mercoledì 13 maggio 2015

Parco dei Monti Ernici - Fare Verde inizia il suo intervento sul Turismo, Edilizia e Agricoltura -


Molti detrattori si sono dilettati nel descrivere l'entità  Parco come un insieme di vincoli per le attività e per le libertà imprenditoriali. Fare Verde Frosinone è lapidaria: "Gli svantaggi di un Parco esistono invece solo per chi vorrebbe continuare a sfruttare le risorse del territorio senza alcun impedimento e trarre profitto anche da attività dannose per la salute dei cittadini. Nei loro confronti, il Parco rappresenterà un formidabile deterrente."


Per gli operatori agricoli, del turismo, commercianti, ristoratori, imprese e per tutti i residenti, il Parco sarà un efficace strumento per la promozione dell’immagine del territorio della Provincia di Frosinone. Una straordinaria opportunità di crescita occupazionale, di sviluppo economico e culturale e di miglioramento della qualità della vita che stabilirà il giusto equilibrio tra sviluppo sostenibile e conservazione dell'Ambiente.
In pochi anni altre regioni, con una intelligente e attenta opera di promozione del territorio (marketing territoriale), sono state capaci di far diventare mete di grande successo anche località minori, marginali, lontane dai percorsi turistici maggiormente frequentati. In modo simile, i nostri comuni dall'economia depressa , i comuni dormitorio che oggi soffrono la disoccupazione, l’abbandono delle terre e la svendita del patrimonio immobiliare e ambientale se ben valorizzati, potrebbero offrire importanti opportunità di lavoro e d'impresa.
Tanto premesso Fare Verde inizia a parlare dei benefici economici diretti del Parco dei Monti Ernici e per il momento si interviene sul Turismo, sull'Edilizia e sull'Agricoltura  in generale   senza scendere nei particolari locali o nei tecnicismi che sono di pertinenza professionale.


Turismo
Il turismo "verde" o turismo "natura" detto anche "sostenibile" è l'unico che non conosce crisi; un turismo non di massa, ma fatto da persone che ricercano, apprezzano e rispettano il contatto con la natura, il cibo biologico, la vita salutare, le bellezze archeologiche, le tradizioni locali, l’artigianato, il fascino delle feste tradizionali, la partecipazione alle ricorrenze religiose ecc ecc.
Il territorio si dovrà quindi dare una struttura di ospitalità che nei Parchi è in buona parte fatta da piccole attività: agriturismi, bed & breakfast, case in affitto, alberghi diffusi nei centri storici e dovrà in ogni modo sostenere e migliorare le attività ricettive esistenti adeguandole al nuovo concetto di sostenibilità.
Il turismo verde chiede anche una ristorazione basata sui prodotti enogastronomici tipici ed è legato anche allo sport e quindi oltre al trekking ci sarà il ciclismo, le canoe , l'equitazione, il volo con parapendio, pareti da scalare e così via.
Ci saranno quindi occasioni di lavoro per guide, animatori, educatori ambientali, istruttori, ecc. , oltre a forti ricadute sull'agricoltura.



Edilizia
Costruire qualche villetta o qualche orrendo palazzone in calcestruzzo  non serve a nulla, meglio aumentare l'ospitalità dei bellissimi Centri Storici per tutte quelle persone che vogliono stare in vacanza lontani dal cemento delle città. Chi spera in qualche variante ai PRG o alle leggi che gli permettano di costruire in modo scellerato come è stato fatto sin ora  non sarà soddisfatto, lo saranno però molti altri. Saranno soddisfatti anche i semplici cittadini che non hanno mai fatto investimenti/speculazioni edilizie e vogliono solo una migliore qualità della vita in un perfetto connubio con la Natura.
Il valore degli immobili esistenti aumenterà e così pure la loro redditività perché il turismo potrà essere spalmato durante tutto l'anno solare: si va meglio in bicicletta nella mezza stagione, mentre d'inverno ci si può inventare un pacchetto monti/laghi.
Un Parco è sempre popolato da seconde case; forse si potrà finalmente vendere e non svendere oltre a ristrutturare valorizzando l'esistente senza ulteriori "consumi di suolo". Da semplici visitatori, alcuni potrebbero decidere di acquistare case e terreni, di trasferirsi definitivamente o di investire nel nostro territorio.
Ci saranno quindi occasioni di lavoro in edilizia per ristrutturazioni, manutenzioni, costruzioni, ecc. .


Ristrutturazione dei centri storici, riqualificazione energetica degli edifici, microgenerazione di energia da fonti rinnovabili, riduzione/recupero dei rifiuti.
La ristrutturazione dei centri storici, la valorizzazione delle aree archeologiche e dei luoghi di culto sono necessarie per differenziare l'offerta turistica (e i Parchi sono per legge preferiti in questo tipo di finanziamenti ).
Il Parco persegue un'integrazione tra uomo e natura anche tramite la riduzione dei consumi energetici, la generazione di energia da fonti rinnovabili, l'edilizia sostenibile e la riduzione/differenziazione/valorizzazione dei rifiuti che secondo Fare Verde in questo particolare parco diventeranno obiettivi fondamentali.
Si aprono quindi possibilità di lavoro in questi campi all'avanguardia: per progettisti, per installatori, per imprese di costruzione, per chi progetta e costruisce strutture in legno, per restauratori e altre ancora nella gestione dei rifiuti come tra le altre cose prevede il D.Lgs 152 del 2006


Agricoltura
Fare Verde si rende conto della difficoltà di dire agli agricoltori che cosa potranno ottenere dal Parco; hanno ascoltato così tante promesse  non mantenute che sono estremamente scettici. Ma Fare Verde ci vuole provare ugualmente  rivolgendosi non tanto ai più anziani e sfiduciati che vedono l'agricoltura solo come integrazione alle misere pensioni e per i quali nulla cambierà rispetto ad ora, ma ai più giovani e ai titolari delle aziende ancora vitali.
Come dimostrano molte esperienze positive, il parco è uno strumento che  se ben usato può far rinascere l'agricoltura da reddito. Come già detto: per ottenere risultati occorre però il lavoro e l'intelligenza delle persone.
All'interno del Parco e nelle aree di contiguità saranno possibili l'agricoltura e l'allevamento non intensivi; questo significa che non avremo le porcilaie o i campi di mais ibrido della pianura Padana ma si  dovranno mantenere e migliorare quel che abbiamo già, sfruttando il Parco per aumentare la redditività  dei terreni con prodotti di qualità straordinaria.
Gli agricoltori potranno differenziare la loro offerta (e i loro redditi) con agriturismi, fattorie didattiche, trasformazione e vendita diretta, manutenzione delle strutture del Parco inclusi interventi di ripristino ambientale e di lotta contro gli incendi, eccetera.
Già oggi gli agriturismi offrono sempre più servizi a chi sceglie ferie sostenibili e responsabili: non solo natura ed escursionismo, birdwatching e aree benessere attrezzate, passeggiate guidate a cavallo o in bicicletta, ma la possibilità di ritemprarsi dallo stress della città imparando a fare “qualcosa” di particolare: corsi per riconoscere e utilizzare le erbe aromatiche e spontanee, corsi per preparare saponi o cosmetici naturali, corsi di cucina, ecc.


 E poi attività di svago pensate per i bambini, con la possibilità di partecipare alla vita agricola dell’azienda. Senza dimenticare il fondamentale aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali.
Per tutto questo le aziende agricole potranno ampliare/ristrutturare/costruire edifici e strutture (stalle, caseifici ecc.) con procedure semplificate rispetto alle attuali e godere in via preferenziale di incentivi.
Il Parco potrà/dovrà fornire organizzazione, formazione ed aiuto per l'imprenditoria agricola e consulenze per diffondere le migliori tecniche di coltivazione. Il Parco potrà/dovrà promuovere l´imprenditoria giovanile e femminile.
Il Parco potrà/dovrà preparare progetti per accedere ai finanziamenti europei.
Il marchio del Parco aumenterà l'attrattiva commerciale dei prodotti sui mercati nazionali e internazionali. Il Parco potrà/dovrà lavorare per la diffusione del suo marchio.
Il Parco potrà/dovrà avviare progetti di qualità per identificare e valorizzare commercialmente le eccellenze agroalimentari del suo territorio.
Il Parco potrà/dovrà recuperare, tutelare e valorizzare la biodiversità agronomica, cioè le produzioni agricole ed agroalimentari tradizionali che utilizzano specie e varietà locali oggi quasi scomparse dai campi e dalle tavole. Prodotti spesso di altissima qualità ma ottenuti da un tessuto di aziende piccole e piccolissime, che non hanno al momento nessuna possibilità di promuoverle . Per garantire loro adeguati sbocchi di mercato, il Parco potrà/dovrà promuoverle definendo  precisi disciplinari tecnici e associandovi il logo del Parco. E poiché la biodiversità è anche culturale si dovranno recuperare anche le tradizioni, i prodotti, le ricette legati a quelle varietà.
Il turismo e l'educazione alimentare per gli abitanti del Parco aumenteranno le vendite a km-zero. Il Parco potrà/dovrà organizzare mercatini e negozi per la vendita di prodotti alimentari locali (anche associati alle strutture del Parco). Progetti di collaborazione permetteranno ai prodotti del Parco di essere venduti anche negli altri Parchi e viceversa.
Per favorire l'adozione dei metodi dell'agricoltura biologica, il Parco potrà/dovrà cofinanziare le spese di certificazione che spesso, per le piccole aziende, rappresentano un ostacolo all'ingresso nel sistema di controllo previsto dall'Unione Europea.
Potranno nascere cooperative per condurre i terreni di chi non è più in grado di farlo; potrebbe essere addirittura il Parco ad occuparsi di questo pagando l'affitto al proprietario per evitare terreni incolti (come avviene nel Parco delle Cinque terre). Ci potranno essere forme di cooperazione nell'uso di macchinari o nell'acquisto di materiali. La forza di un Parco sta nell'essere un'unica comunità, lo stesso può/deve accadere in agricoltura.
Immaginate l'agricoltura di più comuni uniti in un solo marchio, con tecniche e strutture comuni, che perseguano un solo obiettivo di qualità e sostenibilità; un'agricoltura con forze nuove che vada incontro al futuro. Un progetto unitario che sia da esempio; in linea con le più recenti decisioni europee. Immaginate anche la forza di questo sistema per attrarre i finanziamenti.
La politica agricola europea con i suoi piani di investimento va nella direzione di incentivare proprio il tipo di agricoltura che si dovrebbe fare nel Parco.

Come detto, tutto questo richiede due cose: una capace e intelligente gestione fatta dall'Ente Parco e l'impegno delle persone con l'arrivo di nuove leve; ci vorranno anni ma è una strada più che possibile e già percorsa altrove, in Italia e nel mondo. Nella prossima esternazione Fare Verde continuerà a parlare di benefici iniziando dalla Fauna Selvatica pur sapendo di attirare le IRE FUNESTE dei detrattori...

lunedì 11 maggio 2015

Fare Verde Provincia di Frosinone aderisce al Comitato per la Protezione dei Monti Ernici

La nostra Associazione riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ha aderito per convinzione al Comitato per la Proterzione dei Monti Ernici. La sua iscrizione all'Albo delle Associazioni della Regione Lazio rafforza la sua natura Ambientalista e la presenta tra le più attive sul territorio.

La foto è stata scattata nel Parco SIC Duna di Capratica (Fondi). L'area è provvista di chalet per la balneazione e la gente al mare ci va benissimo con la strada asfaltata che arriva fino a 20 metri dall'acqua.
 Fino a questo momento sono stati pubblicati vari articoli nei confronti dell'iniziativa di tutela Naturalistica  e di sviluppo socio economico "Parco dei Monti Ernici". Quello che ha colpito di più è la concezione retriva che alberga nelle menti dei vari esponenti politici e di una pseudo associazione nelle loro  pubbliche esternazioni. Fare Verde vuole fare CHIAREZZA perchè non c'è nulla da nascondere. Da come è rappresentato il futuro Parco dei Monti Ernici si dispiegherà solo nella parte alta dei Monti Ernici dove l'antropizzazione è bassissima o nulla ( non ci abita nessuno o solo pochissime persone); nelle future aree Parco non ci sono insediamenti agricoli e non è affatto vero che le aree di contiguità che potrebbero interessare i Comuni di appartenenza sarebbero gravate da vincoli strani o in eccesso a quelli già esistenti. Il Parco è un momento di cultura, un'idea positiva che diventa realtà economica attraverso la rivalutazione del territorio e non rappresenta l'esatto contrario. All'inizio di questo costrutto è stato scritto di "concezione retriva" e Fare Verde spiega il perchè: Negli anni passati quando un Parco veniva raccontato veniva rappresentato con la concezione Americana o Svizzera che non prevedeva la presenza dell'uomo al suo interno e quindi era chiara la concezione che in quei luoghi protetti non si potesse fare nulla che riguardasse l'antropizzazione. Di fatto il Parco veniva visto come un'isola inaccessibile e immaginato perfino recintato. In Italia con l'antropizzazione diffusa questo concetto ha portato ad un nuovo approccio della concezione di Parco che si è sviluppato ed è diventato  realtà con l'istituzione dei Parchi Regionali previsti  dalle leggi Nazionali  che ben specificano la nuova natura di questi luoghi. Ai sensi della Legge 394/1991, art. 2, comma 2, i Parchi Regionali "Sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacustri ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore ambientale e naturalistico, che costituiscano, nell'ambito di una o più regioni adiacenti, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali".


 In particolare le aree protette regionali, sulla base delle analoghe esperienze condotte in altri Paesi europei, hanno saputo adattare il primitivo modello di parco nordamericano e/o Svizzero alla complessa realtà dell'antropizzato mondo italiano. La novità apportata da questi parchi Regionali ( proprio come il futuro Parco dei Monti Ernici) è stata quella  di coniugare la conservazione delle risorse naturali con l'uso sociale delle stesse e con la ricerca dello sviluppo sostenibile e compatibile  per le popolazioni insediate. I nuovi parchi Regionali si sono così proposti come terreno di applicazione  ecologica permanente, dove, con un nuovo approccio culturale ed economico, sono  riusciti a definire un modello di gestione territoriale diverso da quello che è stato presente fino a questo momento. Le novità hanno bisogno solo di un pò di tempo per diventare consuetudine e per quanto è stato fin ora descritto  Fare Verde continuerà con altri costrutti a spiegare cosa si potrà fare e cosa non si potrà fare in un parco con correttezza e precisione senza tralasciare nulla in modo da fugare qualsiasi ragionevole dubbio.

Let's Clean Up Europe Parco SIC Duna di Capratica Fondi (LT) Italia


Fare Verde Onlus Monte San Giovanni Campano il giorno 10 Maggio 2015 è tornata sulla Duna di Capratica a Fondi (LT) con Let's Clean Up Europe Parco SIC Duna di Capratica - Fondi - (LT) Italia




Impegno, dedizione, amore per l'ambiente e desiderio di far sì che una mattinata di Maggio rappresenti un segnale forte, per le Istituzioni, i Cittadini, le Associazioni e tutti coloro che vivono la realtà del litorale fondano. Fare Verde Onlus ha aderito a Let's Clean Up Europe nell'ambito dell'iniziativa Nazionale  "Dove passano i nuovi barbari".










Tre ore sotto al sole, immersi nella Duna di Capratica, Sito di Interesse Comunitario che merita di essere curato e coccolato, per bonificare circa 500 metri da rifiuti di ogni genere che deturpano lo splendido scenario del posto. Grazie di cuore a tutti coloro che quest'oggi hanno partecipato all'iniziativa "Let's Clean Up Europe Day", agli amici di Omnis Associazione e "Il Quadrato" Fondi all'Associazione Nuove Prospettive che insieme a Fare Verde  hanno voluto rendere indimenticabile questa caldissima Domenica.  






Sono stati raccolti 16 bustoni di immondizia compresa una tenda da campeggio che  a sua volta è stata riempita e usata per il trasporto. 


Un ulteriore ringraziamento alla Società "De Vizia" per la cortese collaborazione, al Comune di Fondi per aver patrocinato l'Evento ed al Lido Il Grillo per averci ospitato. Un saluto a tutti i bagnanti che hanno testimoniato la loro vicinanza all'iniziativa ringraziandoci per quanto realizzato.




Logo del Comune di Fondi Ente patrocinante la manifestazione




Associazione Il Quadrato Fondi




Associazione OMNIS


Associazione Nuove Prospettive


venerdì 8 maggio 2015

#cleanupeurope Let's Clean Up Europe Parco SIC Dune di Capratica Fondi 10.5.2015


     Let's Clean Up europe - Parco SIC Dune di Capratica - Fondi - (LT) - Italia - SERR 2015





    Ogni anno milioni di tonnellate di rifiuti abbandonati finiscono negli oceani, sulle spiagge, nelle foreste o da qualche parte semplicemente nella natura. La causa principale di tutto ciò sono i modelli insostenibili di produzione e di consumo delle nostre società, cattive politiche di gestione dei rifiuti e mancanza di sensibilità nella popolazione. Per ridurre l’abbandono dei rifiuti in natura e dare visibilità al tema, la SERR (Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti) coordina una Giornata di Pulizia Europea (European Clean-Up Day) annuale chiamata "Let’s Clean Up Europe".




    Durante gli ultimi anni si sono svolte in tutta Europa moltissime campagne di pulizia (clean-up) per afforntare il problema dell’abbandono. Lo European Clean-Up Day, con la campagna “Let’s Clean Up Europe!”, intende racchiudere tutte queste iniziative assieme per avere un evento di clean-up a livello europeo che si svolge un solo giorno (o pochi giorni consecutivi) in tutta Europa, coinvolgendo quanti più cittadini possibile. Lo European Clean-Up Day si svolgerà dall’8 al 15 Maggio 2015, a Fondi per la precisione Domenica 10 Maggio, dalle ore 10 alle ore 13, nell'ambito dell'Iniziativa nazionale di "Fare Verde Onlus" Associazione Ambientalista dal nome "Dove passano i nuovi barbari". Nel mirino la duna e la spiaggia di Capratica (Sito di Interesse Comunitario Parco delle Dune di Capratica per l'esattezza).


    SERR 2015

    Prendendo parte a “Let’s Clean Up Europe!” e aiutando a tenere pulito l’ambiente, i partecipanti possono rendersi conto di quanti rifiuti sono abbandonati vicino a loro. Questa azione dà un’opportunità unica per sensibilizzare i Cittadini sui problemi dell’abbandono dei rifiuti e per aiutare a cambiare i loro comportamenti.


    All'iniziativa prenderanno parte:
    Associazione Ambientalista "Fare Verde Onlus"
    Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano
    Associazione Culturale "Il Quadrato" Fondi
    Associazione "Nuove Prospettive"
    Associazione "Omnis"
    con il Patrocinio del Comune di Fondi
    e la collaborazione della "De Vizia Transfer S.p.A."



    Associazione il Quadrato Fondi
    Associazione Omnis

    Associazione Nuove Prospettive

giovedì 7 maggio 2015

Fare Verde Campoliamo

Si è costituito il Gruppo "Fare Verde Campoliamo" già attivo sul territorio di Campoli Appennino (FR).
Campoli Appennino fa parte  del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise , è incastonato tra la valle del Liri e la Val Comino e fa parte della Comunità Montana Valle di Comino.






 Fare Verde Campoliamo si è costituito il giorno 6 Maggio 2015 ed è rappresentato dal Presidente Elena Gabriele; la sede del gruppo è in via Cerreto.
La Compagine "Campoliamo" è già attiva sul territorio con azioni di tutela Ambientale affrontate in collaborazione con la locale Amministrazione Comunale.
Al Gruppo Fare Verde Campoliamo vanno i migliori auguri di buon "proseguimento" in difesa dell'Ambiente dagli associati di Fare Verde Monte San Giovanni Campano.


Le iscrizioni a Fare Verde per la costituzione del Gruppo


martedì 28 aprile 2015

Fare Verde Provincia di Frosinone

Con la nomina del Commissario per la Provincia di Frosinone l'Associazione Ambientalista Fare Verde Onlus inizia il riassetto territoriale nell'esclusivo interesse dell'Ambiente e dei Cittadini che vi insistono.  


"Verranno approfondite le tematiche riguardanti la depurazione delle acque reflue, la Valle del Sacco, l'eternit quale assassino occulto, i rifiuti interrati, il ciclo dei rifiuti, le linee dell'inceneritore (termovalorizzatore), le polveri sottili, i siti SIR di discarica, la tutela delle biodiversità, la difesa degli animali, la produzione di energie alternative, l'agricoltura biologica, le opere pubbliche che distruggono il territorio e quanto altro  verrà segnalato dagli associati nella provincia di Frosinone sempre facendo riferimento a quel filo diretto con la Presidenza Nazionale e Regionale con cui sarò in contatto costantemente. A giorni e sentiti gli iscritti di Monte San Giovanni Campano verrà indetta l'Assemblea locale che si terrà entro il mese di giugno 2015  per la nomina del nuovo responsabile locale.
Le iscrizioni a Fare Verde Onlus sono aperte come è in programma  la costituzione di nuovi Gruppi Locali nei Comuni che sono scoperti. Si ricorda infine che Fare Verde Onlus non ha nessun legame politico di schieramento come non ha sponsor che la sostengono. La libertà di agire , di tutelare l'Ambiente e le Biodiversità non ha prezzo."


Il Presidente Nazionale di Fare Verde Onlus Avv. Francesco Greco ha nominato il Dott. Marco Belli Commissario per la Provincia di Frosinone per 365 giorni durante i quali la nostra Associazione verrà dispiegata sul territorio della Provincia di Frosinone nell'interesse supremo dell'Ambiente, delle Biodiversità e in difesa degli animali.

sabato 25 aprile 2015

Uso del Glyphosate a Monte San Giovanni Campano ... più duri delle pietre ...

Fare Verde Onlus - Monte San Giovanni Campano - Subito prima della località Colonnette è stato usato il diserbante Roundup della Monsanto. Fare Verde vuole ricordare con apposita bibliografia quali SONO le problematiche procurate dall'uso della sostanza che contiene il Glyphosate.



La nostra Associazione al più presto contatterà chi ha usato il Glyphosate e gli consegnerà il seguente promemoria in modo che si possa rendere conto della pericolosità di quella sostanza. Il Glyfosate è un composto chimico fosfonato organico che fu brevettato nel 1964 da Stauffer Chemical Society come chelante; dopo 10 anni e precisamente nel 1974 la Monsanto Company lo brevettò come erbicida ed infine sempre la Monsanto Company nel 2000 lo brevettò nuovamente come antibiotico. 







Il Gliphosate , N-fosfonometilglicina è stato considerato non tossico per gli esseri umani da Williams ed altri nel 2000 ma dalla ricerca bibliografica basata sui dati ISPRA si può dedurre facilmente che le asserzioni divulgate sulla non tossicità non sembrano corrispondere a verità. In Italia questa molecola è conosciuta con diversi nomi o addirittura frasi che identificano i prodotti commerciali che lo contengono come ad esempio il famoso Roundup e purtroppo l'uso di questo pesticida ammonta a circa 1500 tonnellate annue. Fare Verde Onlus come Associazione Ambientalista è contraria all'uso dei pesticidi per il rispetto che porta all'Ambiente, alle biodiversità e per le problematiche che provoca alla salute dell'uomo come è stato accertato. Non si può certo far finta di nulla da quando è stato dimostrato che il diserbante procura danni alle culture con la morte improvvisa di alcune specie o agevola il “mal del piede dei cereali” e la proliferazione dei funghi responsabili del marciume radicale (Huberet al. 2005/07) o addirittua del Fusarium che possono entrare nella catena alimentare e danneggiare gli esseri umani con le loro tossine. Huber & Haneklaus,2007). Il Glyphosate oltre a danneggiare gli invertebrati di acqua dolce, gli Anellidi, gli insetti, i pesci , gli anfibi , gli uccelli, danneggia anche i mammiferi tra cui l'Homo Sapiens (che tanto sapiente non è). 




Nell'essere umano l'esposizione alla molecola provoca: occhi gonfi, intorpidimento del viso, bruciore e/o prurito della pelle, vesciche, rapida frequenza cardiaca , elevata pressione samguigna, dolori al petto, congestione, tosse, mal di testa e nausea (Coox, 2004). Procura un effetto malevolo sui batteri benefici procura l'impoverimento della Selenocisteina che agisce da catalitico agli enzimi che proteggono la tiroide dai danni dei radicali liberi(Triggiani, 2009) e come conseguenza diretta porterebbero ad apoptosi (morte delle cellule) e a risposte autoimmuni. L'impoverimento della Metionina provocata dal pesticida (Natziger et al, 1984) complica poi il quadro sistemico. Il glyphosate è noto come inibitore degli enzimi citocromo P450 che sovrintendono alla detossificazione di tossine ambientali, nell'attivazione della Vit. D3, nel catabolismo della VitA, nel mantenimento della produzione di acidi biliari e fonti di solfato nell'intestino inibendo i processi di disintossicazione naturale, Interrompendo l'omeostasi, favorisce i processi infiammatori fino a provocare una lenta destrutturazione dei sistemi cellulari. Tutte queste alterazioni possono contribuire alla genesi della maggior parte delle malattie dovute alla dieta occidentale che comprendono una miriade di disturbi quali la Celiachia (Samsel & Seneff, 2013), obesità, diabete, malattie cardiache, depressione, autismo, sterilità, cancro e morbo di Alzheimer (Samsel& Seneff, 2013). Infine nel 2003 De Roos , Hardell e Mc Duffie con studi di laboratorio hanno confermato che il Glyphosate e/o i prodotti che lo contengono mostrano genotossicità e mutagenicità. Caratteristiche tipiche degli agenti che inducono il cancro. Dopo tutto questo sperpetuo infine il Glyphosate non si ferma perché è capace di produrre aumento dell'incidenza degli aborti, riduce la produzione degli ormoni sessuali, insufficienza renale e infine danni al DNA del tessuto connettivo esposto al Glyphosate idrogeno perossido (National Library Medicine , 2003 – Lueken et al, 2004).


La Legge punisce chi disperde nell'Ambiente il diserbante senza le necessarie autorizzazioni  ai sensi del D.Lg.vo n. 194/95, in attuazione della Direttiva CEE 91/414 in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari, sono previste le seguenti sanzioni per:

impiego di prodotti fitosanitari non autorizzati (art.23 comma 1): arresto fino a sei mesi o ammenda da euro 2582,28 a euro 15493,70;
inosservanza degli obblighi di impiego e conservazione di prodotti fitosanitari (art.3, comma 3, lettera c): arresto fino a tre mesi o ammenda da euro 1549,37 a euro 9296,22 (art. comma 4);

inosservanza del termine fissato per l’eliminazione e lo smaltimento delle scorte di prodotti fitosanitari non autorizzati (art. 5, comma 18): arresto fino a tre mesi o ammenda da euro 1549,37 a euro 9296,22 (art.23, comma 4);

inosservanza dell’obbligo di registrazione dei dati relativi alla vendita o all’utilizzazione dei prodotti fitosanitari è prevista l’ammenda di euro 774,63 (art. 17 della legge 30.4.1962 n. 283 “i contravventori alle disposizioni contenute nel regolamento generale di esecuzione della presente legge e ai vari regolamenti speciali sono puniti con l’ammenda fino a lire 1.500.000”. Il DPR 290/2001 costituisce il regolamento speciale che sostituisce il DPR 1255/1968