sabato 23 dicembre 2023

MSGC - La raccolta differenziata coglie il 67,90% con il grande aumento di peso della frazione umida dei rifiuti urbani.

 

Il risultato ottenuto per la raccolta differenziata è frutto di maturità della filiera dei rifiuti oppure è l’escamotage numerico? L’analisi comparativa dei dati è del Dott. Marco Belli.

Si deve per forza di cosa ricordare che a Monte San Giovanni Campano  la raccolta differenziata dei rifiuti  venne istituita nel 2009. Da allora i risultati ottenuti sono stati figli di mera approssimazione e addirittura altalenanti. La prima criticità numerica rispetto al peso dei rifiuti avvenne tra il 2014 e il 2015 quando il peso dei rifiuti raccolti venne ridotto  passando  da 4838, 250 tonnellate a 3680,847 tonnellate. Riduzione dei rifiuti del 23,92% pari a 1157,402 tonnellate  che venne certificata dagli uffici comunali anche con apposita trasmissione dei dati all’ISPRA. Strana riduzione dei rifiuti  che venne criticata fortemente da Fare Verde Monte San Giovanni Campano.  Sono passati tanti anni da allora  con risultati poco incoraggianti e sempre senza raggiungere il  65% per la raccolta differenziata  previsto per l’anno 2012.  Si arriva finalmente  al passaggio tra il 2021 e il 2022 ossia  alla seconda riduzione dei rifiuti totali  calcolata senza alcun  errore  in 113,75 tonnellate pari al 2.91% dell’intero conferimento di tutti i cittadini  che si traducono in una contrazione di 5 kg in meno  per ogni abitante di Monte San Giovanni Campano.

L’analisi nel dettaglio:

La riduzione dei rifiuti non è avvenuta solo a seguito d un’attenta presa di coscienza della popolazione  ed infatti ha ricevuto un aiutino  a tavolino con la riduzione del servizio e precisamente con la riduzione del numero delle prese che ora sono la metà  per la frazione secca de rifiuti (Indifferenziata).

I dati in comparazione:

A Fronte dell’aumento in percentuale colto dal Comune è da evidenziare che la raccolta differenziata dei rifiuti appare alquanto strana ed infatti aumenta in modo eclatante la raccolta della frazione organica  passando da 792,660 tonnellate del 2021 a ben 1059 , 500 tonnellate del 2022 nonostante il progetto del compostaggio domestico.

L’analisi dei dati è importante perché tutte le altre frazioni della raccolta differenziata se sommate tra di loro espongono una quantità di rifiuti raccolta che è in contrazione di peso rispetto all’anno precedente. Tradotto: Aumenta in modo strano la raccolta della frazione umida e diminuisce il peso delle altre frazioni  della differenziata rispetto all’anno precedente

L’analisi della frazione umida:

La riduzione del peso dei rifiuti totale  di 5 kg del 2022    per ogni abitante di Monte San Giovanni Campano diventa anomala in quanto indica  una contrazione della spesa da parte dei cittadini per l’acquisto dei prodotti necessari alla quotidianità. Cittadini che a dirla tutta, però,     privilegiano il solo   acquisto  di cibo  determinando così il considerevole aumento in peso della frazione umida dei rifiuti urbani.

L’analisi matematica dei dati:

Dall’analisi dei dati si evidenzia quanto è nella rappresentazione grafica  e precisamente le quantità in percentuale della raccolta differenziata di Monte San Giovanni Campano

Le percentuali della raccolta differenziata dei rifiuti a Monte San Giovanni Campano


   

 Dal grafico risulta evidente il dato percentuale del  41,2% per la sola frazione umida dei rifiuti raccolti a Monte San Giovanni Campano.   

Dato percentuale  significativo ed eclatante che indica Monte San Giovanni Campano come il  comune che riesce a fare meglio  dell’industrializzata città di   Milano. Quella città del Nord , infatti,      riesce a conferire  al massimo il  35,3%   per la frazione umida dei rifiuti  . 

 In buona sostanza la percentuale dei rifiuti organici conferita dai Monticiani   è superiore a quella conferita dai cittadini di Milano città di riferimento per la produzione industriale  ed  emblema del consumismo italiano.

Dopo questa abbondante premessa sulla  bolla di anomalia per i consumi di cibo che è  tutta monticiana c’è da fare l’analisi dei percentili sull’aumento della raccolta differenziata che è stata finalmente certificata dall’Ispra al  67,90% dopo ben 14 anni dalla sua istituzione.

Come è stato colto  il 67,90% della raccolta differenziata?

Semplice aumentando la sola raccolta della frazione umida di ben 266, 840 tonnellate nel 2022 rispetto all’anno precedente . Aumento  di peso che porta a registrare ben  88, 23 Kg di rifiuti frazione umida per ogni abitante   che sicuramente  è poco comprensibile e non  in armonia  rispetto alle altre frazioni di rifiuti  vista la riduzione totale in peso dei rifiuti e la contrazione in peso delle altre frazioni della raccolta differenziata.

 


 

Dai dati ISPRA risulta chiaro che nel 2021 tutte le frazioni della raccolta differenziata ad esclusione della frazione umida avevano raccolto 970,548 tonnellate di rifiuti.  Nel 2022 sono diventate 697, 169 tonnellate   con una riduzione di ben 273 tonnellate di rifiuti delle frazioni di rifiuti differenziati eclusa la frazione umida .

Quindi non è sbagliato  dire che è stata privilegiata la raccolta differenziata per la frazione umida rispetto a tutte le altre frazioni din rifiuti differenziati .  

L'aumento di peso della frazione umida   raccolta con il porta a porta , secondo i dati trasmessi dal comune all'ISPRA ,    ha portato al balzo percentile del 67,90% di raccolta differenziata.

I risultati quali sono? 

Nel "conto della serva" la riduzione totale dei rifiuti di 113.75 tonnellate non giustificano la riduzione delle quantità di ben 273 tonnellate di rifiuti per le frazioni della differenziata .
Se le cose stanno così è evidente che l’isola ecologica non ha alcun impatto significativo sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani  tanto è vero che le frazioni ingombranti , tessile e RAEE hanno registrato nel 2022 il  minore conferimento di questi rifiuti. La mancata raccolta del tessile ha fatto precipitare a zero il peso di quella frazione mentre sono sostanziaemente stabili il vetro e la plastica con guadagni  in peso insignificanti. I dati  che certificano l'aumento eclatante della frazione umida dei rifiuti decretano il  palese  fallimento del compostaggio domestico  che evidentemente non è mai decollato per la mancata opera di sensibilizzazione sul territorio.


Dall’analisi dei dati è certo  che il Comune di  Monte San Giovanni Campano è tra i  più bravi  nella raccolta differenziata della frazione umida e poco portato per la raccolta differenziata delle altre frazioni di rifiuti che vanno conferiti alla differenziata.

Quanto ha inciso la riduzione del sevizio delle prese dedicate alla frazione secca per la raccolta differenziata?

Non è dato saperlo perché i dati pubblicati  sono stati  mischiati e quindi si può solo  sperare  che il Comune vorrà pubblicarli con  la  trasparenza che meritano i Cittadini di Monte San Giovanni Campano.  

Di una cosa , però,  si può essere certi: I Monticiani hanno conferito 113.75 tonnellate di rifiuti in meno rispetto all’anno precedente e sicuramente in questo dato è da includere l’effetto della riduzione a metà  del numero delle prese per la raccolta della frazione secca. 

Nelle  113,75 tonnellate   decuratate  dal peso totale dei rifiuti conferiti  sono incluse le   24,26 tonnellate che sono  da imputare ai 77 abitanti che sono stati conteggiati in meno in quanto la popolazione di Monte San Giovanni Campano  è passata da 12086  nel 2021 ai 12009 abitanti nel 2022.

La riduzione del servizio "imposta a tavolino"   causa il cosiddetto aumento occulto nelle bollette dei cittadini che non vedono decurtata nessuna cifra a fronte di un  servizio che è stato ridotto. 

Raccolta differenziata che aumentata in percentuale per la sola frazione umida che  non provoca nessuna diminuzione del costo del servizio. 

Come sono andate le cose lo sapremo con  certezza negli anni a venire conl'analisi dei dati futuri  ma  per ora bisogna solo dire che finalmente  siamo arrivati a cogliere l'obiettivo che era previsto per il 2012. Fare Verde MSGC  continuerà a fare   finta di non sapere che ci sono già altri obiettivi da cogliere previsti dalle Direttive Europee per i rifiuti.

Una  domanda però  sorge spontanea: A che serve la raccolta differenziata   se non fa  valere  il principio europeo  di chi inquina paga? La domanda è pubblica e chiunque può rispondere.

giovedì 21 dicembre 2023

MSGC - Ridurre lo spreco alimentare durante le festività Natalizie fa bene all'economia familiare.

 

Ridurre gli sprechi durante le festività Natalizie oltre ad aiutare l’ambiente da una mano alle economie famigliari e alla salute. 

 

    I consigli  di Fare Verde Monte San Giovanni Campano per evitare sprechi alimentari ai cenoni:  si può  iniziare con il  pianificare con attenzione il menu dei cenoni avendo  la consapevolezza della qualità  e delle   quantità da  acquistare evitando cquisti generici e massivi . Acquistare  solo l’essenziale e se possibile a Km zero  ed in fatti è  meglio una tavola meno imbandita dove  però c’è preferenza per la qualità . Questo è il metodo con cui si  evita di comprare prodotti non necessari.

 

 

 


 


  •    Evitare le offerte   dei supermercati  come i 3×2.  In questo modo si acquista e si spende più del necessario senza sapere che circa  Il 26% dello spreco alimentare deriva dall’acquisto di prodotti in offerta.
  •     Ridurre le porzioni da servire. Non ha senso cucinare per tante  persone se poi a tavola sarete  in pochi.
  •  Le porzioni avanzate  non vanno buttate perché possono essere surgelate per gustarle in altre occasioni.
  •        Riporre le verdure nel cassetto in basso  del frigo per evitare che si ammuffiscano.  La frutta è  meglio  conservarla   a temperatura ambiente.  Bisogna  fare attenzione  nel conservare  la  frutta e  la verdura perché rappresentano  il 16%  circa dei prodotti più sprecati.
  •  Il pesce si può conservare in frigorifero, se fresco, per un paio di giorni al massimo, oppure può essere    congelato per essere conservato. Nel frigo deve essere sistemato in posizione intermedia in contenitori chiusi.
  •  I molluschi devono essere riposti in frigo  in contenitori che ne garantiscano l’isolamento dagli altri cibi per evitare eventuali scambi di batteri.
  • Fare acquisti preferibilmente a km zero in modo da sostenere la filiera corta , i piccoli produttori e i negozi di prossimità. Il brindisi in famiglia fatelo   con lo spumante Italiano e soparttutto  rispolverate le ricette della  tradizione Ciociara .
  • Infine , questo non è un consiglio "verde": Chi può destini una piccola parte della spesa per chi è in difficoltà.

mercoledì 20 dicembre 2023

MSGC - Il Piano Energetico Comunale indispensabile per lo sviluppo sostenibile dell'amata città

 

Il Comune di Monte San Giovanni Campano ha un consumo di energia spaventoso che supera abbondantemente i 500.000euro l'anno  se si calcolano anche i carburanti per  le auto di servizio, il TPL  e  il trasporto scolastico. Con una spesa simile non aver adottato  il Piano Energetico Comunale  (PEC) è un modo di fare senza senso e di provata insostenibilità economica e ambientale.

Il PEC è lo   strumento che ogni comune piccolo o grande dovrebbe avere a fianco  al Piano Regolatore Generale; con esso  si  misurano i consumi di energia “dell’amata  città” suddivisi per settori. Dall’analisi dei consumi  (ci vuole uno capace)  vengono individuati  gli interventi di risparmio di combustibili fossili come gasolio, benzina e metano ,  vengono promosse e realizzate  nuove fonti  da energia rinnovabile che ben si addicono all’ente comunale che si trova nelle condizioni ottimali  per consumare l'energia rinnovabile .

Per Fare Verde Monte San Giovanni Campano il  Piano Energetico Comunale  dovrebbe  essere  uno strumento di collegamento tra le strategie di pianificazione locale e le azioni di sviluppo sostenibile. Dovrebbe  essere redatto in modo da poter  tradurre operativamente gli indirizzi dell'Amministrazione in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili, sensibilizzare i cittadini  al nuovo modo di usare  l'energia con   l’informazione precisa   sul  consumo razionale e sostenibile delle risorse energetiche.

Fare Verde quali obiettivi vorrebbe centrare con il  PEC?

Pe la nostra compagine monticiana il PEC dovrebbe riguardare  da un lato il miglioramento della qualità ambientale della città , la migliore qualità della vita dei Cittadini  e potrebbe  contribuire     agli impegni nazionali per la riduzione delle emissioni di CO2.

I campi di applicazione nei quali finalizzare le politiche di risparmio  sono i seguenti:

· il settore residenziale e produttivo

· la mobilità (TPL e Trasporto scolastico)

· l’illuminazione pubblica

· il ciclo ambientale dei rifiuti

· la corretta informazione dei consumatori

- I consumi  degli edifici comunali o di pertinenza comunale.

Il PEC se redatto in modo corretto è  uno strumento utile per lo sviluppo sostenibile del nostro territorio che  ha la capacità di creare nuove professionalità e nuovi posti di lavoro diretti e  indotti.  

Il consiglio appassionato di Fare Verde MSGC:  << Con il PEC , il comune,   potrebbe iniziare  a differenziare le aree usando come riferimento la pressione energetica. Questo è il modo  per  studiare le  azioni di investimento da realizzare  per il risparmio energetico che devono  essere  specifiche per   ogni area.  Ciò consentirebbe  una migliore integrazione tra interventi di pianificazione territoriale , interventi  in  edilizia    e la produzione di energia  rinnovabile  facendo scaturire una più sostenibile e armoniosa  pianificazione dello sviluppo e della trasformazione dell'amata  città >>.

Per chi non lo avesse capito Fare Vede Monte San Giovanni Campano  ha  appena scritto nel virgolettato  il concetto di sviluppo sostenibile con parole   che riassumono in modo corretto il concetto di sviluppo sostenibile. 

Poche parole per concetti immensi: Produzione di energia rinnovabile, efficientamento energetico e attenzione alla povertà energetica. Questa è la ricetta per Monte Sanb Giovanni Campano se c'è la volontà di traformare i consumi   Comunali in    efficienti  ,  efficaci  e inlinea con il terzo millennio. 

Ah! Si può sempre scegliere di  restare così come stiamo negli anni '70 del secondo millennio.  Per restare arretrati non ci sono sforzi mentali da fare e neppure  costi da sostenere.

 


 

venerdì 15 dicembre 2023

La differenza tra Metano naturale e Biometano.

 



Quale è la differenza tra Metano naturale  e il biometano? Sono entrambi gas formati dalla stessa molecola , sono entrambi climalteranti ed hanno la stessa formula bruta CH4.  Il suo nome in chimica  è  Tetraidruro di Carbonio.

E’ solo la fonte di questo gas che fa la differenza nel rilascio di CO2 durante la sua combustione. Il Metano di origine naturale  (fossile) si è formato nel corso di milioni di anni quando piante e animali sono morti e sono stati gradualmente sepolti da strati di terra e roccia. Quando  viene bruciato il metano fossile rilascia il Carbonio sotto forma di CO2 che era immagazzinato nelle viscere della terra e quindi con bilancio positivo nell’atmosfera.

Il Biometano ha la stessa formula bruta CH4 del Metano naturale  e quando brucia rilascia la stessa quantità di Carbonio nell’atmosfera sotto forma di CO2. Diossido di Carbonio   che però deriva dai processi di trasformazione della materia organica formatasi da pochissimo tempo (rifuti parte umida, sterco animale , residui vegetali , residui industriali ecc) . Il materiale organico, come ad esempio il materiale vegetale raccolto nei cassonetti, ha assorbito solo di recente l’anidride carbonica dall’atmosfera. Quando questo materiale organico  produce Biometano, che viene bruciato, rilascia la stessa quantità di anidride carbonica di quella assorbita durante la crescita della pianta da cui deriva . Di conseguenza, il bilancio tra la CO2 assorbita e quella rilasciata rimane neutro.

Pur restando il bilancio del CO2  neutro non vuol significare che il Biometano  non inquina. E’ falso affermare che il biometano non inquina ed infatti durante la combustione  produce la stessa identica quantità di CO2 del Metano fossile . E’ il bilancio della CO2 che è diverso perché quella prodotta dal Metano naturale era immagazzinata da milioni di anni nella terra mentre la CO2 che proviene dalla combustione del Biometano proviene da CO2 che è stata immagazzinata in tempi recenti.

Perché gli "scienziati" che infestano la politca dicono che il biometano è carbon negative?

I filosofi della politica asseriscono che quando vengono utilizzati i rifiuti organici o lo sterco per produrre biometano, si evita di portarli in discarica. Qui scatta la demagogia perché da anni in Italia i rifiuti organici non vengono inviati in discarica ma al riciclo per essere trasformati in compost . Questo concetto fondato su una semplice ipotesi fa arrivare ad una conclusione estremamente filosofica perché supporta la seguente tesi: “Il Biometano è carbon negative in quanto evita le emissioni che altrimenti si sarebbero verificate se i rifiuti si fossero decomposti in una discarica”.

In Italia la frazione umida dei rifiuti NON va in discarica.


T.U.A. dopo d.lgs. n. 116/2020 NUOVO Art. 182 ter.

Rifiuti organici

Comma 2. Al fine di incrementarne il riciclaggio,entro il 31 dicembre 2021, i rifiuti organici sono differenziati e riciclati alla fonte, anche mediante attività dicompostaggio sul luogo di produzione, oppure raccolti in modo differenziato, con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002, senza miscelarli con altri tipi di rifiu
ti
.


La questione è allora diversa ed infatti è molto più corretto dire che gli impianti per la produzione di Biometano aiutano l’economia trasformando prodotti di scarto in energia risolvendo il problema di sostanze altamente inquinanti che altrimenti andrebbero “lavorate” con costi elevati. 

Nessuno può dire  che il Biometano non inquina e non è climalterante perché è una corbelleria che non ha precedenti nella storia dell’umanità. 

Il Biometano e il Metano naturale durante la loro combustione rilasciano la stessa identica quantità di CO2 nell’atmosfera.

 

Tetraidruro di Carbonio  (METANO).


giovedì 7 dicembre 2023

MSGC - Il Capoluogo ancora una volta al buio nella notte tra il 6 e 7 Dicembre.

 Quando alcuni anni fa venne acquistato l’impianto per fine leasing da ENEL per poco più di 500,oo euro la nostra Associazione avvisò il Comune che stava riscattando un impianto obsoleto, non  a norma e che era impegnativo per la manutenzione visto che allora c’era un viavai continuo di tecnici per tenere la pubblica illuminazione efficiente.

All’epoca  il comune non ci rispose ma con tanta incoscienza  affermò  di voler  installare dei retrofit a led al posto delle vecchie lampade ad incandescenza pur essendo a conoscenza delle condizioni dell'impianto di pubblica illuminazione che aveva acquistato con pochi spiccioli. Furono sostituite le lampade in piazza Marconi e in via Roma con i led. ma poi all’improvviso con la giunta comunale Cinelli sono stati tolti i led e rimesse le luci ad incandescenza con un’azione a dir poco scellerata per l’uso sostenibile della risorsa energetica visto che l'impianto non reggeva. Da allora   il Capoluogo con il pubblico servizio interrotto   anche nella notte tra il 6 e 7 Dicembre 2023 è rimasto spesso  completamente  al buio   esponendo la popolazione ai malintenzionati. 

  La pubblica illuminazione inefficace , inefficiente, dispendiosa  e insostenibile che è  difficilmente sanabile in tempi brevi, la devastazione dell’Area Verde Colle Cipullo , il dissesto idrogeologico approcciato  ma ancora non sanato solo  dove si  è visto nelle telecamere della Rai, il mancato contrasto alla piaga dell’abusivismo edilizio, i rifiuti abbandonati in molti luoghi del territorio denunciati costantemente da Fare Verde MSGC, la mancanza  assoluta di azioni per il  risanamento della qualità dell’aria sono il risultato di una inefficace azione amministrativa  da parte del consigliere con la delega all’ambiente che  dovrebbe trovare la forza di rimettere la sua delega nelle mani del sindaco.





martedì 28 novembre 2023

Come riciclare la cenere.

 

 

Nel periodo invernale  visti i costi dell’energia per il riscaldamento con  gas metano e con l'elettricità  c’è un aumento dell'uso della legna e del pellet come  combustibile e quindi l'aumento della  quantità di   cenere. Fare Verde Monte San Giovanni Campano vi ricorda  cosa ci facevano con la cenere  le generazioni passate  che la  consideravano  una risorsa per la cura della casa , del giardino , dell’orto e degli animali da cortile.

Ecco alcuni modi per riciclare la cenere:

Preparare il sapone

Con la cenere di legna si può  preparare il sapone in casa  con un metodo semplicissimo, basta  - aggiungere alla cenere   dell’acqua e dell’olio extravergine d’oliva per  Preparare  una lisciva molto concentrata  che, unita all’olio, permetterà il verificarsi della reazione di saponificazione.

La ricetta - << Per poter creare il sapone in casa, è necessario concentrare la lisciva fino ad ottenere una soluzione satura: molto semplicemente si mette un pentolone pieno di lisciva a bollire e si lascia sul fuoco fino a che non è abbastanza concentrata. Si capisce che è satura quando cambia il modo di bollire… tanto per rendere l’idea, assomiglia al primo bollore della polenta. Indicativamente, la lisciva satura è 15-20 volte più concentrata della lisciva che si usa per i panni. Quando la potassina sarà satura, bisognerà aggiungere l’olio e continuare a “cuocere” girando. Non è necessario farsi problemi per le proporzioni, conviene tenersi abbondanti con l’olio e quello che non subisce il processo di saponificazione potrà essere recuperato e riutilizzato.Una volta aggiunto l’olio, noterete che il liquido tenderà a schiumare: è il segno che è iniziato il processo di saponificazione. Tenete il fuoco bassissimo e continuate a girare (NON FATE BRUCIARE L’OLIO). È sufficiente continuare fino a quando tutta l’acqua sarà evaporata, semplice accorgersene in quanto smette di uscire vapore. Spegnere il fuoco e continuare a girare fino a che non si raffredda un po’. La consistenza raggiunta sarà simile ad una maionese grumosa e oleosa.Versate in uno stampo di legno non verniciato con un cucchiaio tutti i grumi, lasciando l’olio non saponificato nella pentola. È necessario attendere un paio di giorni perché la vostra saponetta si solidifichi, anzi più si lascia “stagionare” e più il sapone risulterà compatto. Il sapone ottenuto in questo modo, con soli due ingredienti, è quasi inodore tranne che per un delicato sentore di olio extravergine, che rimane sulla pelle dopo l’utilizzo. Si può usare anche come shampoo.Farsi il sapone in casa non è tanto un modo di risparmiare quanto una scelta di non usare sulla nostra pelle o sulla pelle dei nostri bambini prodotti inutili e spesso dannosi, di cui manco si conoscono tutti i potenziali effetti allergenici.P.S.: è buona norma usare pentole di volume almeno doppio del contenuto. Durante la saponificazione, il bollore diventa violento e schizza olio e lisciva bollente in giro>>.

Preparare la lisciva

La cenere  è l’ingrediente  per la preparazione della lisciva, insieme all’acqua di rubinetto più calore, Si ottiene  un liquido adatto alle pulizie domestiche e una crema pulente alla cenere, che sarà perfetta per rimuovere lo sporco ostinato.

La ricetta -

Ingredienti:

1 parte di cenere di legna

5 parti di acqua di rubinetto

Preparazione:
Setacciare la cenere, metterla in una capiente pentola e aggiungere 5 parti di acqua. Portare a bollore e lasciare sobbollire dolcemente per 2 ore, mescolando ogni tanto. Spegnere, coprire la pentola e lasciarla riposare senza agitare fino al giorno seguente.
Il giorno dopo la cenere si sarà depositata sul fondo della pentola formando uno spesso strato, mentre l'acqua in superficie, che ormai non può più essere definita tale, ma lisciva (o liscivia), si presenterà quasi trasparente. A questo punto bisognerà preparare un'altra pentola sulla quale mettere un passino o un colapasta in cui sistemare un tessuto di cotone (meglio se bianco e successivamente da buttare) o un filtro adatto allo scopo.
Versare la lisciva nel colino facendo attenzione a non smuovere il deposito che deve rimanere sul fondo dell'altra pentola. La lisciva così ottenuta va lasciata decantare per qualche ora per verificare se si depositano delle polveri, in qual caso andrà filtrata nuovamente. Si mette ancora a riposo e si aspetta. Se necessario filtrare più volte fino ad ottenere una soluzione trasparente.
Quando la lisciva finalmente si presenterà limpida e trasparente versarla in flaconi di plastica o tanichette (vanno bene quelle dell'acqua distillata) per un futuro utilizzo.

Cenere per pulire l’acciaio inox

Può essere usata  per la pulizia e la lucidatura delle pentole e dei coperchi in acciaio inox. Si versano due o tre cucchiai di cenere  in un bicchiere dove si  aggiunge l’acqua a poco a poco, fino ad ottenere un composto cremoso da strofinare sulle superfici con una  spugna.

La cenere per tenere lontane  le lumache e gli acari delle piante

La cenere è il metodo  tradizionale utilizzato dagli agricoltori per allontanare le lumache dall’orto e gli acari dalle piante..

La cenere è un ottimo fertilizzante  naturale

Va solo ricordato di non applicare la cenere nei  terreni dove vengono  coltivate piante che preferiscono un suolo tendenzialmente acido, come le rose, le azalee, il rododendro e le patate dolci.

Cenere per la neve e ghiaccio

Miscelare la cenere con il sale e cospargere il suolo ghiacciato .

 

Pulire l’Argenteria

Si  mescola la cenere con delle piccole quantità di acqua tiepida e  succo di limone, fino ad ottenere un composto cremoso. Strofinare  con delicatezza gli oggetti in argento da pulire  per farli  risplendere.

La cenere come antiparassitario. 

Per utilizzare la cenere di legna come antiparassitario, è necessario spargerla sul pavimento del pollaio e sui ripiani dove le galline si riposano. È importante utilizzare solo cenere di legna  non trattata, poiché quella trattata può contenere sostanze chimiche dannose per gli animali


Sapone con cenere




MSGC - Notti magiche! Nel buio più assoluto ogni bellezza è pari.

 MSGC - Fare Verde MSGC ha scritto: "Sulla pubblica illuminazione nel Capoluogo non a norma si dovrebbe scrivere un trattato per l’incompetenza , per quelle di altre località ci vorrebbe un vademecum su tutto quello che non si dovrebbe fare". Mai pensiero è stato più profetico ed infatti anche questa notte il Capoluogo è stato al buio. Del resto per un impianto intero non a norma che l'Enel avrebbe dovuto solo buttare al robivecchi e che è stato pagato (a ferro) poco più di CINQUECENTO euro non ci si può aspettare di più. Poi se ancora questo non bastasse è arrivato lo scienziato di turno che ha tolto i pochi retrofit a led installati in piazza Marconi per rimetterci le luci ad incandescenza. La pubblica illuminazione del Capoluogo è una storia infinita di strana "meteoropatia impiantistica" e di incompetenza specifica sugli impianti elettrici da parte del Comune che la gestisce. Non c'è spiegazione logica nell'operato del Comune che insiste da anni con la manutenzione "fai date" ad un impianto per la pubblica illuminazione che è solo da buttare. Pseudo manutenzione che nel tempo ha cagionato disservizi notevoli facendo restare completamente al buio la popolazione, con tutti i rischi del caso nel marasma dell'inefficienza ed inefficacia, cagionando l'interruzione del pubblico servizio. Il Comune che si intrattiene con mirabolanti eventi sulla "sostenibilità" e questo punto , viva Dio, dovrebbe spiegare per bene come viene applicato l'uso sostenibile della risorsa energetica perchè è evidente che finora qualcosa è andato storto se all'improvviso restiamo al buio .