Fare Verde illustra semplicemente la modalità della DIAPAUSA embrionale del capriolo e il meccanismo biochimico con cui riesce a modificare il periodo di gravidanza grazie al quale la gestazione diventa "variabile" e compresa in un arco temporale compreso tra i 160 e i 290 giorni. In buona sostanza la femmina di capriolo riesce a partorire dopo 20 settimane oppure dopo 41 settimane.
Questo fenomeno chiamato Diapausa Embrionale è stato studiato in Ostetricia Veterinaria e consiste in buona sintesi nell'interruzione dello sviluppo embrionale. La
blastocisti manda un "segnale" alla madre con una proteina chiamata PAG
(glicoproteina associata alla gravidanza) univoco per il capriolo,
questo vuol dire che il profilo genetico del PAG di capriolo è molto
diverso da quello che si può trovare in altri Pág delle specie simili. Le Pag sono
proteine che per classificazione
appartengono alla famiglia delle aspartico proteasi, e hanno una
sequenza codificante altamente polimorfica. Esse sono liberate dalle
cellule del trofoblasto rappresentate da un sottile strato di cellule che circondano la
blastocisti e si legano a specifici recettori sulla superficie
cellulare delle cellule bersaglio materne sull’endometrio uterino. Il
ruolo delle Págs nelle cellule del trofoblasto è chiaro, perché in altre
specie, l'avvio della gravidanza è segnato da un aumento della
produzione del progesterone.
Nel capriolo la femmina non produce progesterone fin tanto che l'embrione
pur impiantato non si riattiva. Lo studio dimostra che l'embrione,
attraverso un preciso programma di attivazione genica, rilascia la PAG
specifica nel trofoblasto che legandosi a specifici recettori sulle
pareti cellulari dell'endometrio uterino, scatena la reazione ormonale
della madre che attiverà in ultima battuta l'embrione stesso il quale
riprenderà così il suo sviluppo.
Il periodo riproduttivo della specie, pur con qualche variazione, ha
inizio alla metà di luglio e termina a fine agosto. Alcune femmine non fecondate o femmine giovani particolarmente precoci,
vanno in calore a novembre–dicembre.
La recettività della femmina in "estro" è limitata a sole
36-48 ore, pertanto viene richiesto al maschio il giusto tempismo per un
efficace accoppiamento.
Particolarità della femmina di capriolo è la
"pausa embrionale", evento fisiologico , che consente all’animale di avere un maggior successo
riproduttivo e, sostanzialmente, un vantaggio nella lotta alla
sopravvivenza. In che cosa consiste questo fenomeno "naturale" ?
Nelle
femmine di capriolo fecondate in luglio-agosto, lo sviluppo
dell’embrione, per un periodo di 4-5 mesi, avviene, per motivi
fisiologici molto complessi correlati a livelli ormonali ed altri
eventi metabolici, molto lentamente, come se fosse in uno stato di
"riposo". Solo dall’inizio di gennaio riprende poi a svilupparsi
regolarmente per arrivare, nel periodo primaverile, al parto. La
gestazione, in questo caso, dura circa 280-290 giorni complessivi.
Cosi
facendo la specie ottiene notevoli "vantaggi" riassumibili in: periodo
degli amori (assai dispendiosi dal punto di vista energetico) ben prima
dell’inizio dell’inverno in un periodo, quindi, di buona offerta
alimentare, nonchè programmazione dei parti nel periodo primaverile,
ideale per l’inizio del periodo vegetativo (molto foraggio a
disposizione) e per il clima più favorevole. Qualora l’accoppiamento
avvenga a novembre-dicembre, l’embrione si sviluppa senza "stasi” e la
gestazione dura circa 160-170 giorni con parto sempre nel
periodo primaverile inoltrato.
I piccoli (1 o 2 capi) nascono, di
norma, dalla metà di maggio alla metà di giugno. A differenza di altre
specie, il piccolo di capriolo non segue la madre nella sua attività, ma
rimane nascosto fra le erbe o cespugli. La madre lo raggiunge più volte
al giorno per allattarlo. Questa caratteristica comportamentale
(rimanere immobile e rannicchiato in attesa del ritorno della "mamma" e
sicuro del proprio mimetismo) crea spesso un’elevata mortalità, in
particolare negli ambienti agricoli, dove l’utilizzo di macchinari
(falciatrici, etc) può causare la morte o la mutilazione di numerosi
individui. Inoltre, anche occasionali escursionisti, non formati
adeguatamente, in caso di ritrovamento di un piccolo di capriolo, scambiano
spesso per "abbandono" un fisiologico e momentaneo allontanamento della
madre. In questi casi è "da evitare" il contatto, il prelievo e
recupero del piccolo che, allontanato dal suo ambiente "naturale" e
dalla cure materne, spesso non riesce a sopravvivere.
Fare Verde ha voluto spiegare il meccanismo della gravidanza del capriolo nel modo più semplice possibile tanto per far capire che l'uccisione indiscriminata senza cattura prevista dall'ATC di Frosinone ricade proprio nel periodo di svezzamento dei piccoli di capriolo e solo personaggi incoscienti dalla dubbia cultura specifica hanno potuto fissare date assurde per quella che è definita caccia selettiva che va a ricadere nel periodo di allattamento dei caprioli e nella gravidanza quiescente. La deduzione di Fare Verde: Se verranno abbattute le mamme moriranno di conseguenza i piccoli per insufficiente cura parentale (mancanza di latte e di difesa) e quindi il numero dei caprioli abbattuti non risulterà veritiero perchè aumenterà notevolmente. Infine visto che il periodo della caccia selettiva si dovrebbe prolungare fino a Marzo 2016 verrebbero abbattute femmine gravide in DIAPAUSA con conseguente danno al patrimonio genetico totale dell'intera popolazione dei caprioli presenti sui Monti Ernici.