giovedì 13 novembre 2014

Tanti auguri per le casette dell'acqua.

Fermo restando che le casette dell'acqua possono essere una cosa buona nelle città che non dispongono di sorgenti naturali ma quando si sente che vengono poste per il risparmio della CO2 la risatina viene spontanea.
Dunque Monte San Giovanni Campano produce poco più di 6.000.000 di Chilogrammi equivalenti in CO2/Anno calcolati con la quantità di rifiuti che vengono conferiti alla SAF di Colfelice per produrre il CDR (Combustibile Da Rifiuti) che successivamente viene inviato all'inceneritore di S. Vittore con una spesa di oltre 500.000,oo euro/Anno.


La casetta dell'acqua quindi ha la stessa modalità di quello che vuole svuotare un lago di enormi dimensioni con un cucchiaino da caffè.
Forse il Comune sarà stato attirato dai pochi spiccioli concessi una tantum per l'occupazione del suolo pubblico, forse è una moda quella dell'acqua gassata, forse perchè così fan tutti ma alla fine Monte San Giovanni Campano avrà le sue casette dell'acqua. Ma quale è l'affare vero per le aziende? Le aziende che impiantano le casette dell'acqua acquisiscono anche lo spazio pubblicitario utilizzato anche con  schermi tv, incorporati nelle pareti, che trasmettono pubblicità 24 ore su 24.
Quali sono le criticità per i Cittadini? L'acqua microfiltrata o trattata per osmosi inversa è privata totalmente del Cloro quale agente disinfettante e quindi il Cittadino/Cliente deve essere informato che al momento dell'acquisto la sua bottiglia o contenitore deve essere sterile. L'acqua va poi conservata in frigo e consumata entro tre giorni (se sono due è meglio). Di fatto è proibita la brutta pratica di bere dal collo della bottiglia e poi riporla nel frigo.
Quale è il risvolto politico delle casette dell'acqua? Tutte le amministrazioni che impiantano le casette dell'acqua di fatto asseriscono che l'acqua del rubinetto non è palatabile e quanto meno non è gradita dal Cliente/Utente. Tale indiretta affermazione ha dei risvolti perchè se i fatti affermano che l'acqua fornita ai Cittadini non è gradita allora vuol dire che il servizio che la fornisce ai Cittadini allo stesso modo non è gradito e quindi va quantomeno rescisso.

venerdì 7 novembre 2014

Crolli per incuria

Monte San Giovanni Campano si è svegliato dopo una notte di preallarme dato alle zanzare con un bel crollo nel Capoluogo , una frana di piccole dimensioni in località S. Stefano, con l'aggravamento a S. Pudenziana dove il fronte franoso sta per invadere la carreggiata.
Fare Verde non ha parole per chi è preposto istituzionalmente alla tutela dell'Ambiente e perciò lascia spazio alle foto che parlano da sè.
La storia si ripete senza se e senza ma e non da' nessun insegnamento; si ripetono i crolli e le frane procurando danni che saranno pagati integralmente dai Cittadini. L'incuria e il menefreghismo lascino il passo a chi ama questo luogo. Più di qualcuno deve fare un bell'esame di coscienza e iniziare a fare i lavori di manutenzione dove sono indispensabili.


Torre di cinta muraria in via S. Giusta - Capoluogo -


Parcheggio Fuori Porta luogo dei crolli alla torre di Cinta muraria

Smottamento in località S. Stefano

Frana pregressa in località Le Gotte


giovedì 6 novembre 2014

Cari Cittadini scrivete una email a S.E. il Prefetto di Frosinone

Viste le problematiche Ambientali che sono manifeste sul territorio di Monte San Giovanni Campano il Gruppo Locale di Fare Verde Onlus Monte San Giovanni Campano invita i Cittadini di Monte San Giovanni Campano a scrivere a S. E. il Prefetto di Frosinone utilizzando il sito appositamente messo a disposizione dalla Prefettura di Frosinone con un semplice copia incolla:

Lettera a S. E. il Prefetto di FROSINONE

Gentilissima Sig.ra  Prefetto,
sono Cittadino residente del Comune di Monte San Giovanni Campano ; con la presente esprimo le mie doglianze e chiedo il Suo intervento diretto nel merito delle problematiche Ambientali che persistono sul territorio.
Le voglio ricordare che attualmente ci sono criticità non risolte come:
1) Raccolta differenziata dei RSU regredita a meno del 17% circa con assenza di provvedimenti di riparazione;
2)Frane che hanno costretto il Comune a richiedere lo stato di calamità alla Regione Lazio e che hanno procurato addirittura la chiusura di strade;
3) Muri pubblici pericolanti (Piazzale di Corte nel Capoluogo), tetti di edifici privati e solai crollati per incuria;
4) Mancanza di trasparenza assoluta con assenza di risposte del Comune nonostante lettere protocollate sul sistema di depurazione delle acque reflue;
5) Rifiuti abbandonati e discariche mai bonificate sul territorio
6) Diatriba in corso sull'approssimazione di un progetto silvano per lo sfollo alla Pineta della Bagnara oggetto di ricorsi continui e sistematici;
7) Mancanza assoluta del Piano di Emergenza Comunale nonostante che gli eventi sismici siano nei ricordi lontani e vicini;
8)Presenza di discariche nel torrente Amaseno nonostante la presenza di animali protetti dalla legge e in piena inosservanza alle leggi dello Stato e della Regione Lazio;
9) Abusivismo edilizio lungo le sponde del torrente Amaseno;
10) Mancanza assoluta di avvisi sul sito Web del Comune per le allerte Meteo emesse dalla Protezione Civile della Regione Lazio.

Resto in attesa di una Sua decisione nel merito e colgo l'occasione per porgerLe i miei più deferenti saluti.
................................(nome e cognome)


lunedì 27 ottobre 2014

Monte San Giovanni Campano - Il Torrente Amaseno è una discarica a cielo aperto -

Nel mese di Aprile 2012 venne segnalata la discarica di Colle Pupazzo ai Carabinieri della locale Stazione che subito intervennero come intervenne anche l'Ente Comune alcuni cittadini e la stampa. Ne seguì che il Comune dopo circa un mese scrisse a chi aveva fatto la segnalazione che non era stato possibile proseguire la bonifica per le avverse condizioni meteo.

Foto storica del 2012

Da allora e sulla stampa è stato ricordato all'Ente Comune che l'immondizia è ancora lì. E' utile sottolineare che più volte è stato ricordato all'Ufficio Tecnico del Comune che il greto del torrente andava ripulito. Siamo nel 2014 e nulla è cambiato sotto il sole.
Per questi motivi Fare Verde Onlus Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano il giorno 8 Settembre 2014 con protocollo n. 16074 ha invitato e diffidato il Comune di Monte San Giovanni Campano a bonificare l'area sottolineando che erano passati più di due anni e mezzo.
Orbene neppure una risposta da parte dei politici e/o dagli uffici preposti a svolgere questo compito pagato profumatamente al 100% dai Cittadini. A Fare Verde non è data altra via se non quella riportata nell'atto protocollato con tutte le conseguenze che ne deriveranno per chi è inadempiente riservandosi il diritto  di costituirsi Parte Civile per i danni subiti.
La discarica di Colle Pupazzo non è altro che la punta dell'iceberg di quanto accade nel torrente Amaseno nel quale risultano rifiuti abbandonati più a Sud e il transito di quadricicli in fuoristrada oltre al dissennato scarico diretto di fogne che accompagna gli scarichi (al plurale) dei depuratori perfettamente sconosciuti all'Arpa Lazio.
Tanto e come mero esempio si vuole inoltre ricordare che il Torrente Amaseno è luogo di nidificazione della Salamandrina dagli Occhiali e di altri anfibi; è luogo di stanzialità dell'Istrice , di alcuni Rapaci Nottuni e che la conservazione di queste specie è garantita dall'Italia alle altre Nazioni nella Convenzione di Berna appendice III.
Dopo due anni e mezzo si nutriva la speranza che la pluriennale e unica stagione Monsonica fosse terminata ma visto il totale menefreghismo  mal volentieri si sta procedendo per tutelare il territorio, le biodiversità e l'interesse superiore dei Cittadini di Monte San Giovanni Campano.

mercoledì 22 ottobre 2014

Monte San Giovanni Campano - Come risolvere il randagismo risparmiando tanti soldi -

Le Associazioni fanno parte della Società Civile e come tali propongono idee alla Pubblica Amministrazione; quando le idee proposte si sposano con le finalità delle associazioni è proprio in quel momento che si chiude il cerchio. Fare Verde Nucleo di Monte San Giovanni Campano PROPONE all'Amministrazione Comunale di risolvere definitivamente il randagismo e la sua complicazione economica per la Pubblica Amministrazione con l'applicazione pratica di una soluzione che è sotto gli occhi di tutti e che forse proprio per questo motivo mai notata.


 Monte San Giovanni Campano spende una "caterba" di denaro pubblico per mantenere i cani vaganti presso i canili convenzionati come del resto le Leggi Regiongli e dello Stato obbligano a fare per sopperire alle  presenze di cani vaganti sul territorio che qualche volta possono rappresentare una vera emergenza. La soluzione per risolvere civilmente il fenomeno chiamato "randagismo" è la seguente: Basterebbe legare le adozioni dei cani ad uno sconto da praticare sulla TARI per due anni e il problema potrebbe essere risolto definitivamente. Se si calcola poi che la vita media di un cane è compresa in una forchetta che va tra i 9 e i 14 anni si avrà un risparmio netto e pulito per almeno dieci anni. In questo modo Monte San Giovanni Campano si distinguerebbe dagli altri Comuni per l'alto senso di civiltà e amore per gli animali senza spendere un solo centesimo e infine risparmierebbe tanti soldi utili per finanziare progetti legati ai giovani Monticiani.



Fare Verde Nucleo di Monte San Giovanni Campano invia la sua proposta all'Ufficio Manutentivo del Comune che gestisce la raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani e alla Polizia Municipale che si occupa dei cani vaganti proponendo il progetto di massima e chiedendo l'apertura di un tavolo di lavoro per perfezionare l'applicazione pratica.Si precisa inoltre che quanto è stato fin ora detto è previsto della Legge Regionale 34 del 1997 e del suo regolamento di attuazione che prevede l'adozione dei cani trattenuti nei canili preferendola alla detenzione a vita.

Resta inteso che una volta perfezionato "il metodo" potrà essere allargato ad altre Amministrazioni Comunali con le quali Fare Verde è già in contatto.


martedì 21 ottobre 2014

Monte San Giovanni Campano - Nucleo Operativo di Fare Verde - Rendez Vous del 23 Ottobre 2013 per festeggiare il 7° anniversario dell'inizio iter dei lavori al Parcheggio S. Giusta

 Fare Verde Nucleo di Monte San Giovanni Campano è lieta di invitare i Redattori , i Giornalisti ,i Pubblicisti e i politici al Rendez Vous del giorno 23 Ottobre c.a. presso l'entrata del cantieri delle opere magnifiche (perchè sono più di una) del Parcheggio S. Giusta a ridosso del Capoluogo di Monte San Giovanni Campano.
Alle ore 11.30 ci sarà il taglio della torta e l'apertura di una bottiglia di italianissimo spumante per festeggiare l'opera irrimediabilmente bloccata. 





Fare Verde precisa che la festicciola del giorno 23 Ottobre 2014 sarà di portata limitata in quanto è in preparazione più ampio festeggiamento per il giorno 23 Dicembre 2014 quando verrà festeggiata la ricorrenza del 17° anniversario d'inizio lavori per la cava ...oops strada Poldo Laoria. Durante il convivio verrà illustrata l'opera che prima al MONDO è esempio illuminato dall'Enel Guasti di Opera Pubblica destinata ad un pubblico "ristretto".



La foto dei Taliban è stata inserita per "mero" errore.

 L'accredito dei Sigg. Giornalisti, Redattori e Pubblicisti è prenotabile su fareverdemontesangiovannicampano@gmail.com oppure telefonando al 3935510005. I politici potranno intervenire senza prenotazione e potranno metterci qualsiasi faccia vorranno.

domenica 19 ottobre 2014

Fare Verde Onlus - Nucleo Operativo di Monte San Giovanni Campano - DEFINIZIONE DI BOSCO -

La Regione Lazio ha definito senza ombra di dubbio cosa è un bosco. Con la Legge Regionale del 28 Ottobre 2002 n.39 pubblicata sul BURL della Regione Lazio n.32 S.O. 7 del 20 Novembre 2002 - Norme in materia di gestione delle risorse forestali - CHIARISCE senza alcun dubbio la definizione di BOSCO.



Art. 4
(Definizione di bosco e delle aree assimilate)

1. Ai fini della presente legge costituiscono bosco:
a) qualsiasi area coperta da vegetazione forestale di specie di cui agli allegati A1 ed A2, avente estensione non inferiore a 5 mila metri quadrati e di larghezza, mediamente maggiore di venti metri, e copertura non inferiore al 20 per cento in qualsiasi stadio di sviluppo, con misurazione effettuata dalla base esterna dei fusti;
b) le aree riparali ricoperte da vegetazione con specie di cui agli allegati A1, A2 ed A3, di qualsiasi estensione;
c) le aree ricoperte da vegetazione arbustiva, denominati arbusteti, di specie di cui all’allegato A3, associate ad esemplari di specie di cui agli allegati A1 ed A2; 
d) i castagneti da frutto e le sugherete aventi le dimensioni di cui alla lettera a); 
e) le aree già boscate nelle quali l’assenza del soprassuolo arboreo, o una sua copertura inferiore al 20 per cento, abbiano carattere temporaneo e siano ascrivibili ad interventi selvicolturali o di utilizzazione, oppure a danni per eventi naturali, accidentali o per incendio;
f) i vivai forestali interni ai boschi.

2. Per la determinazione dell’estensione e della larghezza minime di cui al comma 1 non influiscono i confini delle singole proprietà. La continuità della vegetazione forestale non è considerata interrotta dalla presenza di infrastrutture di larghezza inferiore a dieci metri.

3. Sono assimilate ai boschi e soggiacciono alle relative disposizioni:
a) gli appezzamenti coperti da vegetazione di cui agli allegati A1 ed A2, ivi compresi i castagneti da frutto e le sughere, aventi estensione non inferiore a 5 mila metri quadrati e non inferiore a 2 mila metri quadrati, e di larghezza mediamente maggiore di venti metri e copertura non inferiore al 50 per cento, in qualsiasi stadio di sviluppo, con misurazione effettuata dalla base esterna dei fusti;
b) le aree ricoperte da vegetazioni arbustiva, denominate arbusteti, quando:
1) sono nuclei isolati e di specie di cui all’allegato A3, di estensione non inferiore a 5 mila metri quadrati e di larghezza mediamente maggiore di venti metri e copertura non inferiore al 50 per cento;
2) sono nuclei isolati, di qualsiasi estensione, di specie di cui all’allegato A3, ubicati in aree con pendenza mediamente maggiore del 30 per cento ed assolvono funzione di stabilità idrogeologica dei territori e le aree su cui insistono non sono sottoposte a coltura agraria da almeno dieci anni;
c) i fondi imboschiti e rimboschiti con specie di cui agli allegati A1 ed A2, per le finalità di difesa del suolo, di tutela idrogeologica del territorio, di salvaguardia della qualità dell’aria, del patrimonio idrico, conservazione della biodiversità, protezione del paesaggio e dell’ambiente in generale nonché le aree sottoposte al rimboschimento compensativo di cui all’articolo 40. Per tutte le tipologie considerate, i limiti delle estensioni sono quelli indicati al comma 1, lettera a) e al comma 3, lettera a);
d) le radure di ampiezza inferiore a 5 mila metri quadrati, salvo quelle già sottoposte in forma continuativa a coltura agraria.

4. In accordo con la valenza multifunzionale dei boschi, fatte salve altre disposizioni vigenti, le aree individuate come boschi e/o assimilati tali ai sensi dei commi 1, 2 e 3 , possono continuare a conservare la loro attualità di coltura, oltre che forestale, anche di natura agricola e/o zootecnica. Queste aree possono concorrere al sostegno delle attività aziendali, anche a carattere non forestale, nonché all’acquisizione di contributi pubblici previsti per l’agricoltura, la zootecnica, le foreste ed eventuali altre attività comunque realizzabili in bosco. Tutte le attività realizzate all’interno delle aree boscate devono, comunque, svilupparsi in conformità ai canoni della buona pratica colturale ed alle disposizioni legislative vigenti.

5. Fatte salve le pianificazioni e le programmazioni vigenti, la definizione di bosco di cui ai commi 1, 2 e 3 deve essere adottata negli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio regionale adottati successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge.

6. Nei casi di errata e/o incerta perimetrazione nonché in presenza di diversità tra le aree individuate a bosco e quelle individuate su base cartografica adottate dalla Regione, dagli enti strumentali e dagli enti locali, fatti salvi i casi di cui al comma 5, il comune in collaborazione con la Regione, individua l’effettiva destinazione dell’area con riferimento alla definizione di bosco di cui al presente articolo.

7. Il regolamento forestale specifica le modalità di determinazione dell’estensione dei boschi nonché i criteri e le modalità per la loro gestione.




Bosco di S. Pudenziana




Sul territorio di Monte San Giovanni Campano quindi come mero esempio ci sono  i boschi siti nella zona ZPS, Pineta della Bagnara, (il bosco che è sul versante Nord Est) Colle S. Marco, il bosco sito nella valle attraversata dal Torrente Amaseno, il bosco che è lungo il fiume Liri, il bosco a S. Pudenziana ecc ecc. 
La raccomandazione è la seguente: Quando si va per legna nei boschi o si va a fare qualche mascalzonata come quando vengono abbandonati i rifiuti bisogna fare attenzione perchè oltre alla legge bisogna rispettare il Regolamento Forestale tanto perchè a nessuno è delegato il diritto di distruggere la Natura.