Oramai chiunque si
permette di offendere la Ciociaria e quindi la popolazione che è
nativa in Provincia di Frosinone. Fare Verde ribadisce questo
concetto alla luce della a riproposizione del film “La Ciociara”
in chiave porno. Momenti terribili di violenza fisica e psicologica
ingiustificabili che sono passati alla storia come le "marocchinate"
che hanno procurato ferite indelebili all’intera società . Non si
riesce a capire come si fa a pensare di poter riproporre ,in modo
squallido una vicenda atroce , non aver rispetto del dolore di tutta
quella gente che ha subito quegli episodi di violenza alle tante
donne che sono state vittime di abusi sessuali e di stupro durante il
II Conflitto Mondiale, con tanto cinismo pur di ottenere denaro.
Un’offesa troppo grande e un’insulto che meriterebbe altro tipo
di risposta perché quella atroce pagina di storia dovrebbe essere
trattata con delicatezza e con il dovuto rispetto alle tante vittime
di stupro che sono rimaste menomate nello spirito e nel corpo alla
stessa stregua di chi subì violenze indicibili nei campi di
concentramento e di chi subì la pulizia etnica nelle Italianissime
terre Dalmate. E’ per questo motivo che Fare Verde in Provincia di
Frosinone metterà in essere qualsiasi iniziativa per porre fine a
questa vicenda che colpisce l’animo di ogni Ciociaro ed è per questo che Fare Verde
chiede pubblicamente al Sig. Prefetto di Frosinone, a tutti i Sindaci della Provincia di Frosinone e al Sig.
Presidente della Provincia di rivolgersi al Governo Italiano per
ottenere che venga proibita la proiezione e la commercializzazione
del film porno “La Ciociara” su tutto il territorio della
Repubblica Italiana per lo squallore , la volgarità e la profonda
offesa che arreca alla nostra Comunità e a tutte le donne Italiane.
mercoledì 8 marzo 2017
lunedì 6 marzo 2017
MSGC: Il blocco quasi totale del Tasporto Pubblico Locale fa aumentare l'inquinamento dell'aria
MSGC: Il blcco delle circolari attuato il 6 Marzo 2017 o meglio la drastica riduzione delle circolari è in netto
contrasto con tutte le misure prese per mitigare l'inquinamento
dall'aria. Fare Verde ancora una volta si rende conto che chi ha il
dovere di proteggere la salute degli abitanti di Monte San Giovanni
Campano non ha programmato un bel niente tanto è vero che nonostante sia
in corso la strage di Italiani, per l'inquinamento dell'aria, che ha
già superato i morti dei due Conflitti Mondiali si continua ad agire con
il "vogliamoci bene". Il trasporto pubblico locale TPL invece di essere
incentivato e promosso subisce il fermo quasi totale proprio quando è in corso
l'Ordinanza Sindacale n. 4 che avrebbe dovuto rallentare l'inquinamento
dell'aria nel Comune di Monte San Giovanni Campano iscritto nella lista
dei Comuni a maggiore criticità. Il nemico invisibile agli occhi
continuerà a colpire superando ogni confine Comunale ma si vede che
questo particolare è ritenuto insignificante dall'Amministrazione
Comunale e dall'azienda titolare del contratto che dovrebbe curare il
trasporto pubblico e per secondo contratto il trasporto scolastico .
Con incredibile coincidenza è avvenuto che questa estate in concomitanza
della chiusura delle scuole sono state fermate le circolari e ora in
concomitanza della chiusura delle scuole per la festa del Santo patrono sono
state ridotte in maniera drastica le circolari. Non ce ne voglia nessuno ma per questa
strana coincidenza che si ripete verranno chieste spiegazioni da Fare
Verde che di fatto entrerà per la seconda volta in conflitto per il
trasporto pubblico locale visti i disagi e l'effetto diretto sulla
qualità della vita della popolazione.
domenica 5 marzo 2017
MSGC: Trentasei ore per l'Ambiente, la Natura e la Biodiversità.
E'
in corso la riunione ad oltranza dello Staff Legale di Fare Verde
Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano. La 36 ore sulla legalità è
in corso in località tenuta riservata da Fare Verde e conta sulla
partecipazione volontaria di ben 4 Avvocati di grido e noti in
Provincia di Frosinone ognuno per le proprie competenze professionali, 1
Ingegnere, e il Presidente provinciale di Fare Verde Onlus. La
riunione è stata programmata per un migliore futuro sostenibile e per
la migliore difesa del territorio dell'ambiente e della biodiversità. E' stato stilato il primo documento in base al quale tutti abbiamo il DOVERE di rispettare le Convenzioni
sulla diversità biologica, entrata in vigore nel 1993. Più in particolare,
l’art. 2 della Convenzione sulla biodiversità che contiene la nozione
di ‘sostenibilità’, definendo ‘sostenibile’ l’uso delle risorse
biologiche secondo modalità e a un ritmo che non ne comportino una
riduzione a lungo termine e che preservino le capacità di soddisfare le
esigenze delle generazioni presenti e future. Gli atti di Rio e le
successive conferenze mondiali promosse dalle Nazioni Unite, in specie
la Conferenza di Johannesburg del 2002, confermano una configurazione
del principio dello sviluppo sostenibile fondata su tre fattori
interdipendenti: tutela dell’ambiente, crescita economica e sviluppo
sociale. A partire dall’UNCED (Conferenza sull'ambiente e lo sviluppo
delle Nazioni Unite) tutti i trattati internazionali sono stati
sottoscritti dall'Italia . Di fatto lo sviluppo sostenibile si è
consolidato quale principio di diritto internazionale e ha contribuito
all’evoluzione del diritto internazionale ambientale attraverso la
conclusione di trattati ambientali internazionali e di numerosi accordi
di carattere regionale.
Nell’ambito dell’Unione Europea, lo sviluppo sostenibile è posto a fondamento delle azioni e delle politiche dell’Unione in materia ambientale. Partono da questi concetti le leggi ambientali dello Stato e della Regione Lazio che purtroppo per tanti rappresentano solo carta straccia. Parte da quì l'inizio dell'offensiva legale di Fare Verde con l'augurio che l'intelligenza e da ora in poi anche la furbizia aiutino gli audaci che difendono l'Ambiente, la Natura e la Biodiversità.
Fare Verde Monte San Giovanni CampanoNell’ambito dell’Unione Europea, lo sviluppo sostenibile è posto a fondamento delle azioni e delle politiche dell’Unione in materia ambientale. Partono da questi concetti le leggi ambientali dello Stato e della Regione Lazio che purtroppo per tanti rappresentano solo carta straccia. Parte da quì l'inizio dell'offensiva legale di Fare Verde con l'augurio che l'intelligenza e da ora in poi anche la furbizia aiutino gli audaci che difendono l'Ambiente, la Natura e la Biodiversità.
Fare Verde ONLUS è Associazione di Protezione Ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente ai sensi Art.13 L.349/86 – Decreto di riconoscimento n. 2080/SvS/DEC/2003 del 26 febbraio 2003 iscritta al registro delle organizzazioni di volontariato della Regione Lazio – sezione Ambiente, Natura, Animali dal 21/03/1994 ai sensi della Legge Regionale n.29/93 ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) ai sensi del Dlgs 460/97 fareverde.msgc@gmail.com |
sabato 4 marzo 2017
FARE VERDE PROVINCIA DI FROSINONE: Gli acquisti verdi portano alla Green Econmy
FARE VERDE PROVINCIA DI FROSINONE: Gli acquisti verdi portano alla Green Econmy: Da tanto tempo, forse da troppo tempo, Fare Verde consiglia di adottare il metodo degli acquisti verdi . Le persone che hanno a cu...
mercoledì 1 marzo 2017
Il compostaggio di prossimità ora è disciplinato da un Decreto Ministeriale
Il compostaggio della porzione umida dei rifiuti è stato raccomandato fin dal 2004 da Fare Verde e finalmente il 10 marzo 2017 entrerà in vigore
il decreto attuativo con i criteri operativi e le procedure
autorizzative per il compostaggio di comunità previsto dall’articolo 38
della legge 221/2015.
Con il Dm 266/2016pubblicato sulla G.U. del 23 febbraio 2017 n. 45 viene colmato un vuoto normativo nel campo delle attività di trattamento dei rifiuti compostabili che non prevedeva il compostaggio di prossimità collettivo. Al legislatore restavano dunque da disciplinare tutte quelle attività che prevedono una gestione collettiva dei rifiuti compostabili, in modo da promuovere il valore partecipativo della pratica e la consapevolezza delle singole utenze, anche agevolandone l’iter procedurale, stante comunque la necessità di individuare un responsabile dell’attività per gli aspetti formali e, da un punto di vista tecnico, un garante del buon funzionamento della procedura.
Il nuovo decreto disciplina le attività di compostaggio di comunità di quantità di rifiuti biodegradabili non superiori a 130 tonnellate annue intraprese da un organismo collettivo formato da due o più utenze domestiche o non domestiche costituite in condominio, associazione, consorzio, società o in qualsiasi altra forma associativa di diritto privato al fine dell'utilizzo del compost prodotto da parte delle utenze conferenti.
Per avviare l'attività, il responsabile dell'organismo deve inviare al Comune una segnalazione certificata di inizio attività con l’elenco e la descrizione delle utenze coinvolte, le informazioni tecniche su tipologia e capacità dell’apparecchiatura utilizzata, nonché il piano di utilizzo del compost prodotto, in termini di quantità e aree di destinazione.
Inoltre, tranne che per le attività di capacità inferiore a 1 tonnellata annua, è necessario individuare un conduttore, che dovrà essere indicato nella SCIA.
Le apparecchiature che potranno essere utilizzate dovranno essere collocate al massimo entro un chilometro di distanza dalle utenze conferenti. Sono classificate a seconda della capacità di trattamento in 3 dimensioni: piccola fino a 10 tonnellate annue; media fino a 60 tonnellate annue e grande fino a 130 tonnellate annue. Possono essere compostiere statiche, in cui l'aerazione avviene in modo naturale, oppure di tipo elettromeccanico. Nel caso di apparacchiature elettromeccaniche le emissioni devono essere trattate mediante biofiltro prima del rilascio in atmosfera. Tuttavia le emissioni delle compostiere sono considerate scarsamente rilevanti agli effetti dell'inquinamento atmosferico e pertanto non è necessaria alcuna autorizzazione . Comunque c'è l'alternativa: l'aria estratta dalle compostiere elettromeccaniche può essere collegata alla rete fognaria e allontanata mediante ventilazione forzata, prevedendo un sifone per evitare il ritorno di odori.
I rifiuti ammissibili nelle apparecchiature destinate al compostaggio di comunità sono indicati nell’Allegato 3 del decreto: si tratta di rifiuti urbani compostabili provenienti da mense e cucine o da giardini e parchi, di segatura, trucioli, scarti provenienti dalla lavorazione del legno. Gli imballaggi in legno e carta sono ammessi solo nelle quantità necessarie come strutturanti, senza superare il 20% del totale dei rifiuti immessi nell’apparecchiatura.
Fatta eccezione per le compostiere più piccole che lavorano meno di 1 tonn/anno ogni apparecchiatura avrà un conduttore chiamato a ricoprire il ruolo di garante del corretto esercizio dell’apparecchiatura. Il conduttore, oltre a controllare l'accesso all’apparecchiatura, dovrà provvedere al bilanciamento tra rifiuti organici e strutturante, alla gestione dell’eventuale biofiltro, alla verifica delle caratteristiche del compost prodotto, nonché alla sua distribuzione alle utenze conferenti in base al piano di utilizzo.
Per quanto riguarda il compost prodotto che sarà conforme alle caratteristiche indicate nel decreto per umidità, temperatura e pH non può essere destinato alla vendita, ma deve essere impiegato, secondo il piano di utilizzo,
in terreni a disposizione delle utenze conferenti anche se non localizzati in prossimità dell'apparecchiatura, ovvero per la concimazione di piante e fiori delle medesime utenze. Il compost può essere utilizzato anche su suoli agricoli destinati alla produzione di prodotti per uso umano o animale, ma in tal caso sarà conforme alle caratteristiche dell'ammendante compostato misto o dell'ammendante compostato verde, ai sensi del decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75, in materia di fertilizzanti. L'utilizzo del compost per uso agricolo non è previsto per le apparecchiature di capacità inferiore a 1 tonnellata annua.
Pur trattandosi di una pratica di riduzione dei rifiuti urbani il compostaggio di prossimità è comunque conteggiato per il raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio del 50 % previsto dalla normativa comunitaria. Per questo motivo e anche ai fini della riduzione della tassa rifiuti, il responsabile dell'apparecchiatura ha l’obbligo di comunicare annualmente al Comune territorialmente competente le quantità dei rifiuti conferiti, degli scarti, del compost prodotto e di quello fuori specifica. A questo scopo per le apparecchiature di taglia media e grande, il conduttore tiene un apposito registro, anche elettronico, di tali dati. Per le apparecchiature di taglia piccola, invece, è sufficiente una stima ottenuta moltiplicando il numero dei componenti delle utenze conferenti per la quota media di rifiuto organico presente nel rifiuto urbano che, in assenza di dati puntuali delle amministrazioni locali, è considerato pari a 120 kg/abitante anno.
Fare Verde esprime quindi le sue considerazioni sul nuovo Decreto che disciplina il compostaggio di prossimità: Di fatto la frazione organica rappresenta in media il 35% del totale dei rifiuti prodotti in Italia da utenze domestiche e assimilate, costituendo la prima componente in peso dei rifiuti. La sua gestione comporta impegni gravosi in quanto, a causa della rapida decomposizione, è necessario raccoglierla più spesso e conferirla velocemente agli impianti di lavorazione e di compostaggio con ingenti costi di personale, mezzi ecarburante con conseguente aumento delle emissioni inquinanti. Proprio per questi motivi la diffusione di pratiche di compostaggio di comunità potrebbero essere più sostenibili e più vantaggiose per la gestione dei rifiuti e quindi per le casse comunali.
Al di là della enorme riduzione dei costi per i Comuni per la raccolta e il trattamento di tale frazione, la pratica del compostaggio di comunità, come pure dell’autocompostaggio, diventano un metodo per una chiara educazione ambientale collettiva. Il rifiuto organico è infatti l’unico tipo di rifiuto che può avvalersi di una completa “filiera di prossimità”: dalla raccolta alla gestione fino al riutilizzo del compost prodotto.
Per questo è auspicabile che le attività di compostaggio di prossimità vengano sostenute dagli enti locali, attraverso azioni di promozione e incentivazione per cui vale sempre la proposta di decurtare dalle bollette dei rifiuti la somma relativa alla porzione umida dei rifiuti differenziati perchè non conferita.
Con il Dm 266/2016pubblicato sulla G.U. del 23 febbraio 2017 n. 45 viene colmato un vuoto normativo nel campo delle attività di trattamento dei rifiuti compostabili che non prevedeva il compostaggio di prossimità collettivo. Al legislatore restavano dunque da disciplinare tutte quelle attività che prevedono una gestione collettiva dei rifiuti compostabili, in modo da promuovere il valore partecipativo della pratica e la consapevolezza delle singole utenze, anche agevolandone l’iter procedurale, stante comunque la necessità di individuare un responsabile dell’attività per gli aspetti formali e, da un punto di vista tecnico, un garante del buon funzionamento della procedura.
Il nuovo decreto disciplina le attività di compostaggio di comunità di quantità di rifiuti biodegradabili non superiori a 130 tonnellate annue intraprese da un organismo collettivo formato da due o più utenze domestiche o non domestiche costituite in condominio, associazione, consorzio, società o in qualsiasi altra forma associativa di diritto privato al fine dell'utilizzo del compost prodotto da parte delle utenze conferenti.
Per avviare l'attività, il responsabile dell'organismo deve inviare al Comune una segnalazione certificata di inizio attività con l’elenco e la descrizione delle utenze coinvolte, le informazioni tecniche su tipologia e capacità dell’apparecchiatura utilizzata, nonché il piano di utilizzo del compost prodotto, in termini di quantità e aree di destinazione.
Inoltre, tranne che per le attività di capacità inferiore a 1 tonnellata annua, è necessario individuare un conduttore, che dovrà essere indicato nella SCIA.
Le apparecchiature che potranno essere utilizzate dovranno essere collocate al massimo entro un chilometro di distanza dalle utenze conferenti. Sono classificate a seconda della capacità di trattamento in 3 dimensioni: piccola fino a 10 tonnellate annue; media fino a 60 tonnellate annue e grande fino a 130 tonnellate annue. Possono essere compostiere statiche, in cui l'aerazione avviene in modo naturale, oppure di tipo elettromeccanico. Nel caso di apparacchiature elettromeccaniche le emissioni devono essere trattate mediante biofiltro prima del rilascio in atmosfera. Tuttavia le emissioni delle compostiere sono considerate scarsamente rilevanti agli effetti dell'inquinamento atmosferico e pertanto non è necessaria alcuna autorizzazione . Comunque c'è l'alternativa: l'aria estratta dalle compostiere elettromeccaniche può essere collegata alla rete fognaria e allontanata mediante ventilazione forzata, prevedendo un sifone per evitare il ritorno di odori.
I rifiuti ammissibili nelle apparecchiature destinate al compostaggio di comunità sono indicati nell’Allegato 3 del decreto: si tratta di rifiuti urbani compostabili provenienti da mense e cucine o da giardini e parchi, di segatura, trucioli, scarti provenienti dalla lavorazione del legno. Gli imballaggi in legno e carta sono ammessi solo nelle quantità necessarie come strutturanti, senza superare il 20% del totale dei rifiuti immessi nell’apparecchiatura.
Fatta eccezione per le compostiere più piccole che lavorano meno di 1 tonn/anno ogni apparecchiatura avrà un conduttore chiamato a ricoprire il ruolo di garante del corretto esercizio dell’apparecchiatura. Il conduttore, oltre a controllare l'accesso all’apparecchiatura, dovrà provvedere al bilanciamento tra rifiuti organici e strutturante, alla gestione dell’eventuale biofiltro, alla verifica delle caratteristiche del compost prodotto, nonché alla sua distribuzione alle utenze conferenti in base al piano di utilizzo.
Per quanto riguarda il compost prodotto che sarà conforme alle caratteristiche indicate nel decreto per umidità, temperatura e pH non può essere destinato alla vendita, ma deve essere impiegato, secondo il piano di utilizzo,
in terreni a disposizione delle utenze conferenti anche se non localizzati in prossimità dell'apparecchiatura, ovvero per la concimazione di piante e fiori delle medesime utenze. Il compost può essere utilizzato anche su suoli agricoli destinati alla produzione di prodotti per uso umano o animale, ma in tal caso sarà conforme alle caratteristiche dell'ammendante compostato misto o dell'ammendante compostato verde, ai sensi del decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75, in materia di fertilizzanti. L'utilizzo del compost per uso agricolo non è previsto per le apparecchiature di capacità inferiore a 1 tonnellata annua.
Pur trattandosi di una pratica di riduzione dei rifiuti urbani il compostaggio di prossimità è comunque conteggiato per il raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio del 50 % previsto dalla normativa comunitaria. Per questo motivo e anche ai fini della riduzione della tassa rifiuti, il responsabile dell'apparecchiatura ha l’obbligo di comunicare annualmente al Comune territorialmente competente le quantità dei rifiuti conferiti, degli scarti, del compost prodotto e di quello fuori specifica. A questo scopo per le apparecchiature di taglia media e grande, il conduttore tiene un apposito registro, anche elettronico, di tali dati. Per le apparecchiature di taglia piccola, invece, è sufficiente una stima ottenuta moltiplicando il numero dei componenti delle utenze conferenti per la quota media di rifiuto organico presente nel rifiuto urbano che, in assenza di dati puntuali delle amministrazioni locali, è considerato pari a 120 kg/abitante anno.
Fare Verde esprime quindi le sue considerazioni sul nuovo Decreto che disciplina il compostaggio di prossimità: Di fatto la frazione organica rappresenta in media il 35% del totale dei rifiuti prodotti in Italia da utenze domestiche e assimilate, costituendo la prima componente in peso dei rifiuti. La sua gestione comporta impegni gravosi in quanto, a causa della rapida decomposizione, è necessario raccoglierla più spesso e conferirla velocemente agli impianti di lavorazione e di compostaggio con ingenti costi di personale, mezzi ecarburante con conseguente aumento delle emissioni inquinanti. Proprio per questi motivi la diffusione di pratiche di compostaggio di comunità potrebbero essere più sostenibili e più vantaggiose per la gestione dei rifiuti e quindi per le casse comunali.
Al di là della enorme riduzione dei costi per i Comuni per la raccolta e il trattamento di tale frazione, la pratica del compostaggio di comunità, come pure dell’autocompostaggio, diventano un metodo per una chiara educazione ambientale collettiva. Il rifiuto organico è infatti l’unico tipo di rifiuto che può avvalersi di una completa “filiera di prossimità”: dalla raccolta alla gestione fino al riutilizzo del compost prodotto.
Per questo è auspicabile che le attività di compostaggio di prossimità vengano sostenute dagli enti locali, attraverso azioni di promozione e incentivazione per cui vale sempre la proposta di decurtare dalle bollette dei rifiuti la somma relativa alla porzione umida dei rifiuti differenziati perchè non conferita.
domenica 26 febbraio 2017
Monte S. Giov. Campano: Clamoroso successo per il blocco del traffico del 26 Febbraio 2017
Clamoroso successo per la giornata ecologica del 26 Febbraio 2016 nel Capoluogo di Monte San Giovanni Campano sono rimaste ferme le 19 autovetture presenti in Piazza Guglielmo Marconi e il blocco del traffico urbano è stato pressochè totale. Stessa cosa è accaduta nella frazione di Colli dove non si sono neppure accorti della Domenica ecologica e all’Anitrella con un po' di traffico solo all’uscita dalla messa perché il transito degli autoveicoli era permesso per accedere al parcheggio. Con l’iniziativa delle giornate ecologiche ORDINATA dal Comune a circa il 2% dei veicoli circolanti è stato raggiunto un traguardo non quantificabile con i normali calcoli matematici ma forse raggiungibile con i calcoli di stechiometria sperimentale perché le auto euro zero, uno, due e tre che sono state fermate con il blocco del traffico si contano sulla punta delle dita di una mano.
La parte della popolazione costretta al rispetto dell’ordinanza oramai è consapevole di rappresentare la peggior espressione barbarica dell’inquinamento che è presente in provincia di Frosinone ed a sostegno di questa consapevolezza c’è il fatto che le tre giornate ecologiche istituite dal Comune di Monte San Giovanni Campano sono state completamente dedicate alle stesse persone che abitano in poche vie dei tre centri abitati che risultano inconfutabilmente poco abitati.
Fare Verde a questo punto, visto il clamoroso successo dell’iniziativa Comunale, chiede al Vicesindaco con Delega all'Ambiente che valore può avere chiudere al traffico via S. Giusta , via S. Rocco e via S. Margherita del Capoluogo quando in questi vicoli medioevali al massimo ci passa un asino con i cesti e poi si tratta di piccole vie con segnaletica di strada senza uscita. A Marzo ci sarà la TERZA GIORNATA ECOLOGICA riservata sempre a quel circa 2% di parco auto circolante che evidentemente è REA di inquinare l’aria Monticiana e concorre ad inquinare ferocemente l’aria della Provincia di Frosinone mentre il 98% circa del parco circolante di autovetture avrà la possibilità di viaggiare a piacimento.
Visto che i Moticiani rispondono bene alle giornate di blocco del traffico quando arriverà il momento di un’iniziativa un po' più seria che coinvolga l’intero territorio visto che il traffico è ritenuto dal Comune il maggior responsabile per l’inquinamento dell’aria? Chi vivrà lo vedrà sempre che non si ammali di CANCRO anche perché il problemino delle polveri sottili giusto appunto fa ammalare la popolazione di CANCRO e non di semplice raffreddore. Tuttavia e nonostante il fantasioso blocco del traffico dedicato a quel circa 2% del parco auto circolante la nostra Associazione ci tiene a precisare che il traffico degli autoveicoli NON è il maggior responsabile dell’inquinamento dell’aria come è stato precisato dall’ISPRA nel Rapporto sulla qualità dell’ambiente Urbano 2016 e quindi sarà premura della nostra Associazione inviare la specifica del rapporto al Comune di Monte San Giovanni Campano anche perché quando l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Governo Italiano) spiegò le cause dell’inquinamento dell’aria il Comune era ASSENTE al convegno pur trovandosi nell’elenco dei Comuni maggiormente a rischio in Provincia di Frosinone.
La parte della popolazione costretta al rispetto dell’ordinanza oramai è consapevole di rappresentare la peggior espressione barbarica dell’inquinamento che è presente in provincia di Frosinone ed a sostegno di questa consapevolezza c’è il fatto che le tre giornate ecologiche istituite dal Comune di Monte San Giovanni Campano sono state completamente dedicate alle stesse persone che abitano in poche vie dei tre centri abitati che risultano inconfutabilmente poco abitati.
Fare Verde a questo punto, visto il clamoroso successo dell’iniziativa Comunale, chiede al Vicesindaco con Delega all'Ambiente che valore può avere chiudere al traffico via S. Giusta , via S. Rocco e via S. Margherita del Capoluogo quando in questi vicoli medioevali al massimo ci passa un asino con i cesti e poi si tratta di piccole vie con segnaletica di strada senza uscita. A Marzo ci sarà la TERZA GIORNATA ECOLOGICA riservata sempre a quel circa 2% di parco auto circolante che evidentemente è REA di inquinare l’aria Monticiana e concorre ad inquinare ferocemente l’aria della Provincia di Frosinone mentre il 98% circa del parco circolante di autovetture avrà la possibilità di viaggiare a piacimento.
Visto che i Moticiani rispondono bene alle giornate di blocco del traffico quando arriverà il momento di un’iniziativa un po' più seria che coinvolga l’intero territorio visto che il traffico è ritenuto dal Comune il maggior responsabile per l’inquinamento dell’aria? Chi vivrà lo vedrà sempre che non si ammali di CANCRO anche perché il problemino delle polveri sottili giusto appunto fa ammalare la popolazione di CANCRO e non di semplice raffreddore. Tuttavia e nonostante il fantasioso blocco del traffico dedicato a quel circa 2% del parco auto circolante la nostra Associazione ci tiene a precisare che il traffico degli autoveicoli NON è il maggior responsabile dell’inquinamento dell’aria come è stato precisato dall’ISPRA nel Rapporto sulla qualità dell’ambiente Urbano 2016 e quindi sarà premura della nostra Associazione inviare la specifica del rapporto al Comune di Monte San Giovanni Campano anche perché quando l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Governo Italiano) spiegò le cause dell’inquinamento dell’aria il Comune era ASSENTE al convegno pur trovandosi nell’elenco dei Comuni maggiormente a rischio in Provincia di Frosinone.
giovedì 23 febbraio 2017
MSGC: NON può esserci civiltà quando manca il rispetto per gli alberi.
Continua la discesa
barbarica a Monte San Giovanni Campano con il taglio di alberi come
se non vi fosse un domani...come se gli alberi fossero solo
oggetti di arredamento che quando danno fastidio si buttano
nell’immondizia o nel fuoco.
Nel largario Pozzo
S. Paolo è stato barbaramente ucciso un Ippocastano che era
scampato alle precedenti falcidie degli anni passati. E’ stato
ucciso chi era capace di fissare l’anidride carbonica
dell’atmosfera, creare un microclima favorevole, il guerriero (vero
e mai decorato) che ci difendeva dall’inquinamento, dal vento, dai
rumori. Un elemento del nostro ecosistema (Ecoide) divenuto esso
stesso una sorta di ecosistema in quanto agevolava la vita di tanti
esseri viventi.
La mano violenta
dell’uomo lo ha tagliato in pochi minuti e come al solito al Comune
non sapeva niente nessuno… E’ andata via una parte della nostra
storia, tanti ricordi e buona parte della civiltà.
Per Fare Verde NON
può esserci civiltà quando manca il rispetto per gli alberi.
Per questo motivo
sono state chieste spiegazioni all’Ufficio Tecnico che è rimasto un tantino spiazzato essendo completamente
all’oscuro della vicenda.
Fare Verde difronte
a tanto pressappochismo e dopo il taglio non autorizzato di un bosco in località Lucineto ha dichiarato TOLLERANZA ZERO per ogni questione ambientale anche nei confronti di criticità
ambientali non intenzionali.
Il responsabile del
Gruppo Locale di Fare Verde Monte San Giovanni Campano ha di fatto consegnato alla Comunità Monticiana un avviso di intolleranza:
La nostra è una
DICHIARAZIONE DI GUERRA unilaterale e impegnerà tutte
le Istituzioni che difendono l’ambiente per qualsiasi criticità
riscontrabile e anche in prevenzione.
Monte San
Giovanni Campano diventerà un campo di battaglia e sarà Bellum
omnium contra omnes ad oltranza nel rispetto totale delle Leggi dello Stato e della Regione Lazio.
Quel che resta di un albero, testimone del tempo, nel largario Pozzo S. Paolo a Monte San Giovanni Campano |
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