per la strada Comunale situata nei pressi di via Grancia del Capoluogo in posizione SUD -
3) Cantiere per la realizzazione della messa in sicurezza ex scuola elementare sita lungo il Viale S. Tommaso D'Aquino del Capoluogo e in particolare il baraccamento realizzato dentro il giardinetto pubblico dedicato a Carlo VIII.
4) Cantiere stradale per la realizzazione della strada Poldo Laoria per il quale viene richiesta la verifica delle recinzioni in località Laoria data la presenza di macchinari in movimento e di un setaccio per la breccia.
La richiesta è finalizzata alla prevenzione di sinistri ai danni di bambini che si possono verificare per parapetti non installati o fuori norma, per le recinzioni approssimative e per le “trappole”create che potrebbero avere esiti fatali.
Si resta in attesa di un riscontro preciso di questo esposto circostanziato ma benevolo in quanto l'interesse preminente della nostra Associazione è quello di evitare possibili sinistri ai bambini.
Cordiali saluti
Monte San Giovanni Campano lì 27.12.2014

Per Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano
Dott. Marco Belli
cell. 3935510005 email: marcobelli8@gmail.com
via Roma 25 – Monte San Giovanni Campano




venerdì 26 dicembre 2014

Progetto Oli esausti vegetali


Oli vegetali esausti, una fonte di inquinamento.

Come è risolto attualmente il problema dello smaltimento degli oli vegetali esausti a Monte San Giovanni Campano: L’olio impiegato per la frittura viene abitualmente gettato negli scarichi, provocando una serie di conseguenze negative, dall’inquinamento delle acque reflue al danneggiamento delle condutture.




Alla fine degli anni ’90 il Ministero della Sanità stimava per la nostra Nazione in circa un miliardo e 400 milioni i chili di olio vegetale che ogni anno vengono immessi al consumo, direttamente come olio alimentare o perché presenti in altri cibi.. Attualmente solo il 5 per cento viene recuperato. Si può dunque tranquillamente dire che l’olio vegetale usato viene smaltito direttamente nell’ambiente, in gran parte come residuo di fritture e quindi ricco di sostanze inquinanti. L’olio vegetale, infatti, dopo la frittura modifica la sua struttura polimerica, si ossida e assorbe le sostanze inquinanti della carbonizzazione dei residui alimentari.
La drammaticità della situazione si può maggiormente comprendere se si considera che la quasi totalità dell’olio esausto viene gettata dalle utenze domestiche nel lavandino, oppure nel water, e dunque immessa nel sistema fognario e quindi nei depuratori comunali, o – situazione ancor più grave – direttamente nell’ambiente.







Un altro dato è sicuramente più allarmante per gli “addetti ai lavori” e non solo: i corpi ricettori del sistema fognario sono i depuratori comunali, che per depurare un chilogrammo di olio necessitano di almeno 3KW/h con tutte le conseguenze economiche immaginabili. Molti milioni di KW/h vengono sprecati ogni anno per depurare gli oli presenti nelle acque fognarie. Al Nord esiste una maggiore cultura per la raccolta degli oli domestici, che si sta però estendendo nelle realtà del centrosud, tenendo conto delle singole specificità.
Al momento si tratta di piccoli centri, con stabili di due piani, dove si può fare la raccolta porta a porta, differente dalla raccolta differenziata classica poiché una famiglia impiega due o tre mesi per il riempimento completo delle taniche . La stima per l’utenza domestica è di circa un litro al mese. Inoltre l’olio recuperato viene indirizzato alla produzione di biocarburanti per autotrazione, un altro risvolto positivo poiché permette di attenuare la richiesta di petrolio e di ridurre l’inquinamento causato dalle automobili.
Come possiamo dare una mano per ridurre il fenomeno inquinamento? Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano in costante contatto con il Presidente Nazionale lancerà all'inizio del 2015 il suo progetto locale per la raccolta differenziata dell'olio esausto vegetale. Il progetto sperimentale e di primaria importanza è interamente sopportato da Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano in diretta appartenenza a Fare Verde Onlus Nazionale e Fare Verde Lazio ed è un piccolo regalo al nostro Territorio che avrà un valore aggiunto nello sviluppo di quella che è definita Eco Cittadinanza con risvolti simpatici per i bambini del territorio.
Al più presto e non appena sarà terminata la parte burocratica verrà chiesto, se possibile, il patrocinio al Ministero dell'Ambiente della tutela del Territorio e del Mare.


mercoledì 17 dicembre 2014

Assessore ai Lavori Pubblici o scrittore di romanzi fantascientifici?

Ancora non si è capito bene se l'Assessore ai Lavori pubblici è un politico di razza e quindi incline alle verità diversamente vere oppure se è uno scrittore di romanzi fantascientifici incompreso.
Se ne è andato per giornali a dettare il romanzo che ha per titolo "Il parcheggio di S. Giusta" descrivendo una situazione che non è nè in cielo e neppure in terra.




Come può rispondere Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano? Con un comunicato stampa inusuale perchè non si può fare diversamente con chi non ha capito ancora cosa siano la correttezza Istituzionale e il rispetto che è dovuto ai Cittadini.

Comunicato stampa
“Che comportamentazione è questa” Fare Verde Onlus Gruppo locale di Monte San Giovanni Campano usa le parole di Checco Zalone per rispondere alle NOTIZIE DIVERSAMENTE VERE dichiarate dall’assessore ai lavori pubblici di Monte San Giovanni Campano che si riferiscono al Parcheggio Multipiano S. Giusta pubblicate sul quotidiano Nuovogiorno il 16.12.2014
Forse l’assessore pensava di dettare ai giornali un capitolo di fantascienza o forse in cuor suo è stato tradito da un lapsus Freudiano ma fatto è che si è cimentato in una avventura senza ritorno.
Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano “non cade dalle nubi” e smentisce, in modo fermo e categorico, l’assessore ai lavori pubblici Mauro Paglia richiamandolo alla realtà alla verità e alla correttezza Istituzionale.
Il progetto originale del Parcheggio è stato stravolto con la decurtazione della rampa elicoidale in cemento armato che avrebbe permesso l’accesso delle macchine ai vari piani ed infatti le macchine potranno accedere direttamente ai piani.
L’entrata al parcheggio non è più quella originale tanto è vero che ora la stradina pedonale di accesso dovrà per forza di cose passare nell’orto di un confinante.
Non c’è nessuna trattativa in corso con il proprietario dell’orto per il passaggio della strada di accesso in quanto il Comune di Monte San Giovanni Campano ha rifiutato per iscritto la trattativa.
Fermo restando che l’opera pubblica è stata ridimensionata ed è quindi più piccola vista la sottrazione della rampa elicoidale il Gruppo Fare Verde vorrebbe chiarezza sul destino dei soldi risparmiati per NON aver realizzato l’imponente manufatto elicoidale di accesso.
Si invitano inoltre i proprietari confinanti che hanno subito danni a chiedere il risarcimento dei danni subiti e di notiziarci perché nel caso in cui non ci sarà assoluta trasparenza sulle operazioni fatte e da farsi ci sentiremo in obbligo di chiedere chiarezza all’Autorità Giudiziaria.



venerdì 12 dicembre 2014

Superate le 4000 visite - Raccontiamo un pò di noi...

Il 29 Settembre  2014 Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano inizia la sua ttività ospitando l'Assemblea Regionale del Lazio.


Da Ottobre l'attività serrata ha ottenuto risultati ritenuti fin ora fuori dalla portata di qualsiasi Associazione.
La sottrazione di circa 250 Ettari di terreno boschivo all'attività venatoria è stata la ciliegina sulla torta che non ha precedenti storici in Provincia di Frosinone. Azione centrata esclusivamente sull'attuazione della normativa vigente.


Fare Verde si è resa protagonista della BOCCIATURA  relativa al progetto silvano che prevedeva il taglio SBAGLIATO del Bosco Pineta della Bagnara; il Gruppo ha dato continuità a chi già per due volte da solo si era opposto vittoriosamente al taglio sconsiderato della Pineta e per la terza volta consecutiva ha bloccato le attività silvane nonostante l'approvazione "semi festiva" data dalla Provincia di Frosinone il 12 8.2014. I ricorsi presentati alla Prefettura di Frosinone e alla Procura della Repubblica di Frosinone sono ancora in corso ed è di pochi giorni fa la lettera della Signora Prefetto di Frosinone che chiedeva accertamenti sul progetto.


Fare Verde poi ha continuato il suo operato ripulendo dagli ingombranti la pericolosa scarpata in località Portella e segnalato numerosissimi siti di abbandono ma solo alcuni sono stati bonificati dall'Ente Comune che cerca di impegnarsi correndo dietro le segnalazioni.
Invece sono eccezionali i risultati ottenuti per le riparazioni all'acquedotto colabrodo e oramai le riparazioni le fanno dopo alcune ore e non passano più i mesi che occorrevano fino a qualche tempo fa.
Certo restano tante note dolenti e tanti sospesi che NON potranno essere risolti da questa amministrazione comunale priva totalmente del concetto di Eco Cittadinanza. Tra i sospesi che si riportano come mero elenco: La depurazione delle acque reflue, lo stato del Torrente Amaseno, la discarica di Montecastellone messa in sicurezza e non bonificata, le migliaia di metri quadrati di eternit in località Anitrella, la discarica che è sotto sequestro alla Bagnara (strada per l'Incoronata), lo stato dell'area verde Colle Cipullo che è in preda ai vandali, lo stato dell'area verde Antera anche essa oggetto di grave vandalismo, i crolli nel Capoluogo, l'assenza di un piano efficace per la raccolta differenziata che è arrivata ai minimi termini, le frane che hanno colpito e che colpiscono il territorio tali da far dichiarare lo stato di CALAMITA', l'assenza del piano di emergenza comunale , la grossa lacuna sulla trasparenza e infine il randagismo.


Tutte queste criticità hanno indotto il Gruppo Locale di Fare Verde Onlus dapprima a presentare soluzioni ed infatti è stato presentato il Piano di riassetto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani all'Ufficio Manutentivo completo perfino della parte strettamente amministrativa e poi la soluzione per il randagismo come del resto il buonsenso ha suggerito di fare.
La mancanza di qualsiasi tipo di risposta ai nostri inviti ci ha costretti poi a chiedere alla Regione Lazio la revoca della subdelega all'Ambiente al Comune di Monte San Giovanni Campano e l'iter è ancora in corso.
Viste poi le problematiche di tipo legale in cui si incorre il gruppo si è dotato di un vero e proprio Pool di Avvocati nei quali è compreso il Presidente Nazionale di Fare Verde Onlus che spesso ci incoraggia con il suo consenso SFRENATO alle iniziative Locali.
Il Gruppo non si è fermato e non si fermerà difronte ai cantieri poliennali per le opere pubbliche e di fatto ha ottenuto dapprima la sospensione del cantiere Parcheggio S. Giusta e la parziale soluzione del cantiere il cui iter è iniziato ben 17 anni fa relativo alla oramai famosa strada Poldo Laoria.
Le azioni in difesa del territorio sono continuate con l'esposto per la verifica di una cava di terra in località Fra Due Monti e continueranno su TUTTI i cantieri delle Opere Pubbliche senza che ne venga tralasciato neppure uno visti i precedenti.




Il concetto che si vuole inculcare con l'uso delle leggi è il seguente: Nessuno è più al sicuro se non rispetta le regole vigenti sul territorio della Repubblica Italiana e se non si rispettano le Leggi della Regione Lazio. Non ci sono più approdi sicuri per NESSUNO e quindi conviene rispettare le leggi e i loro regolamenti attuativi nella più pacifica e civile convivenza perchè è TERMINATA l'epoca dei FURBETTI. Abbiamo il dovere di conservare l'Ambiente e le biodiversità come gli habitat degli animali e delle piante per le future generazioni e nessuno si deve sentire in diritto di distruggere quello che non gli appartiene o di deturpare irrimediabilmente questa piccola porzione di Creato.
Sunito dopo le vacanze di Natale ci sarà la XXII iniziativa Nazionale - Il Mare d'Inverno e manco a dirlo forse perchè siamo simpatici c'è già un risorante di una nota località balneare che si è offerto di invitarci a pranzo dopo l'iniziativa ...



Il Mare d'Inverno XXII edizione - Azione Nazionale di Clean Up -

Domenica 25 gennaio 2015 partirà la XXII edizione dell’operazione “mare d’inverno”: i volontari di Fare Verde saranno impegnati a pulire diverse spiagge italiane per ricordare a tutti che l’inquinamento dei litorali è un problema che esiste per dodici mesi all’anno e non solo durante il periodo estivo. La manifestazione ha il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare.





 Al Gruppo Locale Monte San Giovanni Campano  di Fare Verde Onlus è stata data la possibilità di scegliere qualsiasi spiaggia voglia sul litorale Laziale per eseguire la giornata di Clean Up. Quindi da oggi chiunque vorrà partecipare può chiamare al 3935510005 per inserirsi nel gruppo e anche per decidere quale spiaggia dovrà essere ripulita. Alla fine della giornata il gruppo si ritroverà a pranzo in uno dei locali presenti sul lungo mare interessato dalle operazioni di Clean Up.




martedì 9 dicembre 2014

Richiesta alla Regione Lazio per il ritiro della Sub Delega all'Ambiente al Comune di Monte San Giovanni Campano.

In data 9.12.2014 è stato contattato l'Assessore all'Ambiente Dott. Refrigeri della Regione Lazio e gli è stato chiesto di fare accertamenti sullo stato dell'Ambiente a Monte San Giovanni Campano. Contemporaneamente gli è stato chiesto di sospendere la Sub Delega al Comune di Monte San Giovanni Campano per i seguenti motivi:
1) Mancanza del Piano di Emergenza Comunale
2) Sparizione del Depuratore intercomunale "Anitrella" già finanziato dalla Regione Lazio e mai realizzato
3) Regressione della raccolta differenziata e mancanza di un progetto strategico per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi Urbani
4) Pericolosità delle frane che hanno procurato lo stato di Calamità
5) Mancanza di un piano rispettoso del regolamento Regionale contro l'inquinamento luminoso
6) Assoluta mancanza di trasparenza ai sensi del D.L. 33 del 2013 nonostante le richieste.
7) Assoluta mancanza di notizie Ambientali ai Cittadini
8) Degrado del territorio per la miriade dei luoghi dove viene praticato l'abbandono dei rifiuti di ogni tipo.
9) Presenza di ingenti quantità di eternit in località Anitrella in pieno centro abitato alla presenza di scuole e impianto sportivo.
10) Mancata BONIFICA come previsto da Sentenza Corte di giustizia UE della discarica di interesse Regionale Montecastellone.
Quanto per informazione agli associati di Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano.



giovedì 27 novembre 2014

Quella strana risposta di tipo TEUTONICO da parte del MONOPOLIO del gestore per la distribuzione idrica alle perdite dell'acquedotto

Oramai Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano non fa nemmeno in tempo a segnalare una pedita dall'acquedotto gestito da Acea Ato 5 che nel giro di pochi MINUTI arriva la squadra manutentiva per la riparazione.



 Non era mai accaduto in passato tanto è vero che "fioccavano" gli articoli sui giornali dovuti alle mancate riparazioni. Attualmente la situazione è cambiata e con efficienza tutta TEUTONICA Acea interviene in tempo reale. E' accaduto a Porrino con la segnalazione delle ore 8.00 e la riparazione fatta entro le 12.00 ed è accaduto in località Colonnette con la segnalazione inviata di proposito durante la giornata di domenica scorsa e la riparazione effettuata il lunedì mattino di buon ora. Tanta grazia non si era mai vista ma ogni cosa nasconde il rovescio della medaglia: Sarebbe stato troppo bello se questa strana efficienza non fosse stata legata alla batosta o meglio ancora alla stangata che è arrivata con le bollette. Una mazzata tra capo e collo senza precedenti storici che necessita della presenza di un esorcista all'apertura delle bollette per la presenza del "maligno" che è tra quelle righe incomprensibili e che inducono all'imprecazione spontanea. L'acqua a Monte San Giovanni Campano e ai Monticiani ce l'ha data il Padreterno e non ACEA.






lunedì 24 novembre 2014

Proposta per la riduzione dei rifiuti a Monte San Giovanni Campano



Si debbono realizzare 5 flussi di scarti per ridurre di minimo 140 kg la pattumiera Comunale
1) La prima cosa da fare è il compostaggio domestico e comunitario, la riduzione degli sprechi alimentari nelle mense e nei supermercati,  la corretta gestione degli spazi verdi pubblici comporteranno una riduzione di 40 kg pro capite di immondizia

2) La dematerializzazione negli uffici con l’informatica, evitando la stampa all’essenziale, eliminazione posta indesiderata, e la sostituzione in cucina di carta usa e getta con i vecchi strofinacci comportano la riduzione di 15 Kg

3) La riparazione di beni ancora in buono stato con la promozione da parte del Comune come è previsto dalla legge di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione, la promozione dello scambio di oggetti, sostituzione di prodotti usa e getta con prodotti durevoli o compostabili (es.bicchieri di plastica, piatti di plastica, imballaggi con uso di plastica accoppiata alla carta , ecc ecc), comportano la riduzione di altri 20Kg

4) Sostituire il consumo di acqua minerale in bottiglia con acqua del rubinetto o sorgiva, con la vendita di prodotti sfusi o alla spina (distributori automatici), sostituendo le bottiglie anche per vino , latte e olio; sostituire infine i sacchetti  di plastica usa e getta con borse riutilizzabili comporta la riduzione di almeno 15Kg

5)  Con la decostruzione nel momento in cui vengono ristrutturati gli edifici i beni recuperabili  vengono conferiti all'isola ecologica dove vengono ripuliti e e rivenduti per il loro riutilizzo. (porte, finestre, persiane, elementi di arredo, sanitari, pavimentazioni, tegole, ringhiere, scale a chiocciola, controtelai, serramenti,elettrodomestici, utensili e macchinari. ecc ecc. Questo nuovo accorgimento procura -40 Kg di immondizia per abitante all'anno

6) L'emissione del regolamento comunale per la gestione dei rifiuti dovrà disciplinare le sagre,i mercatini, le feste religiose e gli eventi estivi in modo che i loro rifiuti siano compostabili. -10 Kg per abitante l'anno.


Con questi accorgimenti legati alla campagna per il compostaggio domestico si arriva alla riduzione significativa con un risultato economicamente significativo e rispettoso dell'Ambiente che procurerà la riduzione totale dei rifiuti  pari a circa  -140Kg l'anno. E' un obiettivo ambizioso ma realizzabile con l'allargamento della raccolta differenziata porta a porta al 100% del territorio, con il compostaggio domestico, con i distributori automatici di prodotti sfusi, con l'utilizzo dell'acqua sorgiva, con il sostegno ad un centro per la riparazione , il riuso e la decostruzione, con la realizzazione dell'isola ecologica, con una efficace campagna informativa e con la produzione di lavoro diretto e indotto.

Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni aggiunge questa direttiva al Compostaggio Domestico precisando che qualsiasi azione può essere realizzata autonomamente o in modo complementare tra esse ma che tutte le azioni indistintamente procurano benefici all'Ambiente e ai Cittadini

domenica 23 novembre 2014

Proposta parziale di riassetto per i Rifiuti Solidi Urbani (Porzione biodegradabile) al Comune di Monte San Giovanni Campano.




COMPOSTAGGIO DOMESTICO
DEFINIZIONE, CONTESTI DI APPLICAZIONE E OBIETTIVI
La frazione organica dei rifiuti urbani rappresenta circa il 30%% dell'intero peso ed
è la parte più rilevante dei Rifiuti Urbani Biodegradabili, che comprendono sei tipologie merceologiche contenute nel rifiuto: rifiuti di alimenti (“umido”); rifiuti dei giardini ; carta e cartone; legno; tessili non sintetici; pannolini ed assorbenti.
L’origine della frazione “organica” dei rifiuti urbani, corrispondente alle prime due tipologie merceologiche sopra citate, è rappresentata dalla manutenzione delle aree verdi, pubbliche e private, dalla produzione di scarti di cucina domestica, di esercizi di ristorazione e mense, dalla commercializzazione di frutta e verdura, nonché di fiori.
La gestione dei rifiuti organici può essere effettuata a livello collettivo mediante:
• raccolta differenziata ed avvio ad impianti di recupero specifici (digestione aerobica e/o compostaggio)
• compostaggio di prossimità (es. di frazione, di contrada o rione)
oppure a livello autonomo mediante:
• autocompostaggio (insieme ad altre pratiche quali la pacciamatura per alcuni scarti verdi) per utenze domestiche e
non domestiche
• alimentazione animale
• pacciamatura e bruciatura
Il compostaggio domestico (autocompostaggio effettuato da utenze domestiche) è una pratica con la quale i singoli utenti possono autonomamente recuperare la frazione organica di scarto prodotta durante la propria attività domestica, sia nella sua componente verde, costituita dagli scarti da giardino, sia nella componente umida, costituita dagli scarti alimentari. Attraverso la trasformazione degli scarti organici, prima che essi diventino rifiuto per effetto del conferimento al sistema di raccolta, ed il successivo utilizzo del fertilizzante ottenuto, viene effettuata un’operazione di prevenzione della produzione di rifiuti.
Il compostaggio consiste nella trasformazione della frazione organica di scarto in un ammendante organico (compost), mediante un processo biologico di ossidazione. A livello domestico la trasformazione può avvenire in un piccolo cumulo, in una buca, in un cassone o in un contenitore in plastica a campana (compostiera o composter). Lo studio della frazione umida prodotta in alcuni comuni ha quantificato in 300 g/abitante al giorno la produzione media giornaliera pro-capite di sostanza organica biodegradabile (umida e/o verde) potenzialmente trattabile in ambito domestico.
RIDUZIONE RACCOLTA
Tenendo conto che ai fini della stima dell’effetto della pratica del compostaggio domestico sulla riduzione dei rifiuti conta non tanto il flusso trattato bensì il flusso sottratto (ossia non conferito al sistema pubblico di raccolta), la valutazione non è mai semplice, essendo legata a grandi variabilità soggettive, all’annata, alle stagioni, alle abitudini preesistenti, alla veridicità dei dati forniti dagli utenti ecc.
I dati ad oggi disponibili in aree comparabili sotto i profili climatico, insediativo,
alimentare ecc., oscillano da poco meno di 350 a circa 400 g/abitante al giorno.
Pertanto il valore di 350 g/abitante al giorno costituisce un indicatore sufficientemente affidabile in termini di quantificazione degli obiettivi di riduzione ottenibili con la pratica del compostaggio domestico a Monte San Giovanni Campano.
Il compostaggio domestico, permettendo di diminuire le quantità di rifiuti raccolte, trasportate e trattate, consente di ridurre l’inquinamento generato dal trasporto, l’impatto dell’impianto centralizzato di trattamento ed i relativi consumi energetici. Nello studio ”La stima degli impatti ambientali della riduzione del rifiuto mediante l’analisi del ciclo di vita (LCA - Life Cycle Assessment)” è stato misurato un risparmio di CO2 equivalente di 20 kg/ tonnellata di rifiuto trattato e un risparmio di energia di 298 kWh equivalenti/tonnellata di rifiuto.
La ricaduta economica ed ambientale dipende peraltro molto dal contesto dell’organizzazione locale di raccolta dei rifiuti e dalla incidenza locale della diffusione del compostaggio domestico.
Sul primo aspetto il discrimine più rilevante è costituito dall’effettuazione o meno della raccolta differenziata dell’umido
e/o della frazione verde , nel secondo caso dalla possibilità di modificare e riprogettare i servizi di raccolta per effetto di una massiccia adesione al compostaggio domestico.
Sono compostabili:
• gli scarti di frutta e verdura
• gli scarti di cibo
• i gusci d’uovo sminuzzati
• i fondi di caffè ed i filtri di tè
• i fiori recisi
• la lettiera di piccoli animali
• le foglie e gli sfalci d’erba
• le ramaglie ed il legno purché sminuzzati
• i trucioli di legno
• la cellulosa (fazzoletti di carta ecc.).

Alcuni scarti organici, quali quelli altamente putrescibili (ossa, carne, pesce, formaggio) o quelli a lenta decomposizione
(gusci di frutta secca, foglie di lauro ecc.) devono essere gestiti con alcuni accorgimenti (ad esempio limitando molto
le quantità) o vengono esclusi.
In linea generale i requisiti per l’effettuazione del compostaggio domestico sono:
• la disponibilità del terreno sul quale formare il cumulo o fare la buca o posizionare il contenitore (cassone o compostiera); oppure la disponibilità a detenere e usare una compostiera elettrica da interno.
• la disponibilità di scarti cellulosici per migliorare l’aerazione del materiale ed evitare l’instaurarsi di condizioni
anaerobiche che ostacolerebbero il normale evolversi del processo con ripercussioni negative in termini di sviluppo di
odori sgradevoli e cattiva qualità del prodotto ottenuto;
• la disponibilità di aree verdi, orti, colture in vaso ecc. sui quali impiegare il compost prodotto.
• di foglie e gli sfalci d’erba
• di ramaglie ed il legno purché sminuzzati
• di trucioli di legno
• di cellulosa (fazzoletti di carta ecc.).
RIDUZIONE RACCOLTA
Conseguentemente in linea di massima i primi potenziali destinatari (target di primo livello) del
compostaggio domestico sono le famiglie che abitano in abitazioni rurali o in case unifamiliari o villette a schiera, le quali dispongono dei 3 requisiti principali sopra identificati.
Esistono peraltro soluzioni che possono consentire di allargare il target del compostaggio domestico ad altre categorie di utenze domestiche (target di secondo livello):
• il compostaggio condominiale, là dove sono presenti aree verdi comuni
(compostaggio collettivo o semicollettivo, su scarti organici gestiti nel luogo di
produzione e successivo utilizzo del compost prodotto);
• il compostaggio “senza terra”, con l’utilizzo di alcuni contenitori in plastica,
di terra di svasatura e di un posto riparato (es. box auto), oppure di apposite
“macchine”
• il compostaggio “extra situ”, effettuato in un punto appositamente messo a
disposizione dal Comune e/o dal gestore dei servizi di igiene urbana. (isola ecologica).
Il compostaggio domestico non è solo un metodo di prevenzione della produzione dei rifiuti, ma è anche un intervento culturale, che consente di prendere piena coscienza del problema dell’origine dei rifiuti e di riappropriarsi di una gestione individuale responsabile, come nella tradizione rurale.
In conclusione si riassumono le motivazioni che possono orientare una comunità locale, e quindi i decisori politici, verso la promozione del compostaggio domestico. Esse non sono solo di tipo tecnico, ma anche sociale e politico.
Motivazioni tecniche:
• riduzione dei rifiuti da raccogliere e trattare, con diminuzione certa dei costi di trattamento e (più o meno marcata) delle emissioni legate ai trasporti
• modalità di trattamento dell’umido poco impattante, a differenza del compostaggio industriale, di difficile localizzazione
e accettazione
• riduzione dello smaltimento dei Rifiuti Urbani Biodegradabili in discarica
• riduzione delle esigenze di localizzazione e realizzazione di nuovi impianti di recupero dei rifiuti organici
• riduzione del costo dei servizi di raccolta dell’umido e del verde o addirittura non necessità di erogazionedi tali servizi
• possibilità di attivazione progressiva
• arresto dell’abbandono di pratiche tradizionali di gestione degli scarti organici
• alternativa alla bruciatura all’aperto degli scarti verdi.
Motivazioni sociali:
• responsabilizzazione delle famiglie alla gestione dei propri scarti organici
• sviluppo di legami sociali (esperienze comuni)
Motivazioni di politica locale:
• occasione di comunicare positivamente con gli utenti (si fornisce “qualcosa”, si da una risposta a utenti volontari, non ci sono rischi di contestazioni) e in modo ricorrente
• filiera a forte visibilità in materia di sviluppo sostenibile co produzione di lavoro flessibile.

RIDUZIONE RACCOLTA ,FINALITÀ , TARGET e GUIDA.
In generale i processi di riduzione dell’inquinamento su base territoriale devono essere programmati e pianificati tenendo conto di 5 principi base: l’efficacia, l’efficienza, l'economicità , la fattibilità e l’accettabilità da parte della popolazione
La presente guida vuole essere una traccia metodologica per l'azione dei decisori politici (sindaco, assessore all’ambiente , consiglieri, e dei tecnici dell' Amministrazione Comunale) al fine della realizzazione di iniziative di promozione del compostaggio domestico efficaci e sostenibili, con lo scopo di evitare alcuni errori e di tenere conto delle buone pratiche già consolidate.
Infatti condizione essenziale per condurre programmi “vincenti” sono la piena condivisione degli amministratori locali e la motivazione dei tecnici coinvolti.
Amministratori “convinti” sosterranno il progetto nelle sedi opportune, si impegneranno negli eventi pubblici, approveranno i budget necessari per l’informazione e il monitoraggio del programma, verificheranno i risultati.
Tecnici “motivati” effettueranno con impegno le azioni, seguendole con cura, difenderanno il progetto con gli amministratori locali e raggiungeranno gli obiettivi obbligatori per legge.
Le informazioni contenute potranno inoltre rivestire interesse anche per i funzionari addetti al controllo ambientale ed al rispetto del regolamento Ambientale se si farà.
In ogni caso coloro che dovranno operare a titolo professionale all’interno di programmi di promozione del compostaggio domestico (animatori, divulgatori, controllori ecc.) dovranno disporre di un solido background di conoscenze e capacità, eventualmente costruito attraverso un processo di formazione.(Il Comune è Ente formatore)
La guida intende descrivere il percorso e le iniziative da attuare per promuovere su scala locale il compostaggio domestico, coinvolgendo le famiglie e creando le condizioni per avere risultati concreti e duraturi nel tempo.
A questo fine vengono individuati una serie integrata di strumenti economici, normativi, di formazione, di comunicazione, nonché le possibili relazioni sinergiche con il “mix” dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani.
La guida vuole offrire risposte ai principali quesiti su cui ruota la promozione della pratica del compostaggio domestico:
• come sensibilizzare e informare gli amministratori ed i tecnici locali
• come coinvolgere i cittadini
• come trasferire alle famiglie che intendono praticare il compostaggio domestico le conoscenze tecniche
• come misurare l’efficacia del compostaggio domestico
• come garantire sostenibilità nel tempo al sistema
I contenuti derivano sia dalle esperienza di buone pratiche censite sia da
documenti redatti da Istituzioni ed Agenzie.
RIDUZIONE RACCOLTA
FASI E STRUMENTI DEL PROGRAMMA DI PROMOZIONE
DEL COMPOSTAGGIO DOMESTICO
Il percorso di promozione del compostaggio domestico può essere individuato in quattro tappe

1. Analisi del contesto, coinvolgimento degli amministratori e tecnici locali e fissazione degli
obiettivi
2. Lancio dell’operazione
3. Accompagnamento degli utenti
4. Valutazione dei risultati e dei costi ed estensione dell’operazione.
Gli elementi chiave del programma sono così individuati:
• l’operazione deve essere integrata con il complesso delle azioni attuate sul territorio in tema di gestione dei rifi uti urbani, comprese le pratiche già esistenti di compostaggio domestico (circa 900 compostiere già consegnate dalla precedente Amministrazione Comunale).
• l’operazione del compostaggio domestico non si può limitare alla distribuzione delle compostiere
• si devono definire un obiettivo strategico sul ruolo assegnato a tale pratica e obiettivi precisi sul tasso di popolazione coinvolta e quantità di rifiuti organici sottratte alla gestione “collettiva”, anche attraverso l’aumento di coloro che praticano il compostaggio tradizionale (es. cumulo)
• il programma deve essere concepito come un vero progetto, con la creazione di un’equipe dedicata
• l’accompagnamento degli utenti è una fase essenziale, per fare aderire e mantenere la motivazione,
per attuare un “ascolto attivo” delle problematiche riscontrate dagli utenti e dare loro delle risposte.
Analisi del contesto, coinvolgimento degli amministratori e tecnici locali e fissazione degli obiettivi
La conoscenza del contesto consente di definire delle strategie appropriate, verificare la sensibilità di cittadini, tecnici ed amministratori sul tema e fissare degli obiettivi mirati.
Gli elementi da conoscere sono:
• assetto urbanistico del territorio
• flussi quali-quantitativi dei rifi uti e modalità di raccolta e recupero
• attuale diffusione della pratica del compostaggio domestico
• risorse umane disponibili per il progetto (tecnici, associazioni, volontari)
Le potenzialità di diffusione del compostaggio domestico sono legate alle caratteristiche residenziali del territorio, costituendo esse la variabile che condiziona la presenza dei requisiti enunciati nella parte introduttiva del presente documento e quindi del target di primo livello. Pertanto la presenza di abitazioni mono-bi familiari (ville, villette,
case a schiera, abitazioni rurali ecc.), con area verde annessa, è ovviamente un fattore favorevole alla diffusione del compostaggio domestico. In linea generale possiamo avere:
• abitati rurali o vecchie aree periferiche a sviluppo orizzontale
• abitati recenti a sviluppo orizzontale,
• abitati a sviluppo verticale
• centri storici ( Ce ne sono 2)
Mentre in passato l’autogestione degli scarti organici era prerogativa delle abitazioni rurali (es. in concimaia) ed in generale dei territori rurali, in stretta connessione ad una cultura rurale, oggi con la progressiva diffusione della città diffusa , il fenomeno dovrebbe coinvolgere anche questa nuova e peculiare tipologia.
RIDUZIONE RACCOLTA
I flussi quali-quantitativi dei rifiuti urbani sono determinati dalla composizione merceologica lorda e dalle raccolte differenziate attivate. In questo quadro il compostaggio domestico può svolgere un semplice ruolo di prevenzione di una parte dei rifiuti organici, con vantaggi sui costi di
smaltimento/recupero, oppure una funzione integrata con quella dei servizi di raccolta differenziata,
con vantaggi anche sul costo complessivo di tali servizi.
Il compostaggio domestico può essere complementare o sostitutivo della raccolta porta a porta dell’umido, sia a livello del singolo utente, sia a livello di servizi sul territorio.
Per l’utente, alla partecipazione al programma di compostaggio domestico si associa normalmente la rinuncia al servizio di raccolta domiciliare dell’umido.
Su scala territoriale solitamente il compostaggio domestico si integra con la raccolta porta a porta dell’umido, riducendo i costi del servizio e, in misura più consistente, quelli di recupero della frazione organica.
Nelle zone disperse e decentrate il compostaggio domestico promosso in misura spinta e associato a raccolta differenziata con frequenza ridotta (es. settimanale) può sostituire la raccolta dell’umido e consente di ottenere grandi prestazioni in termini di riduzione dei
rifiuti, raccolta differenziata ed economicità del sistema.

Nel caso di nuovi progetti la conoscenza del compostaggio domestico, ma anche delle attuali modalità di gestione del rifiuto organico da parte degli utenti che non praticano ancora il compostaggio domestico, può avvenire attraverso un’inchiesta preliminare, da attuarsi mediante interviste telefoniche oppure interviste dirette in occasione di qualche evento aggregativo o presso luoghi di passaggio oppure mailing a tutte le famiglie (o questionario presente in una pubblicazione a diffusione globale, come il sito web e mediante volantinaggio porta a porta).
Le varie modalità possono essere integrate.
RIDUZIONE RACCOLTA -
La disponibilità di risorse umane da dedicare nelle varie fasi del percorso di promozione del compostaggio domestico
è condizionata dalla struttura dell’Ente ed alle competenze attivabili, ma anche dalla capacità di realizzare operazioni di Fund Raising, le quali (ad esempio progetti Provinciali o Regionali) possono consentire di attivare risorse per consulenze e servizi esterni o contratti specifici a collaboratori, nonché per l’acquisto di strumenti.
Sotto il profilo organizzativo il programma dovrebbe prevedere un assetto comprendente:
• un servizio interno all’organizzazione incaricata con una figura con compiti
di responsabile e coordinatore del progetto
• eventuali strutture intermedie di supporto (associazioni, consulenti ecc.)
• una o più figure tecniche professionali
• un’eventuale rete di volontari (“eco volontari”).
Coinvolgimento degli amministratori e tecnici locali
Tutti gli elementi di diagnosi e soprattutto la fissazione degli obiettivi devono essere condivisi dagli amministratori e tecnici locali, anche per i progetti stabiliti, gestiti a livello comunale perché in ogni caso sulla scala comunale si gioca la possibilità di attivare meccanismi di incentivazione, controlli, convincimento ecc.
Gli attori della politica locale di gestione dei rifiuti devono essere coscienti delle potenzialità economiche ed ambientali della pratica del compostaggio domestico, conoscere la filiera dei rifiuti urbani, con particolare riferimento ai rifiuti biodegradabili, e le buone pratiche in materia.
Gli strumenti individuati sono i seguenti.
Scheda (pieghevole) informativi
Si tratta di un materiale, da diffondere verso il target specifico, nel quale vengono riportati:
• la descrizione sintetica del compostaggio domestico;
• le motivazioni ambientali, economiche e culturali;
• gli strumenti da mettere in gioco (Regolamenti gestione rifiuti e regolamento TARI, sconti su TARI,
fornitura attrezzature a prezzi agevolati, comunicazione, informazione e formazione dei cittadini, monitoraggio e
controllo, servizi di assistenza tecnica ecc.);
• le fasi in cui si articola un progetto di promozione del compostaggio domestico;
• alcuni indicatori tecnici ed economici (livelli attesi di diffusione della pratica, costi/benefi ci ecc.);
• alcuni casi di successo. (es. Comune di Capannori)
Incontri informativi e formativi
L’effettuazione di un intervento specifico, avente durata di almeno 3-4 ore , è fondamentale, perché
consente di svolgere un’azione congiunta di animazione, sensibilizzazione, informazione e formazione.
RIDUZIONE RACCOLTA
Gli obiettivi sono:
• far acquisire un linguaggio ed una “cultura” condivisa sul tema del compostaggio domestico
• consentire di collocare questa pratica nel contesto più generale della gestione dei rifiuti urbani
• identificare interessi e leve su cui agire in un’operazione di promozione del compostaggio domestico
• individuare le fasi in cui si articola la promozione del compostaggio domestico su scala territoriale
• far conoscere le condizioni di riuscita (fattori di successo)
• identificare gli elementi di monitoraggio e valutazione di efficacia
Le tematiche trattate saranno quelle individuate per il pieghevole informativo.
È importante la possibilità di condurre gli incontri in modo il più possibile interattivo, al fine di meglio coniugare le logiche
generali con lo specifico contesto locale ed analizzare la eventuali problematiche in materia già evidenziate.
Fissazione degli obiettivi
La fissazione degli obiettivi nell’ambito territoriale individuato dipende dalle caratteristiche degli edifici (presenza di case con verde, condomini, centri storici ecc.), dalle strategie globali di gestione dei rifiuti organici, dalla capacità di supportare programmi più o meno complessi.
Tenendo conto che su scala territoriale non spiccatamente urbana il 10-15% delle famiglie (delle quali alcune già praticanti) viene di solito spontaneamente coinvolta in un programma di promozione del compostaggio domestico,
si può adottare una strategia più “spinta “ (strategia push) con l’obiettivo di coinvolgere anche coloro che non aderirebbero spontaneamente , o una più “morbida” (strategia pull), che comunque deve
essere caratterizzata da un monitoraggio adeguato ed una progressiva ricalibrazione.
In territori “vocati” si può pensare di raggiungere, attraverso operazioni che consentano di coinvolgere anche target di secondo livello (ossia utenze domestiche “collettive”), un grado di adesione al compostaggio domestico pressoché totale.
Poiché comunque in generale alla dimensione comunale corrisponde una determinata configurazione urbanistica, a livello indicativo si possono individuare obiettivi teorici di coinvolgimento delle famiglie in funzione della popolazione comunale. Per Monte San Giovanni Campano è stato ipotizato un obiettivo del 50% al primo anno e 75% al secondo anno con incentivazioni variabili dal 10 al 15% (sconto sulla bolletta).


RIDUZIONE RACCOLTA
Lancio del Programma
Gli obiettivi di questa fase sono:
• rafforzare le pratiche esistenti di gestione autonoma dei rifiuti organici
• stimolare gli utenti, affinché adottino la pratica del compostaggio domestico.
Le operazioni chiave della fase di lancio sono:
• individuare strumenti per rafforzare le pratiche esistenti e stimolare
l’adesione al programma di nuovi utenti, comprese azioni regolamentari
ed amministrative
• mettere a disposizione delle famiglie le compostiere
• scegliere le modalità di distribuzione di compostiere e materiali
• lanciare le azioni di comunicazione.
Individuazione di strumenti di coinvolgimento dei cittadini
Innanzitutto una riflessione approfondita va fatta rispetto alle risposte alla domanda “Come coinvolgere i cittadini”, con l’obiettivo sia di mantenere e rafforzare la partecipazione di chi già pratica il compostaggio domestico, sia di allargare la platea.
È noto come i comportamenti dei cittadini siano originati da una serie articolata di motivazioni di carattere culturale, sociale, economico.
Nel caso specifico della promozione del compostaggio domestico, sotto il primo profilo la leva su cui agire è essenzialmente
la necessità di preservare l’ambiente. Ne consegue che dal punto di vista sociale debba essere rafforzata e valorizzata la consapevolezza di poter svolgere a tal fine un proprio ruolo autonomo (concetto di “eco cittadinanza”).
Molto importante inoltre, ancora agendo sulla sfera sociale, agire sull’elemento imitazione, e quindi puntare, nei vari contesti, a livelli di diffusione del compostaggio domestico molto alti, in modo che questa pratica assuma connotati di “normalità” e non di eccezionalità.
Un altro fattore sul quale agire, e che rientra nella componente “sociale” dei comportamenti, è il rispetto delle regole stabilite a livello locale (comunale) per la gestione dei rifiuti, dalle quali si originano gli obblighi ed i divieti per gli utenti ed i diritti di fruizione dei servizi pubblici.
Costituiscono una precondizione essenziale per la diffusione del compostaggio domestico il divieto di immissione degli scarti di cucina (umido) e della frazione verde nei contenitori destinati alla raccolta del rifiuto indifferenziato. Tale divieto ovviamente presuppone l’attivazione delle relative raccolte differenziate, con raccolta stradale e almeno possibilità di conferimento nell'indispensabile isola ecologica.
Per contro, come in precedenza enunciato, occorre evitare l’attivazione di servizi di raccolta a domicilio gratuita della frazione verde, che offre un’alternativa molto comoda al compostaggio domestico e comporta rilevanti costi per la collettività.
Nelle realtà territoriali in cui, causa la dispersione abitativa e/o la distanza da impianti di recupero, non è economicamente
sostenibile l’attivazione di una raccolta capillare dell’umido e parallelamente vi sono le condizioni potenziali per un’alta diffusione del compostaggio domestico (aree rurali con prevalenza di abitazioni con aree verdi annesse), la promozione passa anche attraverso l’erogazione di AGEVOLAZIONI ECONOMICHE che limitino la possibilità di conferire
la frazione organica: raccolta del rifiuto indifferenziato settimanale eventualmente rafforzata dal divieto di conferimento di umido e frazione verde nei contenitori del rifiuto indifferenziato. Questa scelta
deve essere adeguatamente comunicata e spiegata agli utenti, illustrando e facendo condividere gli obiettivi di salvaguardia dell’ambiente con le ragioni del contenimento dei costi dei servizi, e cercando di instaurare un vero rapporto di fiducia tra istituzione locale e cittadini ma anche per il sicuro risparmio attraverso le agevolazioni.
RIDUZIONE RACCOLTA
La leva economica è un elemento importante, anche se, come per tutti gli interventi di promozione di comportamenti ambientalmente pro attivi da parte dei cittadini, non va enfatizzata e non può essere esclusiva. Si può agire attraverso due canali:
• l’incentivazione mediante sconto sulla TARI alle famiglie che si impegnano a praticare il compostaggio
domestico, secondo uno schema basato su un disciplinare d’adesione e la conseguente assunzione di responsabilità
(sconto del 10 / 15 % sulla TARI)
• la fornitura di attrezzature (compostiera) a prezzo agevolato (10-30 €) od anche gratuito (o in comodato d’uso, con eventuale cauzione o meglio ancora con canone annuale da detrarre sullo sconto percepito per il compostaggio).
In linea generale lo sconto, applicato a tutte le modalità di compostaggio, si rileva uno strumento
importante, dal quale si può prescindere solo nelle situazioni in cui si hanno obiettivi di una diffusione maggioritaria del compostaggio domestico, e dove quindi avrebbe meno senso (si punta in questi casi ad una riduzione per tutti del costo dei servizi). La possibilità di far acquistare direttamente dagli utenti le compostiere, rimborsandone una quota previa
presentazione della fattura, mentre solleva l’Ente promotore da procedure di acquisto e oneri di stoccaggio, rende un po’ più complicato per l’utente il percorso di acquisto e soprattutto più difficile l’ottenimento delle forte economie di scala ottenibili con l’acquisto collettivo.
La semplice fornitura gratuita delle compostiere normalmente è meno auspicabile, poiché non consente, se non accompagnata da azioni capillari di controllo, di “filtrare” adeguatamente la reale volontà di effettuare il compostaggio domestico, cosa meglio garantita dal pagamento, anche ridotto, dell’attrezzatura o mediante l'obbligatorietà del deposito cauzionale. Vi sono però esperienze che individuano un tasso di adesione superiore, legata alla più elevata percentuale di coloro che “provano” la nuova pratica, e quindi un efficacia complessiva superiore.
Tendenzialmente alla riduzione sulla TARI si dovrebbe associare il pagamento (ridotto) della compostiera, mentre la fornitura gratuita delle compostiere potrebbe accompagnare le famiglie indigenti.
Completa il ventaglio delle motivazioni economiche la possibilità, garantita dall’autoproduzione di compost, di risparmiare sull’acquisto di fertilizzanti (ammendanti e concimi). In tal senso forse è ancora più allettante la gratificazione di aver trasformato i rifiuti originando un materiale di cui si conoscono perfettamente le materie prime.
RIDUZIONE RACCOLTA
La partecipazione dei cittadini ai programmi di promozione del compostaggio domestico si può ottenere attraverso l’utilizzo di un insieme integrato di strumenti, di varia natura, di seguito descritti.
Strumenti amministrativi
Il compostaggio domestico deve aver formalmente un ruolo importante nei principi di gestione locale dei rifiuti.
Tale ruolo si deve evidenziare nel Regolamentoi Comunale di gestione dei rifiuti e può essere rafforzato da atti inerenti l’attuazione di un programma specifico per effettuare una serie di azioni,
quali incentivazione economica, controlli , regolamento per le sagre, mercati, mense scolastiche ecc.).
La possibilità di effettuare sconti sulla TARI deve essere riportata nel relativo Regolamento
comunale. A questo proposito l’individuazione delle modalità di compostaggio domestico riconosciute devono comprendere altre forme oltre alla compostiera (cassone, buca, cumulo, concimaia ecc.) e non devono essere posti limiti minimi di superficie verde a disposizione.
Il “patto” tra cittadini e pubblica amministrazione deve essere regolato da un contratto, comprendente un disciplinare
d’adesione nel quale sono riportati gli obblighi tra le parti.
Da un lato il Comune (o il gestore della Tariffa) si impegna a fornire, se richiesta, una compostiera a prezzo agevolato, un corso e materiali informativi gratuiti, eventuale assistenza tecnica a distanza (telefono, email) ed a praticare uno sconto sulla TARI (mediante apposito modulo di richiesta). Dall’altra il Capofamiglia, intestatario del tributo, si impegna:
• ad effettuare il compostaggio domestico per gli scarti alimentari ed i rifiuti verdi;
• a sottostare ad eventuali controlli;
• a compilare, annualmente, l’eventuale questionario conoscitivo.
In precedenza sono state illustrate le possibili varianti a questo schema (es. fornitura in comodato), che comunque
determinano anch’esse un reciproco impegno formale tra le parti.
Viene peraltro prevista la facoltà di interrompere la pratica del compostaggio domestico, con conseguente perdita per
l’anno in corso dei benefici economici.
Qualificazione degli utenti “ compostatori domestici”
Un elemento importante, adottato soprattutto nell’esperienza
italiana, è la qualificazione dei “compostatori domestici”.
Normalmente avviene attraverso l’iscrizione ad una apposita ”anagrafe” compostatori.
I relativi requisiti sono:
• la partecipazione ai corsi/incontri di formazione [ed eventuale il
superamento di un relativo test] oppure
• la disponibilità di un titolo di studio inerente le materie agrarie o
biologiche oppure
• la qualifica professionale di imprenditore agricolo o giardiniere.
Anche in questo caso l’obiettivo è ottenere, attraverso una più
adeguata conoscenza del processo da parte degli utenti, una
migliore garanzia di una pratica corretta e più soddisfacente, e
quindi un’efficacia superiore del programma nel suo complesso.
Dall’altro versante questa prassi, aumentando lievemente le “barriere
all’ingresso” al compostaggio domestico (come la fornitura della
compostiera a pagamento) può impedire ad utenti meno motivati di
“provare” questa nuova pratica.
RIDUZIONE RACCOLTA
Acquisto e distribuzione delle compostiere
L’acquisto e la fornitura agli utenti di compostiere impegna l’Ente Comune innanzitutto nella ricerca di risorse finanziarie straordinarie e/o nello stanziamento di risorse ordinarie per anticipare la spesa.
In una logica di integrazione dei sistemi di raccolta e di prevenzione, l’acquisto di compostiere, così come i costi base di un programma di promozione del compostaggio domestico, dovrebbero essere considerati parte integranti dei costi di gestione
dei rifiuti urbani, così come quelli di raccolta, smaltimento e recupero e quindi contenuti nel relativo Piano Finanziario.
L’ acquisto avverrà, mediante le procedure di legge, sulla base di una specifica tecnica (“Norme Tecniche” del Capitolato).
In commercio esistono diversi tipi di compostiere e la scelta può essere fatta in funzione delle esigenze personali e dell’ambiente in cui va inserita.
Per un nucleo familiare di 4 persone è generalmente consigliabile una compostiera da 300 litri. Il materiale sarà
polietilene (HDPE) o polipropilene (PP), opportunamente trattati per la resistenza agli UV.
Sono da preferire prodotti in materiale riciclato (“acquisto verde”).
Tra gli aspetti funzionali da tenere presenti:
• la bocca di immissione deve essere molto ampia al fine di agevolare le operazioni di inserimento dei rifiuti e le periodiche operazioni di “rivoltamento” anche se sono in commercio compostiere che non hanno bisogno di “rivoltamento”.
• il portellino posto alla base del fusto deve avere dimensioni tali da rendere comode le operazioni di estrazione del compost
• gli eventuali coni di areazione che si trovano alla base del fusto devono essere posti in modo tale da non ostacolare le operazioni di rivoltamento ed estrazione.

Successivamente all’approvvigionamento, accanto alla risoluzione delle problematiche logistiche di stoccaggio, dovranno essere approntate le operazioni di distribuzione.
La distribuzione potrà avvenire presso il magazzino o la sede comunale, la sede dell’azienda di igiene urbana o altri luoghi dove sarà possibile stoccare ed effettuare la consegna, secondo le procedure e con l’utilizzo della modulistica stabilita . È meno praticabile la consegna al termine degli incontri pubblici di formazione.
In caso di consegna concentrata nel tempo (es. un weekend), occorre valutare gli aspetti logistici legati all’arrivo delle persone e delle auto e dotarsi di un’adeguata organizzazione al fine di ridurre i tempi di attesa.
Campagna di comunicazione
Un’adeguata campagna di comunicazione deve avere un obiettivo specifico e preciso: i cittadini devono essere sensibilizzati e informati sulle motivazioni del compostaggio domestico, sulle opportunità ambientali ed economiche,
sulle strategie attuate su scala territoriale, sui servizi e sulle agevolazioni fornite.
All’avvio i messaggi sono finalizzati innanzitutto ad aiutare gli utenti a riuscire nella pratica del compostaggio domestico.
Occorre parallelamente sviluppare una comunicazione specifica presso coloro che sono già compostatori domestici.
Deve essere assicurata, per tutti gli utenti coinvolti dalla comunicazione, la visibilità della campagna nel territorio, anche attraverso l’utilizzo di diversi e molteplici strumenti informativi: in prima istanza si opera il lancio della campagna, attraverso una conferenza/comunicato stampa e lo stimolo per l’uscita sui media locali (es. giornali) di articoli specifici.
In stretta successione si effettuano l’affissione di strumenti promozionali sul territorio (manifesti e locandine) e la realizzazione di banner e inserti sul sito WEB istituzionale una eventuale mailing con l’obiettivo di informare la cittadinanza dell’opportunità del compostaggio domestico e dell’effettuazione degli incontri formativi specifici.
RIDUZIONE RACCOLTA
Parallelamente si producono materiali informativi cartacei, che possono essere di tre livelli:
• un pieghevole sintetico che illustra che cosa è il compostaggio domestico, le motivazioni e le
opportunità, le modalità di adesione;
• un manuale tecnico sintetico con taglio divulgativo;
• un manuale tecnico più dettagliato.
Il primo, non sempre necessario, soprattutto in territori “maturi” nell’ambito di progetti relativi alle raccolte differenziate e/o dove il compostaggio domestico ha già avuto una certa espansione, può essere diffuso su larga scala (Comune, negozi di giardinaggio e fai da te ecc.).
La scelta della tipologia di manuali è legata a valutazioni contingenti (budget disponibile, tipo di pubblico, interesse personale ecc.). Essi saranno forniti gratuitamente in via prioritaria ai partecipanti agli incontri formativi e comunque in occasione dell’iscrizione all’Albo Compostatori.
In base alla disponibilità dei relativi diritti d’autore può essere prevista la pubblicazione di un manuale scaricabile sul sito WEB del promotore dell’iniziativa di diffusione del compostaggio domestico.
Di fondamentale importanza è l’essenzialità del messaggio e la priorità di lettura: tutti i messaggi devono essere
veicolati attraverso una forma grafica semplice e di immediata ed inequivocabile lettura.
La campagna di comunicazione può essere rafforzata attraverso tre strumenti specifici:
• l’allestimento di “info-point” presso mercati, fiere e manifestazioni (gazebo con banchetto con materiale informativo e “animatore” ed eventuale “totem”);
• l’effettuazione di interventi nelle scuole; questi, per essere realmente efficaci, devono comprendere, oltre ad attività teorica, una parte pratica di compostaggio degli scarti di mensa (“se faccio, imparo”), attività peraltro da non sottovalutare, che richiede la presenza di personale o incaricati adeguatamente competenti. La gestione “virtuosa”
degli scarti alimentari attraverso il compostaggio può essere integrata da attività di sensibilizzazione verso altri aspetti rilevanti, quali la riduzione complessiva dei rifiuti, il contrasto allo spreco e la corretta alimentazione (gestione sostenibile delle mense scolastiche);
• l’implementazione dell’eventuale servizio di “Numero Verde” o di “Sportello informativo” con informazioni sul compostaggio domestico;
• sezione dedicata su sito web del Comune, comprensiva anche di strumenti, consigli, FAQ, ecc
WEB.
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Accompagnamento degli utenti
L’obiettivo di questa fase è consolidare le pratiche degli utenti in tema di compostaggio domestico e in generale di gestione autonoma dei rifiuti organici
Gli elementi chiave dell’accompagnamento sono la durata e l’intensità: poiché il compostaggio richiede l’acquisizione di una tecnica che utilizza materiali variabili nel corso dell’anno e si svolge in condizioni ambientali diverse, è necessario 1 anno di accompagnamento.
Sotto il profilo organizzativo gli attori che intervengono possono essere così individuati:
• un servizio interno all’organizzazione incaricata ;
• eventuali strutture intermedie di supporto (associazioni, consulenti ecc.)
• una figura tecnica di riferimento , pagata dall’organizzazione o dalla
struttura di supporto, dotata di una formazione scolastica sulle tematiche agrario-forestali e di una formazione specifica.
• una figura di referente volontario , che accompagna su scala locale le famiglie praticanti il compostaggio domestico, sotto la regia del responsabile tecnico; è necessario aver acquisito
buone competenze sul tema del compostaggio domestico, attraverso una formazione adeguata. Si tratta di un “eco volontario specializzato”.
Una delle domande a cui questa fase deve dare risposte è “Come trasferire alle famiglie che intendono praticare il compostaggio le conoscenze tecniche”. Infatti l’effettuazione del compostaggio domestico richiede la disponibilità di alcuni elementi conoscitivi, spesso non disponibili attraverso la sola esperienza pratica. Essa è tanto più importante
quanto più la cerchia degli aderenti al programma si allontana dallo “zoccolo duro” dei praticanti “spontanei”.
Incontri pubblici per la formazione degli utenti
Lo strumento principale individuato è l’effettuazione di appositi
incontri formativi (“corsi”), da utilizzarsi anche come momento
di qualificazione ed accredito soggettivo (Il Comune è un Ente di formazione)
Gli obiettivi sono:
• far condividere il più possibile le motivazioni del compostaggio
domestico
• fornire un livello base di conoscenza e di terminologia del processo
• far conoscere le modalità di compostaggio, gli accorgimenti da adottare, i problemi riscontrabili e le relative soluzioni,
contrastando le false idee
• fornire consigli e precauzioni d’uso
• dare informazioni sulle attività connesse al programma di promozione del compostaggio domestico
Sotto il profilo dei contenuti i temi da trattare sono:
• Che cosa è il compostaggio: materiali, processo, agenti ecc.
• Perché compostare: benefici ambientali ed economici, inquadramento del compostaggio domestico nell’assetto
locale della gestione dei rifiuti
• Come compostare: tecniche e attrezzature per il compostaggio domestico, indicatori di processo, problemi e soluzioni
• Come utilizzare il compost
• Cenni ai servizi di supporto (monitoraggio, controlli, assistenza tecnica)
Uno schema particolarmente efficace è quello che prevede una parte teorica (es. serata infrasettimanale) e una parte pratica (es. mezza giornata del sabato).
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Visite a domicilio
Si tratta di un elemento importante del programma, essendo caratterizzata da una funzione di tipo
informativo, con la fornitura di consigli, strategie, accorgimenti per migliorare il compostaggio domestico e da un’innegabile funzione di controllo. Inoltre esse costituiscono un’occasione per raccogliere elementi per il monitoraggio dell’andamento dell’iniziativa (cfr. Valutazione del programma).
Le visite possono essere formali (sulla base della dichiarazione sottoscritta dall’utente in fase di sottoscrizione dell’adesione al programma), realizzate dai tecnici incaricati. Si possono anche prevedere visite informali da parte dei volontari. Ovviamente per le visite vanno adottati tutti gli accorgimenti ai fi ni della riconoscibilità delle persone e tracciabilità dei riscontri, nonché opportunamente divulgate le buone pratiche comportamentali.
Sportello informativo
Oltre ai citati manuali informativi, forniti in occasione dei corsi o dell’iscrizione all’Albo compostatori, ed a quello eventualmente scaricabile dal WEB, è opportuno attivare uno sportello informativo, che oggi è più razionalmente gestibile utilizzando l’e-mail.
Altri servizi connessi
Tra questi si possono citare:
• la triturazione a domicilio delle potature e degli scarti legnosi (se il diametro è superiore a 5 mm la degradazione è
molto lenta), quando le quantità sono importanti
• la fornitura di triturato all'isola ecologica
• la fornitura di attrezzi e di attivatori del processo di compostaggio.
Valutazione dei risultati e dei costi ed estensione del Programma
Questa fase comprende:
• la misura dell’impatto del programma, anche in termini di costi/benefici
• l’attuazione di eventuali azioni correttive
• l’estensione del programma
• la valutazione della qualità dell’interazione utenti, amministrazione, attori del processo.
La valutazione del programma si pone gli obiettivi di confrontare i risultati con quanto previsto in fase di pianificazione, definire azioni correttive, rafforzare la credibilità del progetto.
La prima domanda a cui dare risposta è “Come misurare l’efficacia del programma di promozione compostaggio domestico”, ossia la sua ricaduta sul sistema di gestione dei rifiuti urbani.
Gli elementi indagati sono:
• la partecipazione alla gestione domestica dei rifi uti organici (possibilmente anche valutando la gestione attraverso
l’alimentazione animale, la pacciamatura ecc.)
• l’adeguatezza dei processi di compostaggio condotti
• l’utilizzazione del compost prodotto
• l’adesione al programma attraverso la partecipazione a corsi, riunioni, eventi
• le chiamate/richieste allo sportello informativo
• le quantità di rifiuti urbani sottratte alla raccolta
• la soddisfazione degli utenti
• i costi sostenuti per l’attuazione del progetto di promozione ed i benefi ci economici ottenuti
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Esistono diversi metodi di valutazione:
• sondaggi
• visite a domicilio
• misurazioni sui flussi di rifiuti. (possibilmente non interpretativi scambiando i flussi per gli stock come sempre avviene perché c'è differenza).
I sondaggi, telefonici, con questionari spediti o allegati a pubblicazioni inviate dal Comune oppure
somministrati in occasione di manifestazioni ed eventi, consentono di avere una prima indicazione sull’andamento del programma, ma non di avere un quadro preciso. Normalmente sono effettuati dopo un anno dalla distribuzione delle compostiere ed eventualmente ripetuti l’anno successivo.
Le visite a domicilio sono ritenute insostituibili per avere il “polso” preciso dell’andamento del programma e, come in precedenza affermato, possono svolgere un’azione di accompagnamento (“consulenza”), controllo, rimotivazione verso l’utente.
Al fine di poter effettuare un programma di visite a campione, è importante “profilare” gli utenti, prevedendo all’atto della registrazione la richiesta di alcuni dati (età, sesso, titolo di studio, occupazione, tipologia di edificio, tipologia di area a verde e relativa estensione ecc.).
È meglio disporre di un numero di controllori/intervistatori ridotto, per evitare difformità di valutazione.
Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di promozione del compostaggio domestico, le visite dovrebbero essere effettuate dai tecnici incaricati dal Comune o dell’Ente di governo nonché personale esterno. Quando la visita non ha valenza formale di controllo (ad esempio se non è finalizzata al mantenimento della riduzione sulla TARI può essere effettuata dagli ecovolontari.
È evidente, come prima accennato, che per questo ruolo devono essere presenti alcune competenze ben precise:
• un livello buono di conoscenza e di terminologia del processo
• conoscere bene le modalità di compostaggio e gli accorgimenti da adottare
• saper affrontare i problemi normalmente riscontrati dagli utenti e proporre le relative soluzioni
• saper collocare questa pratica nel contesto più generale della gestione dei rifiuti urbani
• conoscere bene gli elementi di monitoraggio e di valutazione di efficacia
• conoscere il proprio ruolo e gli obiettivi del proprio lavoro, con definizione di procedure, check list, questionari e strumenti di elaborazione
• capacità di gestire correttamente la relazione con gli utenti.
Nel caso in cui le competenze vadano create, si deve partire possibilmente da una scolarità di base coerente con l’argomento ed attuare interventi formativi specifici. I temi trattati saranno quelli illustrati per i corsi per amministratori e tecnici comunali e per i cittadini, ovviamente con gli opportuni approfondimenti tecnici, e con una parte sugli elementi
relazionali con gli utenti.
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Campagne di pesatura possono essere effettuate
mediante:
• un bilancio globale dei flussi di rifiuti urbani sul territorio, prima e dopo l’attuazione del programma
• la pesatura dei rifiuti domestici su doppio campione
• una campagna di pesature sui rifiuti immessi al compostaggio.
Il bilancio globale è facile da attuarsi nel momento di lancio
ex novo del compostaggio domestico, ma necessita di un periodo
(almeno 2 anni) di stabilità dell’organizzazione dei servizi
di raccolta e del contesto socio-economico, altrimenti i
dati non sono più confrontabili.
La pesatura su doppio campione prevede la valutazione
della differenza di produzione di rifiuti tra un campione di
praticanti il compostaggio domestico e un campione omologo di
utenti che non praticano il compostaggio domestico. Agli utenti
non è richiesto alcun impegno, ma la scelta del campione non è
semplice e l’organizzazione non banale, dovendo integrarsi con
quella di normale raccolta dei rifiuti.
La pesatura dei rifiuti immessi al compostaggio presso un
campione di utenti viene effettuata utilizzando la collaborazione volontaria di un gruppo di utenti. Questi sono forniti di bilancia e devono annotare giornalmente i dati su una tabella. Questo metodo consente di ottenere dei dati “veri”, ben utilizzabili anche ai fini comunicativi (principio di imitazione) ed è poco costoso. Per contro si basa su volontari,
normalmente bravi “differenziatori”, presenti in numero limitato e che quindi offrono uno campione superiore alla media
in termini di qualità della partecipazione al programma. Inoltre la pesatura della frazione verde non è semplice. I risultati ottenuti si possono quindi considerare quasi come un obiettivo raggiungibile (potenzialità).

A questo punto una domanda importante a cui dare risposta è “Come garantire sostenibilità ai programmi di promozione del compostaggio domestico".
La sostenibilità nel tempo dell’efficacia di un programma di promozione del compostaggio domestico è data da un
lato dall’ottenimento, da parte degli utenti, dei vantaggi attesi (economici, di gratificazione individuale e sociale ecc.) e dall’altra dalla consapevolezza di essere all’interno di un sistema serio e rigoroso.
Pertanto in prima istanza deve continuamente essere aperto il canale informativo biunivoco tra utenti e soggetto promotore : da un lato per segnalazione problematiche, esigenze ecc., dall’altro per informazioni tecniche, aggiornamenti sui risultati, sui risparmi globali ottenuti ecc.
Parallelamente deve essere svolta, come più volte in precedenza affermato, un’azione di monitoraggio e controllo, che consenta sia di arricchire il quadro di informazioni e indicatori sull’andamento del programma, sia di far percepire
il sistema di regole in cui si colloca.
In ultimo può giocare un ruolo non secondario il far percepire ai cittadini che praticano il compostaggio domestico
l’appartenenza ad un gruppo con elementi comuni, creando una “comunità” specifica, all’interno della quale scambiare prodotti, esperienze ed arricchire conoscenze.
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Analizziamo più in dettaglio alcuni strumenti.
News letter
Riepilogo annuale dell’andamento del programma
L’elaborazione dei principali indicatori dell’andamento del programma di promozione del compostaggio domestico consente di fornire, con trasparenza, le informazioni ai cittadini sulla ricaduta del loro comportamento.
Gli indicatori da prendere in considerazione sono:
• n. di famiglie aderenti al programma
• modalità di compostaggio
• quantità di rifiuti evitati all’anno (stima)
• quantità di compost prodotto all’anno (stima)
• benefici ambientali ed economici ottenuti
• n. di controlli effettuati all’anno e % sul totale
• risultati dei controlli
Siti internet, blog, associazioni
Particolarmente funzionale alla sostenibilità nel tempo del progetto è lo strumento WEB. L’utilizzo della rete quale
strumento di informazione e di discussione è in continua espansione come dimostrano i numerosi portali, blog e forum a tematica ambientale. (Fare Verde Blog spot, Free Monte, Lamasena Circolo di Legambiente).
Le pagine web consentono, ancor più delle inserzioni sui giornali, una disponibilità continuativa delle informazioni, un numero di contatti potenziali maggiori ed un “dialogo” costante fra promotore e target dell’iniziativa con la possibilità di trasmettere una sensazione di “trasparenza” sui processi e sulle scelte.
Sul sito ufficiale dell' ente  Comune dovranno inoltre essere resi disponibili i risultati del compostaggio domestico (indicatori sopra menzionati) così come sull’eventuale news letter. La diffusione di dati positivi avrà il duplice obiettivo di gratificare quanti abbiano già aderito e di motivare altri potenziali compostatori. La fase del feedback potrà essere particolarmente effi cace poiché i risultati dell’iniziativa sono concreti e misurabili.
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4. VALUTAZIONI ECONOMICHE
È possibile effettuare una valutazione dei programmi di promozione del compostaggio domestico sotto il profilo
puramente economico, al di là degli indiscutibili vantaggi ambientali che tale pratica consente.
Come in precedenza descritto gli investimenti sono costituiti da:
• campagna di comunicazione
• animazione territoriale e corsi/incontri formativi per gli utenti
• acquisto compostiere
• monitoraggio e controlli
• progettazione e coordinamento del programma.
Si riporta il quadro economico degli investimenti su un arco di tempo biennale per un progetto su un
bacino di 12882 abitanti .
Con il raggiungimento del target previsto, a regime, i benefici economici sono riassumibili in:
 riduzione del costo di recupero della frazione organica
 riduzione, parziale o totale, del conferimento alla SAF
 riduzione significativa della bolletta TARI
 produzione di compost 
Entrambe le riduzioni sono a totale beneficio dei Cittadini perchè la diminuzione
dei costi di raccolta è determinata  da un numero minore di “prese” da parte degli operatori e il minor quantitativo da conferire alla SAF evita l'ulteriore costo. Si ipotizza pertanto un risparmio parziale di circa il 30% della spesa totale.




Il mancato costo di trattamento (recupero) è calcolato ipotizzando una composizione del rifiuto “sottratto” di un terzo di frazione verde e di due terzi di scarti di cucina. A questo calcolo si aggiunge poi che per intero il peso dell'umido autocompostato NON andrà conferito alla SAF con un ulteriore risparmio per la comunità NON inferiore ai 300.000 euro per una somma totale compresa in una "forchetta" che può oscillare tra 400.000 e 450.000 euro. Di rimando se l'attuazione di questo protocollo per i Rifiuti Biodegradabili  avrà un seguito si verificherà l'immediato rialzo della percentuale relativa alla raccolta differenziata che arriverebbe immediatamente al 40% che sommata poi al rialzo fisiologico stimato dal Comune in 5 punti percentuali legati al primo anno per l'allargamento al 100% del territorio per la raccolta differenziata procurerebbe un rialzo del conferito in differenziata al 45% con una diminuzione netta di almeno 85Kg di immondizia conferita pro capite. In più si realizzerà una produzione fiorente di compost da poter utilizzare come fertilizzante o da poter scambiare.