lunedì 22 giugno 2015

Aprire una discarica abusiva per materiali edili di risulta è un reato penale


Da Fare Verde Provincia di Frosinone
Aprire una discarica abusiva di materiale edile è un reato penale ai sensi della nuova legge sulla tutela Ambientale bisogna fare estrema attenzione perchè ci possono scappare le manette.
LEGISLAZIONE AMBIENTALE

Il D.Lgs. 152/2006 :

Valutazioni e autorizzazioni ambientali (VIA, VAS, IPPC)
Difesa del suolo e tutela delle acque
Gestione dei rifiuti
Riduzione dell’inquinamento atmosferico
Risarcimento danni ambientali

E’ importantissimo tener in conto che, accanto alla disciplina introdotta dal provvedimento, è obbligatorio considerare le regole UE “self executing” – ad esempio i regolamenti su import–export dei rifiuti – direttamente applicabili nell’ordinamento di ciascuno stato membro europeo. Per dipanare dubbi sul diritto ambientale, in continuo divenire è opportuno considerare le sentenze pertinenti emesse dal Consiglio di Stato e dal T.A.R., nonché dalla Corte di Cassazione Penale. E’ bene non sottovalutare i reati ambientali in quanto molti sono regolati dal diritto penale, le cui sanzioni son ben superiori a quelle stabilite dal diritto amministrativo proprio perché “macchiano” indelebilmente la fedina penale. Vediamo allora i principi di una corretta gestione dei materiali di risulta dai cantieri e le responsabilità in materia ambientale degli attori coinvolti.

Definizione di rifiuto
L’articolo 183, comma 1, lettera a) definisce rifiuto come: “…qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione, o abbia l’obbligo, di disfarsi.” L’allegato “A”, a cui si riferiva la definizione precedente, non è più considerato una fonte secondaria del diritto, bensì primaria. In sintesi il rifiuto viene classificato in base ai seguenti criteri:


I materiali di scarto generati in cantiere sono prevalentemente macerie di: calcestruzzo, laterizi, coppi, ceramiche. Alle volte, specie nel caso di interventi importanti, vengono considerati scarti anche componenti strutturali e accessori (legno e metalli), serramenti (incluso vetri e PVC), isolamenti termici, nonché terre e rocce da scavo. In realtà tutti questi materiali , i quali puntualmente vengono sprecati, nel migliore dei casi come previsto dalla normativa, vanno smaltiti in discarica. Nei peggiori dei casi invece i materiali edili indifferenziati vengono abusivamente scaricati dove capita, per risparmiare gli oneri di conferimento in discarica. 
 
 

La nuova legge: “Delitti contro l’ambiente” (Libro II, Titolo VI-bis, artt. 452-bis-452-terdecies), all'interno del quale sono previste le nuove fattispecie di:

inquinamento ambientale;
disastro ambientale;
traffico ed abbandono di materiale radioattivo;
impedimento di controllo;
omessa bonifica.

Inquinamento ambientale e disastro ambientale rappresentano i cardini del sistema e risultano puniti rispettivamente con pene detentive che vanno da un minimo di 2 ad un massimo di 6 anni l’inquinamento, mentre il disastro sanziona la condotta tipica con la reclusione da 5 a 15 anni. Prevista inoltre la pena accessoria della incapacità di contrattare con la P.a. per le fattispecie di: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale radioattivo, impedimento di controllo e traffico illecito di rifiuti (quest’ultimo già previsto all'interno del Codice dell’Ambiente). Si interviene anche sui termini prescrizionali i quali subiscono un allungamento in relazione all'aggravarsi della fattispecie.

Introdotta la confisca obbligatoria, anche per equivalente, delle cose che costituiscono il prodotto, il profitto del reato o che servirono a commetterlo, anche per il delitto di traffico illecito di rifiuti. Tale misura risulta tuttavia esclusa ove l’imputato abbia provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, alla bonifica e al ripristino dello stato dei luoghi, nonché nel caso in cui detti beni appartengano a terzi estranei al reato. Per taluni illeciti quali il disastro ambientale, l’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e per l’ipotesi aggravata di associazione per delinquere, la nuova legge introduce anche la confisca quale misura di prevenzione dei valori ingiustificati o sproporzionati rispetto al proprio reddito. Previsto altresì che, con la sentenza di condanna o di applicazione della pena, il Giudice debba ordinare anche il recupero e, se tecnicamente possibile, il ripristino dello stato dei luoghi, ponendo i costi a carico del condannato e delle persone giuridiche obbligate al pagamento delle pene pecuniarie in caso di insolvibilità del primo.

Significativo infine l’intervento in tema di ravvedimento operoso. Quest’ultimo, originariamente previsto come causa di non punibilità, ad oggi opera come circostanza di attenuazione della pena - dalla metà a due terzi, ovvero da un terzo alla metà - in favore di chi, rispettivamente, prima della dichiarazione di di apertura del dibattimento di primo grado, eviti che l'attività illecita sia portata a conseguenze ulteriori, provveda alla messa in sicurezza, alla bonifica o al ripristino dello stato dei luoghi; ovvero collabori concretamente con l'Autorità di Polizia o Giudiziaria alla ricostruzione dei fatti e all'individuazione dei colpevoli.

sabato 20 giugno 2015

Huston (ACEA) abbiamo due nuovi problemi...

La scrivente Associazione Ambientalista segnala la riparazione delle
perdite all'acquedotto Comunale di Monte San Giovanni Campano da parte di
ACEA ATO5 già segnalate il 17.6.2015 ma ribadisce che la situazione è fuori
controllo. Dall'acquedotto colabrodo Monticiano solo il giorno 19.6.2015
sono scaturite due nuove perdite per un totale di 7 perdite in tre giorni .
Siccome ACEA ha scritto che bisogna far notare lo spreco dell'acqua ai
responsabili si coglie l'occasione sgradita di far presente ad ACEA ATO5
Spa che ci sono due perdite nuove dal “perdidotto” che gestisce.

Fare Verde Onlus Monte San Giovanni Campano è associazione Ambientalista e
precisa per l'ennesima volta che l'acqua è un bene prezioso di tutti e
nessuno la deve sprecare compresa ACEA ATO 5 Spa.Quindi...Houston abbiamo
due nuovi problemi...

Elenco delle perdite riscontrate il giorno 19.6.2015

1) Bivio per Colle Pupazzo

2)Località Ceccarelli


 Infine Fare Verde ricorda ad ACEA Ato 5 Spa che tutte le acque
superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono
pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata
secondo criteri di solidarietà.

Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative
ed i diritti delle generazioni future
a fruire di un integro
patrimonio ambientale. Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e
al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la
vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i
processi geomorfologici e gli equilibri idrologici.


 Monte San Giovanni Campano il 20.6.2015

Fare Verde Monte San Giovanni Campano



Ceccarelli


Bivio di Colle Pupazzo

sabato 6 giugno 2015

Acqua razionata alla popolazione mentre ACEA e COMUNE la perdono nei fossi

A seguito dell'Ordinanza n.9 del Maggio 2015 con la quale il Sindaco di Monte San Giovanni Campano, esaudisce il desiderio di ACEA di addossare le responsabilità alla popolazione per l'interruzione del flusso idrico, FARE VERDE Monte San Giovanni Campano ha inviato una nota di protesta al Sig. Prefetto di Frosinone e al Presidente della Provincia di Frosinone nel merito del servizio di fornitura idrica gestito da ACEA.


Nei fatti il Sindaco di Monte San Giovanni Campano oltre ad addossare le responsabilità per l'interruzione del servizio idrico esclusivamente ai cittadini di Monte San Giovanni Campano ha promesso loro multe e denunce nel caso di un non meglio specificato uso improrio dell'acqua potabile. E' andato comunque OLTRE proibendo alle attività commerciali di destinare l'acqua potabile ad usi che non siano strettamente inerenti alla garanzia dell'igiene e salute pubbliche come ha proibito di dare l'acqua agli animali. Fare Verde è basita dopo le innumerevoli segnalazioni fatte al Comune sulle perdite dell'acquedotto comunale e ricorda al Sindaco che Monte San Giovanni Campano è sotto infrazione UE per la depurazione delle acque, NON rispettosa delle leggi vigenti sul territorio della Regione Lazio e della Repubblica Italiana, che ci ha fatto conoscere in Europa  come paese di zozzoni e non contenta oltre a ricordargli che l'acquedotto è un colabrodo gli annuncia sulla stampa che chiederà un'ordinanza specifica per ACEA e sul suo uso approssimativo del servizio di fornitura idrica che interrompe il flusso di acqua potabile alla popolazione.
Come mero contorno a queste doglianze FARE VERDE ha realizzato in data 6.6.2015 ben due segnalazioni di perdite pregresse dell'acquedotto comunale che comunque non sarebbero neppure servite visto l'enorme repertorio di perdite segnalate. La prima perdita  in località La Lucca attiva  da ben 15 giorni
 e la seconda in località Carbonaro attiva da 7 giorni.

 Si avvisa comunque che altre segnalazioni di perdite sono in realizzazione in quanto nella giornata di domani FARE VERDE sarà sul territorio per verificarne altre  inviate dai Cittadini che sono stufi di essere maltrattati e considerati scellerati.
Per ultimo: Accusare la popolazione e colpevolizzarla di responsabilità altrui oltre ad essere disdicevole mostra la vera "anima" di chi ha ricevuto il mandato di difendere i CITTADINI.
Fare Verde Monte San Giovanni Campano

martedì 26 maggio 2015

Il fotovoltaico trasparente è una realtà. Cari amministratori cambiate il regolamento comunale.

fotovoltaico trasparente finestre
Da tempo sono iniziate le applicazioni del fotovoltaico trasparente per la realizzazione di finestre perfettamente isolate e con una buona efficienza: le finestre fotovoltaiche riescono a generare energia elettrica meno efficientemente del classico fotovoltaico ma presentano una maggior facilità d’installazione e costi ridotti: l'investimento è azzerato in 5 anni mentre la durata dell'impianto è di 25 anni.





Quando si parla di fotovoltaico trasparente si fa riferimento a diverse tecnologie: fotovoltaico trasparente in gel di silicio, fotovoltaico trasparente a base organica e fotovoltaico trasparente a base di grafene.
Il pannello solare a base organica è sfruttato dall’azienda New Energy technologies Inc. Un punto a favore della tecnologia del fotovoltaico trasparente a base organica è che i costituenti non necessitano di processi produttivi costosi ne’ energivori: le piccole celle solari delle finestre fotovoltaiche non sono prodotte ad alte temperature. Si chiamano SolarWindows e sono delle finestre che sfruttando il fotovoltaico trasparente per produrre energia. Integrano un pannello solare organico ultrasottile capace di assorbire otticamente i fotoni luminosi così da generare elettricità e garantire trasparenza.
Altre finestre fotovoltaiche sono possono essere realizzate con ulteriore facilità. Un film sottile può essere applicato alla superficie della singola finestra o inserito nell’intercapedine di una parete in vetro.

Finestre fotovoltaiche 3M
Ciò è reso possibile grazie all’utilizzo dello speciale gel trasparente contenente silicio amorfo. In base alla scelta dell’applicazione si hanno risultati differenti: utilizzando il gel con silicio amorfo sulla superficie del vetro si ha una produzione elettrica fino a 100 watt per metro quadro. Inserendolo nell’intercapedine del singolo vetro si ha una produzione di quasi il triplo, ovvero 300 watt per m2.
I ricercatori ora stanno studiando eventuali applicazioni dove il fotovoltaico trasparente potrebbe essere a base di grafene, un materiale più duro del diamante, totalmente trasparente e che potrebbe condurre elettricità con uno spessore sottilissimo.
L’unico svantaggio delle finestre fotovoltaiche è che un impianto solare tradizionale può essere orientato e inclinato in base all’irraggiamento solare, mentre non sempre è possibile inclinare le finestre. Questi infissi di solito sono posizionate a 90 gradi in verticale e per questo la produzione elettrica è ridotta.

domenica 17 maggio 2015

Il Capriolo che vive sui Monti Ernici ha una gravidanza VARIABILE dai 160 ai 290 giorni.

Fare Verde illustra semplicemente  la modalità della DIAPAUSA embrionale del capriolo e il meccanismo biochimico con cui riesce a modificare il periodo di gravidanza grazie al quale la gestazione diventa "variabile" e compresa in un arco temporale compreso tra i 160 e i 290 giorni. In buona sostanza la femmina di capriolo riesce a partorire dopo 20 settimane oppure dopo 41 settimane.


Questo fenomeno chiamato Diapausa Embrionale è stato studiato in  Ostetricia  Veterinaria e consiste in buona sintesi nell'interruzione dello sviluppo embrionale. La blastocisti manda un "segnale" alla madre con una proteina chiamata PAG (glicoproteina associata alla gravidanza) univoco per il capriolo, questo vuol dire che il profilo genetico del PAG di capriolo è molto diverso da quello che si può trovare in altri Pág delle specie simili. Le Pag sono proteine che per classificazione  appartengono alla famiglia delle aspartico proteasi, e hanno una sequenza codificante altamente polimorfica. Esse sono liberate dalle cellule del trofoblasto rappresentate da  un sottile strato di cellule che circondano la blastocisti e si legano a specifici recettori sulla superficie cellulare delle cellule bersaglio materne sull’endometrio uterino. Il ruolo delle Págs nelle cellule del trofoblasto è chiaro, perché in altre specie, l'avvio della gravidanza è segnato da un aumento della produzione del progesterone. Nel capriolo la femmina  non produce progesterone fin tanto che l'embrione pur impiantato non si riattiva. Lo studio dimostra che l'embrione, attraverso un preciso programma di attivazione genica, rilascia la PAG specifica nel trofoblasto che legandosi a specifici recettori sulle pareti cellulari dell'endometrio uterino, scatena la reazione ormonale della madre che attiverà in ultima battuta l'embrione stesso il quale riprenderà così il suo sviluppo.


Il periodo riproduttivo della specie, pur con qualche variazione, ha inizio alla metà di luglio e termina a fine agosto. Alcune femmine non fecondate o femmine giovani particolarmente precoci, vanno in calore a novembre–dicembre.

 La recettività della femmina in "estro" è limitata a sole 36-48 ore, pertanto viene richiesto al maschio il giusto tempismo per un efficace accoppiamento.
Particolarità della femmina di capriolo è la "pausa embrionale", evento fisiologico , che consente all’animale di avere un maggior successo riproduttivo e, sostanzialmente, un vantaggio nella lotta alla sopravvivenza. In che cosa consiste questo fenomeno "naturale" ?

Nelle femmine di capriolo fecondate in luglio-agosto, lo sviluppo dell’embrione, per un periodo di 4-5 mesi, avviene, per motivi fisiologici molto complessi  correlati a  livelli ormonali ed altri eventi metabolici, molto lentamente, come se fosse in uno stato di "riposo". Solo dall’inizio di gennaio riprende poi a svilupparsi regolarmente per arrivare, nel periodo primaverile, al parto. La gestazione, in questo caso, dura circa 280-290 giorni complessivi.

Cosi facendo la specie ottiene notevoli "vantaggi" riassumibili in: periodo degli amori (assai dispendiosi dal punto di vista energetico) ben prima dell’inizio dell’inverno in un periodo, quindi, di buona offerta alimentare, nonchè programmazione dei parti nel periodo primaverile, ideale per l’inizio del periodo vegetativo (molto foraggio a disposizione) e per il clima più favorevole. Qualora l’accoppiamento avvenga a novembre-dicembre, l’embrione si sviluppa senza "stasi” e la gestazione dura circa 160-170 giorni con parto sempre nel periodo primaverile inoltrato.

I piccoli (1 o 2 capi) nascono, di norma, dalla metà di maggio alla metà di giugno. A differenza di altre specie, il piccolo di capriolo non segue la madre nella sua attività, ma rimane nascosto fra le erbe o cespugli. La madre lo raggiunge più volte al giorno per allattarlo. Questa caratteristica comportamentale (rimanere immobile e rannicchiato in attesa del ritorno della "mamma" e sicuro del proprio mimetismo) crea spesso un’elevata mortalità, in particolare negli ambienti agricoli, dove l’utilizzo di macchinari (falciatrici, etc) può causare la morte o la mutilazione di numerosi individui. Inoltre, anche occasionali escursionisti, non formati adeguatamente, in caso di ritrovamento di un piccolo di capriolo, scambiano spesso per "abbandono" un fisiologico e momentaneo allontanamento della madre. In questi casi è  "da evitare"  il contatto, il prelievo e recupero del piccolo che, allontanato dal suo ambiente "naturale" e dalla cure materne, spesso non riesce a sopravvivere.


Fare Verde ha voluto spiegare il meccanismo della gravidanza del capriolo nel modo più semplice possibile tanto per far capire che l'uccisione indiscriminata senza cattura prevista dall'ATC di Frosinone ricade proprio nel periodo di svezzamento dei piccoli di capriolo e solo personaggi incoscienti dalla dubbia cultura specifica hanno potuto fissare date assurde per quella che è definita caccia selettiva che va a ricadere nel periodo di allattamento dei caprioli e nella gravidanza quiescente. La deduzione di Fare Verde: Se verranno abbattute le mamme moriranno di conseguenza i piccoli per insufficiente cura parentale (mancanza di latte e di difesa) e quindi il numero dei caprioli abbattuti  non risulterà veritiero perchè aumenterà notevolmente. Infine visto che il periodo della caccia selettiva si  dovrebbe prolungare fino a Marzo 2016 verrebbero abbattute femmine gravide in DIAPAUSA con conseguente danno al patrimonio genetico totale dell'intera popolazione dei caprioli presenti sui Monti Ernici.

sabato 16 maggio 2015

BIOCIDIO SUI MONTI ERNICI (Provincia di Frosinone)

BIOCIDIO SUI MONTI ERNICI
Comunicato Stampa di Fare Verde Onlus Provincia di Frosinone


Fare Verde è disgustata per la decisione presa dalla Regione Lazio di istituire la Caccia di Selezione al Capriolo nell'ATC di Frosinone. Questa Associazione ritiene alquanto strane le dichiarazioni rese in progetto che vengono riportate fedelmente: ATC FR2 Veroli “ NON si è adottata la tecnica del censimento a battuta in quanto le aree campione incidono interamente in area ZPS. Gli operatori che hanno partecipato alle attività di censimento sono stati in totale 50, tra i quali coadiutori formati dalla Provincia di Frosinone e rappresentanze delle squadre locali di caccia al cinghiale”. Orbene Fare Verde si chiede se questo modo di fare sia preciso in quanto per similitudine è come se si fosse assegnato ad una VOLPE il compito di valutare la quantità di galline in un pollaio per capire se può essere visitato dalla volpe stessa. Altre dichiarazioni rese poi da pubblicista del sito ATC di Frosinone lasciano altre perplessità che sono altrettanto strane. Questo membro dell'organizzazione senza alcuna remora per giustificare le pressanti richieste della sua associazione filo americana si è allargato con una dichiarazione alquanto sibillina. Nello specifico ha affermato la necessità della caccia al capriolo nel bosco di Tasso sito presso la Certosa di Trisulti perché essi sono responsabili della rovina del bosco dimenticando però che il Tasso è una pianta velenosa per i mammiferi compreso il Capriolo. Tutte queste esternazioni strane fanno riflettere e fanno pensare al futuro che dal 1° di Giugno vedrà i Monti Ernici grondanti di sangue senza spiegazioni chiare per un evento che comunque è ritenuto premeditato e senza alcuna giustificazione.




Fare Verde è contraria a questo modo indegno di gestire un bene considerato Indisponibile dallo Stato e in questo momento lo è in modo estremo perché non riesce a concepire l'uccisione dei caprioli senza distinzione di sesso e di età; verranno ammazzati anche i piccoli lattanti. Inoltre anche altra fauna selvatica risentirà di quanto accadrà sulle montagne e in particolare ci si riferisce all'Orso che a giugno verrà scacciato, a Luglio verrà scacciato nuovamente e non avrà pace per assumere la giusta quantità di cibo necessaria per svernare perché la caccia selettiva si prolungherà fino al 20 Settembre.
Le date del biocidio in Provincia di Frosinone: dal 1.6.2015 al 14.7.2015; dal 16.8.2015 al 20.9.2015; dal 1.2.2016 al 15.3.2016




mercoledì 13 maggio 2015

Parco dei Monti Ernici - Fare Verde inizia il suo intervento sul Turismo, Edilizia e Agricoltura -


Molti detrattori si sono dilettati nel descrivere l'entità  Parco come un insieme di vincoli per le attività e per le libertà imprenditoriali. Fare Verde Frosinone è lapidaria: "Gli svantaggi di un Parco esistono invece solo per chi vorrebbe continuare a sfruttare le risorse del territorio senza alcun impedimento e trarre profitto anche da attività dannose per la salute dei cittadini. Nei loro confronti, il Parco rappresenterà un formidabile deterrente."


Per gli operatori agricoli, del turismo, commercianti, ristoratori, imprese e per tutti i residenti, il Parco sarà un efficace strumento per la promozione dell’immagine del territorio della Provincia di Frosinone. Una straordinaria opportunità di crescita occupazionale, di sviluppo economico e culturale e di miglioramento della qualità della vita che stabilirà il giusto equilibrio tra sviluppo sostenibile e conservazione dell'Ambiente.
In pochi anni altre regioni, con una intelligente e attenta opera di promozione del territorio (marketing territoriale), sono state capaci di far diventare mete di grande successo anche località minori, marginali, lontane dai percorsi turistici maggiormente frequentati. In modo simile, i nostri comuni dall'economia depressa , i comuni dormitorio che oggi soffrono la disoccupazione, l’abbandono delle terre e la svendita del patrimonio immobiliare e ambientale se ben valorizzati, potrebbero offrire importanti opportunità di lavoro e d'impresa.
Tanto premesso Fare Verde inizia a parlare dei benefici economici diretti del Parco dei Monti Ernici e per il momento si interviene sul Turismo, sull'Edilizia e sull'Agricoltura  in generale   senza scendere nei particolari locali o nei tecnicismi che sono di pertinenza professionale.


Turismo
Il turismo "verde" o turismo "natura" detto anche "sostenibile" è l'unico che non conosce crisi; un turismo non di massa, ma fatto da persone che ricercano, apprezzano e rispettano il contatto con la natura, il cibo biologico, la vita salutare, le bellezze archeologiche, le tradizioni locali, l’artigianato, il fascino delle feste tradizionali, la partecipazione alle ricorrenze religiose ecc ecc.
Il territorio si dovrà quindi dare una struttura di ospitalità che nei Parchi è in buona parte fatta da piccole attività: agriturismi, bed & breakfast, case in affitto, alberghi diffusi nei centri storici e dovrà in ogni modo sostenere e migliorare le attività ricettive esistenti adeguandole al nuovo concetto di sostenibilità.
Il turismo verde chiede anche una ristorazione basata sui prodotti enogastronomici tipici ed è legato anche allo sport e quindi oltre al trekking ci sarà il ciclismo, le canoe , l'equitazione, il volo con parapendio, pareti da scalare e così via.
Ci saranno quindi occasioni di lavoro per guide, animatori, educatori ambientali, istruttori, ecc. , oltre a forti ricadute sull'agricoltura.



Edilizia
Costruire qualche villetta o qualche orrendo palazzone in calcestruzzo  non serve a nulla, meglio aumentare l'ospitalità dei bellissimi Centri Storici per tutte quelle persone che vogliono stare in vacanza lontani dal cemento delle città. Chi spera in qualche variante ai PRG o alle leggi che gli permettano di costruire in modo scellerato come è stato fatto sin ora  non sarà soddisfatto, lo saranno però molti altri. Saranno soddisfatti anche i semplici cittadini che non hanno mai fatto investimenti/speculazioni edilizie e vogliono solo una migliore qualità della vita in un perfetto connubio con la Natura.
Il valore degli immobili esistenti aumenterà e così pure la loro redditività perché il turismo potrà essere spalmato durante tutto l'anno solare: si va meglio in bicicletta nella mezza stagione, mentre d'inverno ci si può inventare un pacchetto monti/laghi.
Un Parco è sempre popolato da seconde case; forse si potrà finalmente vendere e non svendere oltre a ristrutturare valorizzando l'esistente senza ulteriori "consumi di suolo". Da semplici visitatori, alcuni potrebbero decidere di acquistare case e terreni, di trasferirsi definitivamente o di investire nel nostro territorio.
Ci saranno quindi occasioni di lavoro in edilizia per ristrutturazioni, manutenzioni, costruzioni, ecc. .


Ristrutturazione dei centri storici, riqualificazione energetica degli edifici, microgenerazione di energia da fonti rinnovabili, riduzione/recupero dei rifiuti.
La ristrutturazione dei centri storici, la valorizzazione delle aree archeologiche e dei luoghi di culto sono necessarie per differenziare l'offerta turistica (e i Parchi sono per legge preferiti in questo tipo di finanziamenti ).
Il Parco persegue un'integrazione tra uomo e natura anche tramite la riduzione dei consumi energetici, la generazione di energia da fonti rinnovabili, l'edilizia sostenibile e la riduzione/differenziazione/valorizzazione dei rifiuti che secondo Fare Verde in questo particolare parco diventeranno obiettivi fondamentali.
Si aprono quindi possibilità di lavoro in questi campi all'avanguardia: per progettisti, per installatori, per imprese di costruzione, per chi progetta e costruisce strutture in legno, per restauratori e altre ancora nella gestione dei rifiuti come tra le altre cose prevede il D.Lgs 152 del 2006


Agricoltura
Fare Verde si rende conto della difficoltà di dire agli agricoltori che cosa potranno ottenere dal Parco; hanno ascoltato così tante promesse  non mantenute che sono estremamente scettici. Ma Fare Verde ci vuole provare ugualmente  rivolgendosi non tanto ai più anziani e sfiduciati che vedono l'agricoltura solo come integrazione alle misere pensioni e per i quali nulla cambierà rispetto ad ora, ma ai più giovani e ai titolari delle aziende ancora vitali.
Come dimostrano molte esperienze positive, il parco è uno strumento che  se ben usato può far rinascere l'agricoltura da reddito. Come già detto: per ottenere risultati occorre però il lavoro e l'intelligenza delle persone.
All'interno del Parco e nelle aree di contiguità saranno possibili l'agricoltura e l'allevamento non intensivi; questo significa che non avremo le porcilaie o i campi di mais ibrido della pianura Padana ma si  dovranno mantenere e migliorare quel che abbiamo già, sfruttando il Parco per aumentare la redditività  dei terreni con prodotti di qualità straordinaria.
Gli agricoltori potranno differenziare la loro offerta (e i loro redditi) con agriturismi, fattorie didattiche, trasformazione e vendita diretta, manutenzione delle strutture del Parco inclusi interventi di ripristino ambientale e di lotta contro gli incendi, eccetera.
Già oggi gli agriturismi offrono sempre più servizi a chi sceglie ferie sostenibili e responsabili: non solo natura ed escursionismo, birdwatching e aree benessere attrezzate, passeggiate guidate a cavallo o in bicicletta, ma la possibilità di ritemprarsi dallo stress della città imparando a fare “qualcosa” di particolare: corsi per riconoscere e utilizzare le erbe aromatiche e spontanee, corsi per preparare saponi o cosmetici naturali, corsi di cucina, ecc.


 E poi attività di svago pensate per i bambini, con la possibilità di partecipare alla vita agricola dell’azienda. Senza dimenticare il fondamentale aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali.
Per tutto questo le aziende agricole potranno ampliare/ristrutturare/costruire edifici e strutture (stalle, caseifici ecc.) con procedure semplificate rispetto alle attuali e godere in via preferenziale di incentivi.
Il Parco potrà/dovrà fornire organizzazione, formazione ed aiuto per l'imprenditoria agricola e consulenze per diffondere le migliori tecniche di coltivazione. Il Parco potrà/dovrà promuovere l´imprenditoria giovanile e femminile.
Il Parco potrà/dovrà preparare progetti per accedere ai finanziamenti europei.
Il marchio del Parco aumenterà l'attrattiva commerciale dei prodotti sui mercati nazionali e internazionali. Il Parco potrà/dovrà lavorare per la diffusione del suo marchio.
Il Parco potrà/dovrà avviare progetti di qualità per identificare e valorizzare commercialmente le eccellenze agroalimentari del suo territorio.
Il Parco potrà/dovrà recuperare, tutelare e valorizzare la biodiversità agronomica, cioè le produzioni agricole ed agroalimentari tradizionali che utilizzano specie e varietà locali oggi quasi scomparse dai campi e dalle tavole. Prodotti spesso di altissima qualità ma ottenuti da un tessuto di aziende piccole e piccolissime, che non hanno al momento nessuna possibilità di promuoverle . Per garantire loro adeguati sbocchi di mercato, il Parco potrà/dovrà promuoverle definendo  precisi disciplinari tecnici e associandovi il logo del Parco. E poiché la biodiversità è anche culturale si dovranno recuperare anche le tradizioni, i prodotti, le ricette legati a quelle varietà.
Il turismo e l'educazione alimentare per gli abitanti del Parco aumenteranno le vendite a km-zero. Il Parco potrà/dovrà organizzare mercatini e negozi per la vendita di prodotti alimentari locali (anche associati alle strutture del Parco). Progetti di collaborazione permetteranno ai prodotti del Parco di essere venduti anche negli altri Parchi e viceversa.
Per favorire l'adozione dei metodi dell'agricoltura biologica, il Parco potrà/dovrà cofinanziare le spese di certificazione che spesso, per le piccole aziende, rappresentano un ostacolo all'ingresso nel sistema di controllo previsto dall'Unione Europea.
Potranno nascere cooperative per condurre i terreni di chi non è più in grado di farlo; potrebbe essere addirittura il Parco ad occuparsi di questo pagando l'affitto al proprietario per evitare terreni incolti (come avviene nel Parco delle Cinque terre). Ci potranno essere forme di cooperazione nell'uso di macchinari o nell'acquisto di materiali. La forza di un Parco sta nell'essere un'unica comunità, lo stesso può/deve accadere in agricoltura.
Immaginate l'agricoltura di più comuni uniti in un solo marchio, con tecniche e strutture comuni, che perseguano un solo obiettivo di qualità e sostenibilità; un'agricoltura con forze nuove che vada incontro al futuro. Un progetto unitario che sia da esempio; in linea con le più recenti decisioni europee. Immaginate anche la forza di questo sistema per attrarre i finanziamenti.
La politica agricola europea con i suoi piani di investimento va nella direzione di incentivare proprio il tipo di agricoltura che si dovrebbe fare nel Parco.

Come detto, tutto questo richiede due cose: una capace e intelligente gestione fatta dall'Ente Parco e l'impegno delle persone con l'arrivo di nuove leve; ci vorranno anni ma è una strada più che possibile e già percorsa altrove, in Italia e nel mondo. Nella prossima esternazione Fare Verde continuerà a parlare di benefici iniziando dalla Fauna Selvatica pur sapendo di attirare le IRE FUNESTE dei detrattori...