Fare Verde
Monte San Giovanni Campano definisce disastrosa la situazione che attanaglia il territorio Comunale convinta che le sfide ambientali che abbiamo
davanti come la perdita della biodiversità, il collasso dei servizi eco
sistemici, l'inquinamento, l’abusivismo edilizio, il consumo del suolo e i
cambiamenti climatici potrebbero essere vinte se solo ci fosse la volontà di
vincerle. La nostra Associazione è consapevole innanzitutto della perdita
irreversibile di un certo numero di specie che sono state soppiantate dall’invasione di specie aliene (Granchio di fiume, Gambero di fiume, Salamandrina dagli occhiali, Raganella) .
Siamo sull'orlo di un disastro climatico e
ci troviamo, quindi , ad affrontare
sfide ambientali di portata e urgenza senza precedenti. Abbiamo bisogno, anche
nel nostro piccolo, di un'azione urgente per affrontare il cambiamento climatico, e per
raggiungere all’unisono con l’azione europea una leadership mondiale. Per questo motivo, l’Italia e l’Europa hanno dichiarato l'emergenza climatica e
ambientale, hanno riconosciuto che non si può più continuare come in passato.
Abbiamo bisogno di cambiamenti coraggiosi e massicci, che coinvolgano totalmente
la nostra società . Abbiamo anche bisogno di lavorare in modo diverso, nei
diversi settori, tra le generazioni, sia che si viva nell'amata città che nelle aree
rurali, per ridurre le emissioni di gas serra e fermare la distruzione della
natura. Queste nuove sfide non sono state ancora accettate nel
nostro paesino dove i dinosauri della politica non
hanno percepito l’importanza dello
sviluppo sostenibile e non hanno ancora
compreso che l’economia lineare è stata sostituita dalla meno inquinante economia
circolare. Stiamo
affrontando l'emergenza climatica e la trasformazione verso un futuro più
sostenibile da spettatori paganti senza tener conto della dimensione sociale e della
lotta contro le disuguaglianze. Le sfide ambientali possono essere risolte solo
se poniamo la riduzione delle disuguaglianze al centro dell'azione di politica
Ambientale. Lavorare per una società più equa è possibile, è conveniente, dobbiamo
spiegarlo ai nostri futuri amministratori perché una società diseguale, in cui ampie
fasce della popolazione vivono in condizioni di povertà, alimenta la crisi
ecologica. Nel nostro micro sistema ecologico si percepiscono l'aumento
della siccità, gli incendi boschivi, il dissesto idrogelogico , la perdita di servizi eco sistemici, l’invasione
di specie aliene, lo squilibrio per alcune specie autoctone ecc ecc. Queste sono prospettive
spaventose, che devono essere prese sul serio. Dobbiamo agire per alleviare il
rischio alla nostra popolazione di affrontare le sfide di cui non si ha consapevolezza e capacitazione per ignoranza,
incoscienza e superficialità. Sfide che
devono essere affrontate fin da ora contro il dissesto idrogeologico, la
povertà energetica, la siccità , il perdurare del razionamento idrico
, l’inquinamento dell’aria, l’inquinamento dell’acqua , l’impatto di queste sull'approvvigionamento
alimentare e altri disastri naturali che diventeranno più frequenti e sempre
più costosi per le casse comunali o che creano vere e proprie emergenze sociali
come quella che si è già verificata nel 2017 con la severa crisi idrica e il relativo
intervento delle autobotti.
Monte San Giovanni Campano è un paese
arretrato e lo si evince dal fatto che la nostra società, e in particolare i
giovani, non vogliono nessun cambiamento. Con delirio di onnipotenza e con una
strana fede poco cattolica dissociata perfino dall’Enciclica Laudato sì di Papa Francesco non pongono l'azione per il clima e la salute
pubblica tra le loro più alte priorità. Dovrebbero essere loro i motori dei profondi cambiamenti di cui
abbiamo bisogno ma stranamente restano ancorati ad un modo di vivere e di agire
che non ha nulla a che fare con il presente. Eppure nel resto del Mondo è
percepibile il radicale cambiamento che
parte dal modo in cui ci alimentiamo, dal modo in cui ci vestiamo,
all'aria – e alla sua qualità - che respiriamo, allo sviluppo sostenibile, all’economia
circolare. Cambiamento percepito perfino
dalla Regione Lazio che ha messo al centro di ogni finanziamento la
sostenibilità , l’economia circolare e la riduzione dell’inquinamento . Cambiamento
che seppur evitato nel nostro paesino è ben evidente a livello regionale e nazionale dove sono in corso sforzi notevoli per
migliorare la qualità della vita e la traiettoria di ogni percorso per raggiungere un futuro più sostenibile.
Lo stato dell’acqua potabile 2020 –
Il razionamento idrico, iniziato nel 2004 dal gestore del servizio idrico
integrato, è continuato per tutto il 2020 alimentato dalla mancanza di
investimenti per la sostituzione dell’acquedotto comunale oramai obsoleto e con
perdite che sono percepibili da chiunque. Il Comune è rimasto silente di fronte
alla popolazione mostrandosi genoflesso al volere della multinazionale che dovrebbe gestire il servizio idrico
integrato ma che di fatto si è
trasformata nel nostro esattore per un servizio attuato con modalità strane,
atipiche e con tanto spreco di acqua potabile che invece di arrivare ai rubinetti delle
famiglie si perde nei fossi.
Lo Stato della depurazione delle
acque reflue – Altro servizio propinato in modo molto approssimativo dal gestore del servizio idrico integrato che
fino a qualche tempo fa e nonostante l’infrazione europea lo aveva attuato parzialmente con depuratori obsoleti e
mal funzionanti. Fare Verde , da sola,
ha dovuto affrontare una battaglia epocale contro il colosso ACEA ma ha dimostrato
che anche una multinazionale può essere battuta se c’è la determinazione di chi
combatte per una giusta causa. Negli
anni sono arrivati i grandi successi per Fare Verde che ha ingaggiato battaglie
legali poi trasformatesi in interventi
sulla depurazione delle acque reflue. Battaglie portate avanti senza l’intervento del Comune che non ha mai
voluto sostenerle tanto è vero che è
rimasta storica la frase di un amministratore scienziato che le descrisse come “battaglie contro i
mulini a vento”. E invece… è stata ottenuta la ristrutturazione del depuratore
di Porrino che almeno ora non puzza più; il depuratore Pantanelle è stato
demolito e ricostruito totalmente; il depuratore Fontana Magna che andrà a sostituire
anche altri depuratori è in costruzione; è stato stanziato denaro per il
depuratore Santa Filomena, altri depuratori (Campangone e Colle Pupazzo) vengono
ora controllati con maggiore frequenza. Su pressioni indicibili e continue di
Fare Verde sono stati realizzati, dal gestore del servizio idrico integrato, tratti
di fogna indispensabili per l’igiene, la salute e alla sicurezza pubblica che nulla
hanno a che fare con l’inutilità di alcuni
marciapiedi e di tanti pali della pubblica illuminazione. Insomma un’azione
sul territorio che invece di portare ad un pubblico riconoscimento portò la
giunta comunale a decidere di nominare un avvocato per le “opportune” azioni
legali contro chi a loro dire rovinava il buon nome “dell’amata città” con le
denunce e gli articoli sulla stampa che evidenziavano ogni forma di inquinamento.
Lo stato dell’igiene urbana – Monte San
Giovanni Campano è un paese a dir poco strano tanto è vero che dopo 11 anni di
raccolta differenziata non è riuscito ancora a raggiungere l’obiettivo del
65% previsto dalla legge per il 2012. A smentire le chiacchiere dei politicanti che
favoleggiavano risultati eclatanti sulla stampa locale ci sono i dati del
Catasto Rifiuti Nazionale del Governo Italiano che certificano la raccolta differenziata per
Monte San Giovanni Campano al 59,45% per il 2019 ,unico dato ufficiale da
prendere in considerazione rispetto alle corbellerie che sono state pubblicate.
Alla debacle del compostaggio domestico che si è perso di vista come progetto di
grande spessore per la riduzione dei rifiuti si aggiunge la costruzione nei
tempi supplementari della mini isola ecologica a Laoria. La piccola isola ecologica
parte obsoleta come concezione ed infatti è scollegata all’economia circolare
per la popolazione e non ha alcuna
rilevanza economica per il sociale. Fatto è ed è inconfutabile che il comune di Monte San Giovanni Campano cede
tutte le materie prime seconde alla società che gestisce l’igiene urbana e
quindi il ricavato che viene pagato dai vari consorzi per il riciclo non viene spalmato sulle bollette della
popolazione come premio per aver prodotto rifiuti riciclabili ma va direttamente ad ingrassare il conto
corrente della società che gestisce il servizio di igiene urbana . Servizio di igiene urbana che nel 2019 è
costato la bellezza di circa 1.360.000,oo euro per non raggiungere nessun obiettivo
previsto dalla legge compresi gli obiettivi sociali come ad esempio le bollette
più leggere per la popolazione. Si ricorda al lettore infatti che in Italia è
attivo il principio di legge del chi inquina paga e quindi all’aumento della
percentuale della raccolta differenziata dovrebbero corrispondere bollette più
leggere.
Lo stato dell’ambiente per la qualità
dell’aria.
Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni
Campano distende un velo pietoso sulla qualità dell’aria a Monte San Giovanni
Campano ricordando che siamo uno tra i paesi che hanno l’aria più inquinata del Lazio. Le correnti d’aria e le condizioni
climatiche particolari ci hanno fatto inserire in quell’elenco dell’infrazione
Europea per l’aria inquinata e non ci sarà modo per uscirne se non verranno
presi drastici provvedimenti per monitorare localmente la qualità dell’aria e
per contrastare l’inquinamento causato principalmente dalla combustione delle
biomasse. Inquinamento dell’aria non percepito dalla popolazione che è ancora
convinta di respirare aria di ottima qualità forse verrà percepito se l’infrazione europea si
trasformerà in sanzione semestrale per i piccoli comuni come al nostro …un po’
come accadde per la discarica di rifiuti Monte Castellone che fu sanzionata con
una multa semestrale da 200.000,oo euro. L’inquinamento dell’aria va contrastato anche combattendo la povertà
energetica della popolazione con interventi mirati come a quello sostenuto
dalla Regione Lazio con le Comunità dell’Energia. Questo nuovo modo di produrre energia
pulita potrebbe limitare la povertà
energetica che è una delle maggiori responsabili dell’inquinamento dell’aria causato dalla combustione
delle biomasse.
Lo stato del consumo del suolo
La nostra Associazione di protezione
Ambientale (si legga bene di protezione Ambientale) non va di certo per
asparagi o per funghi quando vigila sul territorio. Se esistono le Associazioni
di protezione Ambientale vuol dire che c’è chi offende l’Ambiente altrimenti
non ci sarebbero. Gli abitanti di Monte San Giovanni Campano poco rispettosi
delle leggi sono rimasti ancorati al fazzoletto di terra avuto in eredità o
acquistato dai parenti su cui , non si
sa per quale sacrosanta ragione, ci
devono costruire casa che poi inevitabilmente negli anni rimarrà disabitata per la fuga e per l’invecchiamento
della popolazione oramai arrivata a 12393 abitanti con indici di vecchiaia
spaventosi.
Tanto abusivismo edilizio e tante pratiche di abusivismo edilizio sospese
in un limbo inspiegabile fatto di scuse e di prepotenze minacciose. Minacce e
insulti che ci sono stati riservati da chi è affetto dal delirio di onnipotenza in una
situazione che è già esplosa da quando sono iniziate le demolizioni lungo il
torrente Amaseno ed è stato denunciato l’allora Assessore ai Lavori Pubblici
. Denuncia da cui è scaturito il processo
che è in corso presso il Tribunale di Cassino che la pseudo stampa locale ha voluto , vuole minimizzare e
addirittura ignorare per forza. Le oltre 100 segnalazioni per gli abusi edilizi realizzati a Monte San Giovanni Campano fatte
dalla nostra Associazione evidenziano uno spaccato delinquenziale estremamente
negativo con un comportamento
antigiuridico diffuso e arrogante. Numerosi politici direttamente coinvolti a vario titolo
in procedimenti penali compresi quelli per abuso edilizio hanno fatto il resto facendo passare per
disonesti chi denuncia i reati e per
onesti i delinquenti che li hanno commessi.
Risultato logico di pregiudizio se
si analizza la filastrocca pseudo
religiosa e diseducativa con cui sono cresciuti questi soggetti con amicizie non proprio raccomandabili: “Chi fa la spia non è
figlio di maria non è figlio di Gesù e
quando muore va laggiù.. va laggiù da quell'ometto che si chiama
diavoletto”! Soggetti che durante il
saccheggio del territorio hanno tralasciato di dire che Fare Verde ha firmato tutti gli esposti e che l’associazione
è stata molto clemente a non costituirsi parte civile in ogni processo per
abusivismo edilizio. Addirittura ci sono state date paternità per il famigerato art.36 con il
quale alcuni disobbedienti volevano
sanare alcuni abusi edilizi. In quel
frangente per ignoranza o per ottusità mentale non si rendevano conto che una pratica del genere nel momento in cui non
fosse stata accettata si sarebbe trasformata in auto denuncia. Insomma un
marasma del chi “dice dice” alimentato
dall’ignoranza più becera, dall’opportunismo politico che finalmente trovava
chi gli toglieva la gatta da pelare
attraverso gli esposti per
abusivismo edilizio. Tuttavia e
nonostante tutto il grazie di Fare Verde Gruppo Monte San Giovanni Campano va a quel tecnico rimasto anonimo ( forse non
troppo anonimo) che mandava ad imbucare
nella nostra buca della posta le piantine e le spiegazioni per decine e
decine di abusi edilizi con particolari
così ricercati che solo un tecnico di grande esperienza nel settore avrebbe
potuto conoscere.
Una situazione di degrado morale e Ambientale che non ha
precedenti, dove ogni escamotage è stato buono pur di sottrarre il terreno all’agricoltura, ogni sotterfugio è
stato utile per non punire i colpevoli,
ogni momento è stato buono per fare una
gettata di cemento senza alcuna autorizzazione. Se Fare Verde ci si mettesse di
punta e la finisse di aspettare le prossime elezioni amministrative per segnalare tutti i piazzali costruiti abusivamente in cemento si scatenerebbe un inferno
in terra… tuttavia ci sono alcuni abusi edilizi particolarmente gravi su cui non
si può assolutamente aspettare. Quando
si costruisce un manufatto industriale o
addirittura una villa lungo il nostro
Torrente Amaseno in area dove è proibito costruire poi nessuno si può lamentare se ne viene
pretesa la demolizione. Quindi le
persone che cercano in un modo o nell’altro di denigrare la nostra attività di
protezione Ambientale inizino a ragionare invece di sparlare per dipingere i rei come vittime soprasttutto perchè vittime non lo sono.
Lo stato dei boschi.
Degrado Ambientale, rifiuti, alberi caduti, incendi , tagli
strani e percorsi abusivi da moto cross è in accadimento nella Pineta Morroni nel disinteresse più
completo del comune che pensa solo ai
pali della pubblica illuminazione e ai marciapiedi. L’area
verde è oramai quasi scomparsa perché
tanto arredo è stato trafugato o bruciato. L’unica fontanella presente nell’area
verde non funziona e non c’è neppure un bagno chimico per chi volesse passare
una giornata in quel che resta del bosco Morroni dopo gli svariati incendi.
Il Bosco presente a Lucineto già oggetto di denuncia da
parte di Fare Verde, contro chi stava
tagliando abusivamente e stava distruggendo l’habitat dello scoiattolo rosso, è
in ripresa dopo i danni causati da chi in preda a delirio di onnipotenza si
credeva di essere il padrone del cielo e della terra.
Lo stato delle acque di superficie.
L’assenza del sistema fognario in alcune aree di Monte
San Giovanni Campano rende non potabile l’acqua dei pozzi privati presenti tanto è vero che da nostre rilevazioni
attuate tramite analisi biochimiche sono risultati presenti coliformi ad una
profondità di circa 70 metri. Una situazione particolarmente grave vista la
crisi idrica che attanaglia il territorio oramai da 16 anni. Tutte le sorgenti
di superficie pubbliche hanno acqua non potabile in quanto il comune non spende
denaro per le analisi biochimiche
relative alla potabilità delle acque che sgorgano dalle sorgenti. In buona
sostanza il comune non è interessato alle acque sorgive perché è chiaro che
ancora non si è capacitato sul consumo
sostenibile della risorsa idrica e quindi lascia la popolazione completamente a
secco .
Le acque di superficie del torrente Amaseno non scorrono
più dal territorio di Casamari fino a Poldo. In quel tratto di torrente ci sono
solo gli scarichi dei depuratori di Veroli, Monte San Giovanni Campano , Boville Ernica e gli scarichi abusivi di gente
che si arroga il diritto di fare come gli pare.
Sul fiume Liri che è al cento di dibattito inter
regionale per il suo inquinamento che ci vede protagonisti in tv e sulle radio
si distende un velo pietoso. Schiuma e rifiuti
vengono sversati da scarichi abusivi nel fiume come se fosse una discarica
liquida. Nel frattempo la provincia di Frosinone si ostina a ripopolare il Liri
con trote che hanno una aspettativa di vita bassissima pur di soddisfare una
manciata di pescatori in uno spreco infinito di risorse. Una mancanza di
controlli che è semplicemente spaventoso
che ha portato verso l’anarchia assoluta soprattutto per chi scarica nel fiume conscio
di non passare nessun guaio con la giustizia.
Per ultimo Fare Verde consiglia vivamente al comune di
iniziare a capacitarsi che esiste anche l’inquinamento elettromagnetico e ci
sono delle vie anche nel capoluogo che presentano veri grovigli di cavi dell’alta
tensione che a lungo andare producono danni al sistema immunitario di chi ci
abita. E poi la pubblica illuminazione con gli oltre 3500 pali infissi sul
territorio è solo scandalosa visto che nel capoluogo è mista tra led e
incandescenza; mista lo è anche da via
dei Codardi a Scaccia, mista lo è anche dalla Pineta a Porrino e in altri
luoghi dove ci sono i pali da un paio di anni ma non c’è l’allaccio all’energia
elettrica. Insomma un miscuglio esagerato che fa comprendere a chiunque di
quanto possa essere approssimativo il risparmio energetico realizzato da impianti
realizzati a led ma che man mano sono stati trasformati in misti
led/incandescenza.
Si chiude
così lo Stato dell’Ambiente di Monte San
Giovanni Campano senza alcun segno positivo e nessuna prospettiva per il
futuro. Praticamente il paese resta ancorato a concezioni retrive degli anni ’50
, perde di vista ogni obiettivo per lo sviluppo sostenibile, ignora l’economia
circolare , non ha nessuna percezione della povertà energetica, cerca l’assistenzialismo
nell’emergenza e non si rende conto che ancora oggi sta cercando di soddisfare
bisogni sbagliati che non sono collegati
all’anzianità della popolazione.