Fare Verde affronta senza mezzi termini il termine di AREA DEPRESSA
affibbiata al territorio e al tessuto sociale ed economico di Monte San
Giovanni Campano .Si mette in evidenza che il nostro Comune e' rimasto
economicamente in arretrato rispetto ad altri Comuni della Regione
Lazio e dello Stato, non può più risollevarsi al loro livello e tende,
anzi, lasciato a sé stesso, a rimanerne sempre più lontano. Ciò per
effetto della crescente attrazione preferenziale di capitali e di
iniziative verso le zone più prospere a detrimento di quelle depresse,
determinata da molteplici fattori. Tra questi predominano i fattori
ambientali: reti e mezzi di trasporto , servizi stradali, postali,
Internet a banda larga, telefonici, bancari, acquedotti, fognature,
scuole, assistenza sanitaria e sociale, condizioni igieniche e
conservazione dei patrimoni architettonici, naturalistici e
paesaggistici. Seguono immediatamente per importanza la mancanza dei
cosiddetti fattori agglomerativi; insiti nell'esistenza, nelle zone più
progredite, di un equilibrato assortimento di settori economici
(agricoli, industriali, commerciali) e, soprattutto, di un'ampia gamma
di produzione artigianale , industriale ( di beni strumentali e di beni
di consumo). La carenza di molteplici servizi e attività collaterali e
sussidiarie; dai quali deriva una più facile e pronta acquisizione di
materie prime, di prodotti intermedi e ausiliari, di materiali di
manutenzione, comodità di riparazioni, efficiente organizzazione del
mercato di approvvigionamento e di sbocco, disponibilità di maestranze
specializzate e di tecnici e, in genere, facilità di rapporti economici,
finanziari e sociali. Si determinano così quei fenomeni di inerzia del
capitale e delle iniziative che fanno preferire agli imprenditori la
localizzazione delle nuove attività o l'ampliamento di quelle esistenti
accanto a quelle più progredite. L'effetto combinato e cumulativo delle
forze di attrazione verso le aree più prospere e, per contro, delle
forze di repulsione per le aree depresse, determina appunto il
dislivello, crescente nel corso del tempo, fra le prime e le seconde.
Scelte politiche di indirizzo scellerate, carenza di infrastrutture, uso
insostenibile del suolo e delle acque, mancanza di progettazione e
vocazione del territorio hanno causato il lento declino di cui si vedono
i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. In queste condizioni si
può risalire soltanto con massicci, organici e sistematici interventi
di forze esterne, tanto più efficaci quanto più tempestivi. Di fatto
Monte San Giovanni Campano senza l'intervento di forze esterne non
potrà mai risalire la china. Quale soluzione propone Fare Verde? Di
valutare la situazione e di iniziare a censire i beni materiali e
immateriali di cui dispone il territorio e la società per indirizzare
il paese ad una vocazione specializzata in attesa dell'arrivo di forze
esterne che possano risollevare la grave situazione che comunque debbono
essere attratte creando il necessario substrato per ospitare il loro
arrivo. Intanto pero' serve la consapevolezza che bisogna mettere fine
alle spese pubbliche improduttive che fino a questo momento hanno solo
aggravato la situazione. Installare pali della luce ad esempio per
acquisire il favore elettorale di una o due famiglie che poi saranno
riconoscenti al politico locale e' il classico esempio da evitare
perché alla spesa per l'installazione dei pali della pubblica
illuminazione si aggiunge la spesa perenne per la loro manutenzione e
per il consumo che andranno ad aggravare lo stato di depressione. Il
Comune inizi a pensare che il denaro dovrà essere investito per essere
produttivo. Un esempio? Investire denaro per dotare le strutture
pubbliche di impianti per la produzione di energia e' un investimento e
non una spesa perché dopo un piccolo lasso di tempo l'impianto si sarà
ripagato da solo e inizierà a produrre denaro senza ulteriori spese.
Specializzare il territorio ad una vocazione precisa associata alla
capacita di attirare fondi dagli enti sovra comunali dovrà essere una
priorità irrinunciabile altrimenti la situazione continuerà a
precipitare. Intanto lo stato attuale del nostro territorio ha
evidenziato che la vocazione agricola e' fallita, la vocazione turistica
religiosa e' fallita e la vocazione turistica laica non e' mai
iniziata. Ognuno che e' impegnato nella vita politica e sociale del
paese si faccia un grosso esame di coscienza e trovi la forza di
proporre soluzioni anche con salti quantici epocali rappresentati ad
esempio dallo sviluppo sostenibile e dall'applicazione pratica
dell'economia circolare purché le idee siano valide e produttive. In
alternativa lo scenario che si prospetta per Monte San Giovanni Campano
e' la fuga delle attività produttive e lo spopolamento che sono già in
atto. Visto che non ci sono produzioni e non c'è benessere bisogna
INVENTARLO. Per ultimo tutti coloro che troveranno la forza interiore
di non analizzare la situazione o di mistificarla sono da considerare
persone ostili alla nostra Collettivita'. Essi cercano di raschiare il
fondo del barile per il proprio tornaconto e nei fatti sono gli stessi
che hanno già acquisito beni rifugio ad esempio con l'acquisto di
case a Roma o in aree non depresse dove il valore immobiliare continua
ad essere in ascesa oppure hanno investito denaro all'estero dimostrando
oltre ogni ragionevole dubbio di non aver mai creduto sullo sviluppo
del nostro territorio.
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