venerdì 18 giugno 2021

MSGC - Lezione Magistrale del presidente provinciale di Fare Verde sulla "Mobilità Sostenibile"

La mobilità sostenibile, nella definizione  approvata nel 2006 dal Consiglio Europeo, ha l’obiettivo di garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la società e l’ambiente. Il tema della mobilità sostenibile rappresenta  l’argomento più dibattuto nell’ambito delle politiche ambientali locali, nazionali e internazionali volte a ridurre l’impatto ambientale derivante dalla mobilità delle persone e delle merci. In Italia è il Ministero della Transizione energetica ad occuparsi della mobilità sostenibile con la gestione delle seguenti tematiche: 

Città sostenibile; smart city, mobilità sostenibile e mobility management;

Promozione della mobilità sostenibile e della riduzione dei consumi nel settore dei trasporti;

Redazione e supporto alla predisposizione di accordi con enti locali e soggetti privati in materia di mobilità sostenibile.

In linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea , la Divisione II del MITE  promuove azioni per la riduzione degli impatti della mobilità nelle città, nelle quali coesistono criticità di congestionamento del traffico, emissioni in atmosfera inquinanti e climalteranti, incidentalità stradale. Tra gli interventi più efficaci si cita il potenziamento del trasporto pubblico locale con corsie riservate e vie preferenziali, sistemi di integrazione tariffaria, strumenti per l'infomobilità e l'adozione di specifici strumenti di pianificazione come  il Piano Urbano della Mobilità. 

Le misure da adottare:

Gli incentivi per l’acquisto di  autovetture , motoveicoli e biciclette ibride o solo elettriche.

Installazione di colonnine di ricarica elettrica e totem di informazione sul TPL (Trasporto Pubblico Locale).

Lo sviluppo della mobilità pedonale: favorire l'accessibilità e la fruizione universale degli spazi pubblici, con la redazione di pediplan, con interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nei percorsi, con la realizzazione dei percorsi sicuri casa-scuola e  magari del pedibus con i nonni vigili.

Lo sviluppo della mobilità ciclabile: redazione di biciplan, la costruzione di piste ciclabili e l'implementazione di servizi di biciclette pubbliche condivise.

Le politiche di tariffazione e pedaggi: pedaggio urbano (accesso a pagamento in particolari zone urbane), park pricing (sosta a pagamento); park and ride (agevolazione nell'interscambio tra automobile e mezzo pubblico), crediti di mobilità.

La pianificazione della mobilità aziendale: redazione del Piano spostamenti casa-lavoro, implementazione di sistemi di telelavoro, introduzione della figura del responsabile della mobilità.

La gestione della domanda: moderazione del traffico, limitazioni della circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing e trasporto a chiamata; promozione del car pooling; utilizzo di sistemi di information technology (ITS) per la gestione dei flussi veicolari (es. instradamenti ai parcheggi, info dinamiche sulle strade, navigazione satellitare ecc.).

Alla base di queste misure ci sono tre principi di riferimento:

 migliorare i servizi di prossimità in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti automobilistici sia in termini numerici che di distanze;

destinare una parte della superficie stradale alla mobilità di tipo sostenibile a scapito dei veicoli privati, riducendo in questo modo il costo generalizzato del trasporto sostenibile;

realizzare una rete intermodale di trasporto che consenta spostamenti più veloci di quelli realizzati dagli autoveicoli privati.

Siccome a Monte San Giovanni Campano tanto denaro destinato alla mobilità sostenibile viene speso per costruire i marciapiedi è il caso di ricordare agli uffici tecnici che avrebbero dovuto stilare il Piano Urbano della Mobilità per predisporre in modo articolato e programmato i PEBA ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, ossia gli  strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità (in questo caso) dei marciapiedi  per tutti i cittadini. Cosa che evidentemente non è stata fatta visto che numerosi marcipaidi presentano barriere architettoniche e vere e proprie trappole per i pedoni disabili e anche per i  normodotati.

Ai PEBA, sempre il Comune avrebbe dovuto affiancare il PEDIPLAN ossia lo strumento capace  di improntare a criteri di sostenibilità la mobilità urbana assegnando alla mobilità pedonale, intesa come possibilità di spostamento a piedi negli spazi all'aperto, un ruolo centrale. Inattuabile sul territorio di  Monte San Giovanni Campano perché troppo frammentato con gli insediamenti abitativi sparsi con popolazione troppo anziana.  La mobilità pedonale, assieme a quella ciclabile, viene infatti  definita anche "mobilità lenta" o "mobilità dolce" perché implica l'impiego esclusivo della capacità fisica dell'uomo ma qui diventerebbe solo sfiancamento per le grandi distanze e per i notevoli dislivelli.

Monte San Giovanni Campano e il pedone

Prima dell'avvento dell'automobile, le città venivano costruite in modo tale da massimizzare gli spostamenti, per cui la densità degli edifici era tale che in poco spazio si trovavano tutti i principali servizi e il cittadino poteva raggiungerli a piedi. L'automobile ha condizionato l'urbanistica moderna che si è indirizzata verso modelli insediativi basati su sistemi di mobilità "veloci" in grado di coprire ampi spazi, privilegiando lo sviluppo esteso della città. A livello territoriale la sregolatezza  ha prodotto lo sprawling, cioè la diffusione del costruito nel territorio correlato al cosiddetto consumo di suolo. In città l'uso delle auto ha prodotto nuove forme di degrado: inquinamento acustico e dell'aria, incidenti e diminuzione della vivibilità degli spazi urbani, sottraendo ai pedoni gli spazi pubblici che costituivano luoghi d'incontro e di socializzazione. Questo è quanto  esattamente è accaduto a Monte San Giovanni Campano.

Ma quali  azioni dovrebbe adottare il Comune al posto di costruire marcipiedi che non portano da nessuna parte o che hanno barriere architettoniche? Per migliorare la mobilità pedonale in ambito urbano le azioni devono essere finalizzate a :

Valorizzare i luoghi d'incontro (piazze, aree verdi) connettendoli fra loro e rendendoli facilmente raggiungibili;

Promuovere lo sviluppo culturale e il miglioramento ecologico della città.

Aumentare gli scambi tra le frazioni .

Gli interventi per la mobilità pedonale dovrebbero  rientrare nelle seguenti tipologie:  

riduzione del traffico automobilistico e realizzazione di parcheggi per liberare lo spazio stradale dalle automobili;

rendere confortevoli gli spostamenti a piedi con l'arredo urbano (verde, panchine, arredo);

realizzazione di una rete di percorsi pedonali da … a… con adeguate caratteristiche: privi di barriere architettoniche, confortevoli, continui nelle intersezioni stradali (per dare precedenza ai pedoni), protetti per garantire condizioni di sicurezza rispetto agli automezzi.

Conclusione: Si fa presto a dire che i marciapiedi servono per garantire la sicurezza dei pedoni se poi all’improvviso si interrompono  magari lungo la curva di una strada (Via Cappuccini). Si fa presto a dire “cammina sul marciapiedi” se uno è anziano e non ci vede bene per la cataratta e  all’improvviso si ritrova davanti ad  uno scalino alto circa 70 centimetri (Porrino). Non è semplice spiegare al pedone che cambia l'applicazione del  codice stradale da un momento all’altro se il marciapiedi termina all’improvviso . Ma chi ce lo spiega alla persona disabile che la sua carrozzina non può passare sul marciapiede perché troppo stretto (Anitrella) o che si può ribaltare sul marciapiedi (Via Cappuccini). Con tutti i marciapiedi realizzati doveva essere redatto il piano di mobilità pedonale per disciplinare le regole sulla viabilità pedonale e per capire  quali sono le aspettative ma evidentemente questo non è stato fatto. Non c’è nessun piano per la mobilità sostenibile ma così il denaro pubblico speso senza possibilità di utilizzo generalizzato non  porterà ad alcun risparmio energetico e riduzione della CO2. Sarà nostra premura scrivere al Ministero che ha erogato il fondo per capire quale tipo di risparmio è previsto sulla riduzione dei gas serra con i marciapiedi realizzati a Monte San Giovanni Campano anche per soddisfare la nostra curiosità su questo nuovo metodo approntato dai tecnici del nostro Comune.


 

 

sabato 12 giugno 2021

MSGC - Fare Verde chiede l'intervento del Genio Militare per reprimere l'abusivismo edilizio.

 

L'abusivismo edilizio è un fenomeno illegale consistente nella costruzione di edifici e manufatti edilizi in violazione delle regole all'uopo imposte dalla legge. Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano partendo da questo presupposto da anni cerca   di tutelare il suolo e di permetterne l'uso sostenibile.

Evidentemente neppure la vigilanza sul territorio e le numerose segnalazioni alle Forze dell'Ordine fatte dai volontari per l'Ambiente di Fare Verde  sono riuscite ad arginare il fenomeno  tanto è vero che a Monte San Giovanni Campano  il suolo è diventato retaggio della legge del più forte come nel Far West e a nessuno importa dei danni che vengono cagionati alla collettività.  Si è potuto rilevare, infatti,  che gli immobili abusivi sono stati costruiti nel greto del torrente Amaseno, nei boschi, lungo i fossi  e perfino nelle aree archeologiche cagionando la devastazione di manufatti antichi irripetibili.

Risulta chiaro che l'arroganza e la spavalderia  sono sostenute dal sistema   sanzionatorio/repressivo che  ha segnato il passo essendo troppo benevolo e non    risolutivo.  il Legislatore nazionale ha capito che il sistema sanzionatorio non è efficace e se ne è  occupato con la modifica all’articolo 41 del DPR 380/01 (apportata in sede di conversione del “decreto-legge Semplificazioni”) attribuendo alle Prefetture una competenza operativa/sostitutiva nelle demolizioni.

 Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano constato che la  repressione all’abusivismo edilizio  è insignificante ha scritto al Sig. Prefetto di Frosinone Dott. Ignazio Portelli: “Visto il  numero troppo elevato degli abusi edilizi ,  si chiede al Sig. Prefetto di Frosinone di far demolire almeno  gli immobili abusivi costruiti sulle aree di sedime ubicate in porzioni di territorio che risultano soggette ai vincoli di inedificabilità imposti dalle leggi dello Stato e della Regione Lazio”. Fare Verde ha inoltre  chiesto al Dott. Ignazio Portelli Prefetto di Frosinone l'intervento del Genio Militare per demolire gli abusi edilizi presenti sul territorio del Comune di Monte San Giovanni Campano ai sensi   dell'Art. 41 (L) - Demolizione di opere abusive (articolo così sostituito dall'art. 10-bis della legge n. 120 del 2020)

1. In caso di mancato avvio delle procedure di demolizione entro il termine di centottanta giorni dall'accertamento dell’abuso, la competenza è trasferita all'ufficio del prefetto che provvede alla demolizione avvalendosi degli uffici del comune nel cui territorio ricade l'abuso edilizio da demolire, per ogni esigenza tecnico-progettuale. Per la materiale esecuzione dell’intervento, il prefetto può avvalersi del concorso del Genio militare, previa intesa con le competenti autorità militari e ferme restando le prioritarie esigenze istituzionali delle Forze armate.

2. Entro il termine di cui al comma 1, i responsabili del comune hanno l'obbligo di trasferire all'ufficio del prefetto tutte le informazioni relative agli abusi edilizi per provvedere alla loro demolizione.

Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano

 



 

 

 


sabato 5 giugno 2021

Ripristinare gli ecosistemi significa ... il mesaggio di Fare Verde MSGC

 Fare Verde lo va dicendo in tutte le lingue ma non c'è più sordo di colui che non vuole ascoltare. Il Gruppo Locale di Fare Verde in  occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente dedicata all'inizio del  decennio per il  Ripristino degli ecosistemi si rivolge principalmente al Comune di Monte San Giovanni Campano con la guida dell’UNEP  (Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite).  Si rivolge anche a quelle persone che si stanno impegnando nella campagna elettorale per le elezioni amministrative, alle  aziende,  agli  agricoltori, alle associazioni comprese quelle schierate con i politici locali , agli insegnanti, agli operai, alle Pubbliche Amministrazioni, agli scienziati degli uffici tecnici e ai cittadini di buona volontà. 

Inoltre, propone una serie di azioni concrete per dare slancio alla natura:

  • dare vita a un nuovo progetto verde, creando una rete di contatti;
  • offrirsi volontari per un’iniziativa già operativa che tuteli gli ecosistemi;
  • diffondere a scuola la cultura della sostenibilità (fare la raccolta differenziata, risparmiare energia e limitare gli sprechi);
  • creare le condizioni  per incentivare una gestione sostenibile dell’ambiente;
  • mettere la propria competenza al servizio della comunità;
  • farla finita di ascoltare gli insegnamenti degli anziani (non si può continuare a sbagliare)  ;
  • pulire un’area verde, le rive del fiume  o un giardinetto pubblico;
  • impiegare tecnologie sostenibili per monitorare i cambiamenti climatici;
  • rendere più ecologica  la propria casa, il luogo di lavoro, la scuola o lo spazio pubblico.

 

Per chi fino ad ora ha saccheggiato l'Ambiente o ha permesso di farlo ci sono le seguenti raccomandazioni: 
Evitare di distruggere gli ecosistemi. Evitare di inquinare l'acqua con la scarsa depurazione delle acque reflue urbane, evitare di plastificare ettari ed ettari di terra sottraendola alla Natura, evitare la cementificazione selvaggia, evitare le emissioni di CO2 con consumi troppo spinti (Es.  pubblica illuminazione troppo capillare), cercare di rallentare le acque piovane e non fare l'esatto contrario, produrre e usare l'energia in modo più consapevole e rispettoso dell'Ambiente ossia producendo meno CO2, usare in modo sostenibile la risorsa idrica, non usare i diserbanti e pesticidi, mantenere coltivati i terreni agricoli ... non cercare la distruzione dei boschi. 
Solo rispettando e incentivando la produzione di servizi ecosistemici potremo usufruire dei benefici che ci offre la Natura.