giovedì 25 ottobre 2018

MSGC - Caro Comune l'economia circolare è una cosa seria!


Gli appuntamenti persi a Monte San Giovanni Campano con lo sviluppo sostenibile dove l’Ente Comune poteva essere protagonista:
Il primo appuntamento perso è stato con la "green economy" un sistema economico che "migliora il benessere umano e l'equità sociale e, contemporaneamente, riduce in maniera significativa i rischi ambientali e i deficit ecologici". Un'economia verde è pensata come un'economia a bassa emissione di carbonio, con un uso efficiente delle risorse e socialmente inclusivo. Nel 2008 il termine è diventato comune, quando l'UNEP ha promosso la Green Economy Initiative per supportare gli investimenti pubblici e privati nei settori "verdi" e promuovere comportamenti più ecocompatibili nei settori inquinanti, riducendo le emissioni di CO2 e l'inquinamento, raggiungere l'efficienza energetica e nell'uso delle risorse, evitando la perdita di biodiversità.
Il secondo appuntamento mancato è stato quello la "bio economia", cioè l'insieme di attività economiche relative all'invenzione, lo sviluppo, la produzione e l'uso di prodotti e processi biologici per migliorare e rendere più sostenibili i risultati del settore sanitario e la produttività dell'agricoltura e dei processi industriali.
 L'Unione Europea ha lanciato nel 2012 la Strategia sulla Bio economia per promuovere la produzione di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione in prodotti vitali e bioenergia. Uno degli obiettivi è quello di sostituire l'uso delle fonti fossili con alternative naturali . Tale strategia necessitava di un altro elemento: a dicembre 2015 è stato adottato il Piano d'azione per l'economia circolare che ha inserito l'anello mancante . L'economia circolare si richiama ai processi che minimizzano l'impatto dei prodotti anche dopo il loro utilizzo fino a prevederne, già in fase di progettazione, il riutilizzo degli scarti in simbiosi industriale o delle materie prime secondarie. L'economia circolare mira a mantenere più a lungo il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse – promuovendo l'allungamento della vita dei prodotti – e a minimizzare la produzione dei rifiuti, recuperando e riutilizzando quanto più possibile gli scarti.
Attualmente  il Comune ha deciso di non perdere il trerzo appuntamento ed infatti con il compostaggio di prossimità si è avventurato nell’economia circolare ma questa attività concepita  senza alcuno sbocco occupazionale  , senza alcun coinvolgimento vero  in termini sociali e senza una studiata simbiosi industriale resterà un escamotage affine a se stessa per cercare di raggiungere sulla carta gli obiettivi di legge per la raccolta differenziata. In buona sostanza l’applicazione pratica dell’economia circolare si fonda su 5 principi base che sono assolutamente indispensabili che sono:
1) ECO PROGETTAZIONE
Progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione.
2)MODULARITÀ E VERSATILITÀ
Dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne.
3) ENERGIE RINNOVABILI
Affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili.
4) APPROCCIO ECO SISTEMICO
Pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti.
5) RECUPERO DEI MATERIALI
Favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità.
Quindi l’economia circolare deve essere caratterizzata da un approccio sistemico e non da un unico approccio   specifico per ottenere risultati utili e duraturi nel tempo. Non ha nessun senso fare il regolamento per il compostaggio domestico se   non è già stata prevista  la riduzione degli imballaggi, la decostruzione e il riuso dei materiali magari in simbiosi industriale con un regolamento comunale per la raccolta differenziata. Non ha alcun senso creare l’applicazione pratica dell’economia circolare se la popolazione non viene coinvolta nei processi dell’economia circolare e continua imperterrita ad usare in ogni azione quotidiana i processi dell’economia lineare. Quello che si vuole sottolineare è che il compostaggio non deve essere  il metodo per risolvere il problema della percentuale della raccolta differeniziata almeno sulla carta ed infatti dovrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo tipo di approccio ad un nuovo modo di pensare l’economia reale che deve vedere al centro di ogni cosa la popolazione e non l’Ente Comune. Creare nuovi posti di lavoro anche per le persone diversamente abili, mettere in circolazione il denaro, sviluppare i servizi, riusare i prodotti tramite la riparazione, il riuso e la decostruzione sono gli obiettivi che si deve porre un’applicazione pratica dell’economia circolare . Mettere un macchinario automatico che produce compost senza creare nessuna opportunità di lavoro non servirà a nulla se non a creare l’illusione patetica di un nuovo concetto di economia . Il compostaggio di prossimità c’è stato fin dalla notte dei tempi e i contadini lo hanno sempre attuato senza avere la benchè minima idea del concetto di  economia circolare. Oggi si vuole spacciare un solo piccolo processo dell’economia circolare come la panacea per il problema dei rifiuti e ciò vuol dire che non si ha la benchè minima idea della gestione dei rifiuti e ancor di più è sconosciuto  il significato di economia circolare.  Il compostaggio domestico oltre al regolamento deve prevedere una fase preliminare di educazione Ambientale che di certo il Comune di Monte San Giovanni Campano non può dare perché gli amministratori e i tecnici notoriamente sono troppo legati a concetti retrivi e lontani da quanto accade nella civiltà occidentale ed infatti potrebbero essere collocati ad amministrare un Comune in uno qualsiasi dei Paesi in via di Sviluppo. Ad esempio il Comune ancora oggi sostituisce le lampadine a led con altri tipi di lampade, usa mezzi di locomozione obsoleti, non ha la benchè minima idea del concetto di GPP, le buste di plastica e i secchi per i rifiuti consegnati alla popolazione invece di essere stati costruiti dalla plastica di riciclo sono stati prodotti con i derivati petroliferi, non ha mai realizzato l’isola ecologica, non ha un mercato per il riuso dei materiali, non capisce che seppellire i rifiuti in montagna è sbagliato ecc. ecc. Di fatto a fronte di tanta approssimazione si comprende che si è avventurato nell’economia circolare solo perché rappresenta un escamotage per risolvere il suo  problema burocratico  delle quantità in percentuale  per la raccolta differenziata. Il rischio palese che è stato creato dallo stesso Comune consiste nella furbizia incivile di tanti cittadini che potrebbero aderire al progetto per lo sgravio fiscale per poi buttare i rifiuti per strada magari vendendosi la compostiera come è già accaduto. Fare Verde per  prima ha proposto il compostaggio domestico e di prossimità al Comune di Monte San Giovanni Campano che è arrivato dopo anni  alla stessa nostra soluzione perdendo tempo e denaro. Purtroppo le buone proposte  vengono sempre ritardate e negate  da tecnici che non hanno la più pallida di quello che leggono ma  che poi quando diventano appetibili  cercano di farle proprie magari scopiazzandole e deviandole o anche pagando  incarichi per la progettazione quando il progetto lo avevano nel cassetto. A questo punto non ci resta altro da fare che aspettare la pubblicazione del regolamento per il compostaggio domestico e di prossimità  del Comune di Monte San Giovanni Campano per vedere di quale capolavoro teorico e  inattuabile  si tratta sulla carta. 

Compostiera di prossimità


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