martedì 5 giugno 2018
FARE VERDE PROVINCIA DI FROSINONE: 5 GIUGNO 2018 GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE.
FARE VERDE PROVINCIA DI FROSINONE: 5 GIUGNO 2018 GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE.: La giornata mondiale dell’ambiente è un’occasione per riconnettere l’uomo alla natura e ripensare al perduto equilibrio di questo rapport...
giovedì 31 maggio 2018
Ambiente: S.F.Q.R. SONO FURBI QUESTI ROMANI - Parlano di pecore e ci mandano i rifiuti.
La popolazione della
Provincia di Frosinone non deve pagare con la
salute e non deve contrarre il debito ecologico Romano che viene
imposto alla Ciociaria per garantire la
governabilita’ della Regione Lazio. Basta ai voli pindarici dei
nostri Sindaci che devono decidere se difendere le Comunita’ che
rappresentano dicendo NO ai rifiuti di Roma o gli interessi politici
astratti dell’alleanza di fantasia che governa la Regione Lazio. Fare
Verde Provincia di
Frosinone continua a dire NO ai rifiuti di Roma soprattutto ora che Ama rischia tutto e indice una maxi gara da 188 milioni di euro per rifiuti
indifferenziati e scarti. Denaro che serve per smaltire i rifiuti prodotti dai Tmb di via Salaria e Rocca Cencia, ma
anche quelli che escono dai Tmb del Colari con la finalita’ di
mettere in sicurezza i rifiuti indifferenziati prodotti dai Romani per un periodo minimo di due anni.
Attualmente questi rifiuti vengono smaltiti fuori Roma e
precisamente a Frosinone, Latina, Viterbo e
in Abruzzo .
Intanto la giunta Raggi fa sapere : "Roma Capitale non ha il
compito di individuare alcun sito per la collocazione degli impianti
per la chiusura del ciclo dei rifiuti", ha spiegato in
commissione capitolina Ambiente il direttore della direzione rifiuti,
risanamenti ed inquinamenti del dipartimento Tutela ambientale di
Roma Capitale, Laura D'Aprile.
In buona sostanza il
Comune di Roma non e' interessato a chiudere il ciclo dei propri
rifiuti e pensa di risolvere il problema con il denaro , sulla salute di
altre Comunita' (anche la nostra) e ai danni di un Ambiente che non e'
loro e che non gli appartiene.
Allo
stesso tempo l’assessore Pinuccia Montanari della giunta Raggi
continua ad andare avanti imperterrita con il piano rifiuti del
Comune di Roma fatto di pecore e vacche che ancora una volta e’ anche sul groppone dei
Ciociari. La destinazione preferenziale dei rifiuti
continua ad essere la SAF di Colfelice vista con particolare
interesse in quanto fornitrice dei (CDR) rifiuti che vengono bruciati
nell’inceneritore proprieta’ ACEA a San Vittore del Lazio che
guarda caso e’ di proprieta’ al 51% del Comune di Roma. Fare
Verde Provincia di Frosinone e’ lapidaria: Non bastano le pecore e
le vacche di propaganda per risolvere il problema dei rifiuti di Roma!
e' arrivato il momento per il Comune di Roma di prendersi le proprie
responsabilità perché la salute dei Ciociari non ha prezzo e il nostro
territorio non deve essere inquinato dall'incenerimento dei rifiuti e
deturpato dall'ampliamento della discarica MAD. Quindi e'
arrivato il momento di dire ai fans e ai tifosi Ciociari del Sindaco
di Roma di mettere fine alla farsa che recita il loro no agli
inceneritori e alle discariche. I rappresentanti Ciociari del m5s si
facciano promotori del NO ai rifiuti in Ciociaria se veramente hanno a
cuore la salute della nostra gente e il territorio in cui vivono . Non
possono continuare a fare gli ambientalisti per caso solo per ottenere
il consenso elettorale in una campagna elettorale infinita.sabato 26 maggio 2018
Monte San Giovanni Campano Comune depresso e svantaggiato della Provincia di Frosinone
Fare Verde affronta senza mezzi termini il termine di AREA DEPRESSA
affibbiata al territorio e al tessuto sociale ed economico di Monte San
Giovanni Campano .Si mette in evidenza che il nostro Comune e' rimasto
economicamente in arretrato rispetto ad altri Comuni della Regione
Lazio e dello Stato, non può più risollevarsi al loro livello e tende,
anzi, lasciato a sé stesso, a rimanerne sempre più lontano. Ciò per
effetto della crescente attrazione preferenziale di capitali e di
iniziative verso le zone più prospere a detrimento di quelle depresse,
determinata da molteplici fattori. Tra questi predominano i fattori
ambientali: reti e mezzi di trasporto , servizi stradali, postali,
Internet a banda larga, telefonici, bancari, acquedotti, fognature,
scuole, assistenza sanitaria e sociale, condizioni igieniche e
conservazione dei patrimoni architettonici, naturalistici e
paesaggistici. Seguono immediatamente per importanza la mancanza dei
cosiddetti fattori agglomerativi; insiti nell'esistenza, nelle zone più
progredite, di un equilibrato assortimento di settori economici
(agricoli, industriali, commerciali) e, soprattutto, di un'ampia gamma
di produzione artigianale , industriale ( di beni strumentali e di beni
di consumo). La carenza di molteplici servizi e attività collaterali e
sussidiarie; dai quali deriva una più facile e pronta acquisizione di
materie prime, di prodotti intermedi e ausiliari, di materiali di
manutenzione, comodità di riparazioni, efficiente organizzazione del
mercato di approvvigionamento e di sbocco, disponibilità di maestranze
specializzate e di tecnici e, in genere, facilità di rapporti economici,
finanziari e sociali. Si determinano così quei fenomeni di inerzia del
capitale e delle iniziative che fanno preferire agli imprenditori la
localizzazione delle nuove attività o l'ampliamento di quelle esistenti
accanto a quelle più progredite. L'effetto combinato e cumulativo delle
forze di attrazione verso le aree più prospere e, per contro, delle
forze di repulsione per le aree depresse, determina appunto il
dislivello, crescente nel corso del tempo, fra le prime e le seconde.
Scelte politiche di indirizzo scellerate, carenza di infrastrutture, uso
insostenibile del suolo e delle acque, mancanza di progettazione e
vocazione del territorio hanno causato il lento declino di cui si vedono
i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. In queste condizioni si
può risalire soltanto con massicci, organici e sistematici interventi
di forze esterne, tanto più efficaci quanto più tempestivi. Di fatto
Monte San Giovanni Campano senza l'intervento di forze esterne non
potrà mai risalire la china. Quale soluzione propone Fare Verde? Di
valutare la situazione e di iniziare a censire i beni materiali e
immateriali di cui dispone il territorio e la società per indirizzare
il paese ad una vocazione specializzata in attesa dell'arrivo di forze
esterne che possano risollevare la grave situazione che comunque debbono
essere attratte creando il necessario substrato per ospitare il loro
arrivo. Intanto pero' serve la consapevolezza che bisogna mettere fine
alle spese pubbliche improduttive che fino a questo momento hanno solo
aggravato la situazione. Installare pali della luce ad esempio per
acquisire il favore elettorale di una o due famiglie che poi saranno
riconoscenti al politico locale e' il classico esempio da evitare
perché alla spesa per l'installazione dei pali della pubblica
illuminazione si aggiunge la spesa perenne per la loro manutenzione e
per il consumo che andranno ad aggravare lo stato di depressione. Il
Comune inizi a pensare che il denaro dovrà essere investito per essere
produttivo. Un esempio? Investire denaro per dotare le strutture
pubbliche di impianti per la produzione di energia e' un investimento e
non una spesa perché dopo un piccolo lasso di tempo l'impianto si sarà
ripagato da solo e inizierà a produrre denaro senza ulteriori spese.
Specializzare il territorio ad una vocazione precisa associata alla
capacita di attirare fondi dagli enti sovra comunali dovrà essere una
priorità irrinunciabile altrimenti la situazione continuerà a
precipitare. Intanto lo stato attuale del nostro territorio ha
evidenziato che la vocazione agricola e' fallita, la vocazione turistica
religiosa e' fallita e la vocazione turistica laica non e' mai
iniziata. Ognuno che e' impegnato nella vita politica e sociale del
paese si faccia un grosso esame di coscienza e trovi la forza di
proporre soluzioni anche con salti quantici epocali rappresentati ad
esempio dallo sviluppo sostenibile e dall'applicazione pratica
dell'economia circolare purché le idee siano valide e produttive. In
alternativa lo scenario che si prospetta per Monte San Giovanni Campano
e' la fuga delle attività produttive e lo spopolamento che sono già in
atto. Visto che non ci sono produzioni e non c'è benessere bisogna
INVENTARLO. Per ultimo tutti coloro che troveranno la forza interiore
di non analizzare la situazione o di mistificarla sono da considerare
persone ostili alla nostra Collettivita'. Essi cercano di raschiare il
fondo del barile per il proprio tornaconto e nei fatti sono gli stessi
che hanno già acquisito beni rifugio ad esempio con l'acquisto di
case a Roma o in aree non depresse dove il valore immobiliare continua
ad essere in ascesa oppure hanno investito denaro all'estero dimostrando
oltre ogni ragionevole dubbio di non aver mai creduto sullo sviluppo
del nostro territorio.
giovedì 10 maggio 2018
MSGC - RIFIUTI: I Monticiani hanno il dovere di pagare la TARI. Gli altri hanno il piacere di incassare.
Dopo anni di MISTERO più assoluto c'è voluto l'intervento di Fare Verde per far uscire la verità alla luce del sole. Le materie prime seconde (alluminio, carta, cartone, vetro, plastica e ingombranti) conferite dalla popolazione nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani vengono cedute dal Comune di Monte San Giovanni Campano alla società che cura l'igiene urbana. C'è ancora di più ed infatti e' sempre la società che cura l'igiene urbana ad incassare i corrispettivi in denaro sonante.
Di fatto per i cittadini non c'è alcuna differenza in bolletta se la raccolta differenziata raggiunge gli obiettivi del 65% previsti dalla legge al 2012 oppure se la raccolta differenziata regredisce in percentuale come e' accaduto nel 2017.
Nessuno si faccia illusioni su bollette della TARI più leggere perché a Monte San Giovanni Campano l'andamento della quantità e qualità della raccolta differenziata non e' legata agli obiettivi raggiunti per gli ovvi motivi appena spiegati e non e' legata ad una tariffa puntuale. In buona sostanza i corrispettivi in denaro delle materie prime seconde non possono concorrere a rendere le bollette più leggere alla popolazione e alle attività produttive. Al contrario la parte della tariffa variabile legata ai rifiuti indifferenziati risente degli aumenti delle tariffe imposte dalla SAF che e' un'azienda notoriamente famelica di denaro. E' il Comune stesso che ammette questa circostanza dopo le pressioni inaudite di Fare Verde che ha esatto trasparenza ed infatti dopo non pochi sforzi e' arrivata la doccia gelata da parte dell'Ufficio Tecnico Manutentivo che recita: "I proventi derivanti dalla vendita dei rifiuti di provenienza dalla raccolta differenziata urbana, saranno riscossi dalla ditta appaltatrice".
Di fatto e' sconcertante che Monte San Giovanni Campano possa perdere l'appuntamento con l'economia circolare per scelte politiche strane. A tanti sfuggirà il significato di Economia Circolare e quindi brevemente si illustrano i fondamenti:
L’economia circolare oltre ad essere un valore aggiunto per l’ambiente dà nuove opportunità di crescita con la creazione di nuovi posti di lavoro anche nel sociale e possibilità di risparmio per le imprese.
In buona sostanza i frutti della nostra Economia Circolare ottenuti con la vendita delle materie prime seconde li ottiene esclusivamente l'azienda che cura l'igiene urbana. Non contenta l'azienda ci ha di fatto precluso il riuso, la riparazione, la decostruzione e il recupero di energia trasformando un principio di eccezionale rilevanza pubblica in un mero affare economico basato sul commercio incapace di creare occupazione nelle fasce deboli della popolazione.
In tutto questo arriva prepotente la riflessione di Fare Verde: Ecco spiegata la mancata costruzione dell'isola ecologica ed infatti la popolazione non avrebbe potuto conferire nulla visto che le materie prime seconde le prende tutte la società che cura l'igiene urbana e quindi almeno per ora l'isola ecologica non serve a nulla. Ed infatti il Comune ha dovuto optare per trattare la parte povera delle materie prime seconde e cercherà quindi di trasformare l'umido in fertilizzante. Azione che e' in fase di progettazione al di sotto della Contrada "Paglia" dove secondo il Comune ben si addice la realizzazione dell'impianto di trattamento vicino alle case. Insomma una sequela di azioni senza senso che porteranno i rifiuti vicino alle abitazioni a Paglia e purtroppo vicino al torrente Amaseno.
In buona sostanza la popolazione di Monte San Giovanni Campano paga per separare i rifiuti per poi cedere l'alluminio, la carta, il cartone , il vetro, la plastica e gli ingombranti e quindi se c'è chi paga c'è anche chi INCASSA.
In basso il documento del Comune di Monte San Giovanni Campano sul quale si distende un velo pietoso.
Di fatto per i cittadini non c'è alcuna differenza in bolletta se la raccolta differenziata raggiunge gli obiettivi del 65% previsti dalla legge al 2012 oppure se la raccolta differenziata regredisce in percentuale come e' accaduto nel 2017.
Nessuno si faccia illusioni su bollette della TARI più leggere perché a Monte San Giovanni Campano l'andamento della quantità e qualità della raccolta differenziata non e' legata agli obiettivi raggiunti per gli ovvi motivi appena spiegati e non e' legata ad una tariffa puntuale. In buona sostanza i corrispettivi in denaro delle materie prime seconde non possono concorrere a rendere le bollette più leggere alla popolazione e alle attività produttive. Al contrario la parte della tariffa variabile legata ai rifiuti indifferenziati risente degli aumenti delle tariffe imposte dalla SAF che e' un'azienda notoriamente famelica di denaro. E' il Comune stesso che ammette questa circostanza dopo le pressioni inaudite di Fare Verde che ha esatto trasparenza ed infatti dopo non pochi sforzi e' arrivata la doccia gelata da parte dell'Ufficio Tecnico Manutentivo che recita: "I proventi derivanti dalla vendita dei rifiuti di provenienza dalla raccolta differenziata urbana, saranno riscossi dalla ditta appaltatrice".
Di fatto e' sconcertante che Monte San Giovanni Campano possa perdere l'appuntamento con l'economia circolare per scelte politiche strane. A tanti sfuggirà il significato di Economia Circolare e quindi brevemente si illustrano i fondamenti:
L’
economia circolare si basa sull’applicazione – ad ogni livello – dei
concetti di riuso, riciclo (comunemente riciclaggio), recupero di
materia, decostruzione, riparazione e di energia a scapito della pratica incivile del conferimento
dei rifiuti in discarica.
L’economia circolare oltre ad essere un valore aggiunto per l’ambiente dà nuove opportunità di crescita con la creazione di nuovi posti di lavoro anche nel sociale e possibilità di risparmio per le imprese.
In buona sostanza i frutti della nostra Economia Circolare ottenuti con la vendita delle materie prime seconde li ottiene esclusivamente l'azienda che cura l'igiene urbana. Non contenta l'azienda ci ha di fatto precluso il riuso, la riparazione, la decostruzione e il recupero di energia trasformando un principio di eccezionale rilevanza pubblica in un mero affare economico basato sul commercio incapace di creare occupazione nelle fasce deboli della popolazione.
In tutto questo arriva prepotente la riflessione di Fare Verde: Ecco spiegata la mancata costruzione dell'isola ecologica ed infatti la popolazione non avrebbe potuto conferire nulla visto che le materie prime seconde le prende tutte la società che cura l'igiene urbana e quindi almeno per ora l'isola ecologica non serve a nulla. Ed infatti il Comune ha dovuto optare per trattare la parte povera delle materie prime seconde e cercherà quindi di trasformare l'umido in fertilizzante. Azione che e' in fase di progettazione al di sotto della Contrada "Paglia" dove secondo il Comune ben si addice la realizzazione dell'impianto di trattamento vicino alle case. Insomma una sequela di azioni senza senso che porteranno i rifiuti vicino alle abitazioni a Paglia e purtroppo vicino al torrente Amaseno.
In buona sostanza la popolazione di Monte San Giovanni Campano paga per separare i rifiuti per poi cedere l'alluminio, la carta, il cartone , il vetro, la plastica e gli ingombranti e quindi se c'è chi paga c'è anche chi INCASSA.
In basso il documento del Comune di Monte San Giovanni Campano sul quale si distende un velo pietoso.
sabato 21 aprile 2018
Ambiente: 22 Aprile 2018 Giornata Mondiale della Terra
La Giornata Mondiale della Terra, si celebra il 22 aprile dal 1970, e’ un momento per ricordarci che l’impegno per salvaguardare il nostro habitat deve essere quotidiano e costante, tanto quanto è urgente.
Il nemico numero uno che minaccia il nostro futuro è il mutamento climatico ossia il cambiamento del clima attribuito direttamente o indirettamente ad attività umane, che alterano la composizione dell'atmosfera e si aggiungono alla variabilità naturale del clima. È cosa certa che se l’uomo non si impegnera’ a contrastare questa minaccia ci saranno danni enormi agli ecosistemi e verranno disallineati potentemente gli equilibri agroalimentari, rendendoci enormemente più vulnerabili alle epidemie e sara’ minata la possibilità di sopravvivenza di molte specie.
L’elemento chiave che alimenta i mutamenti climatici e’ in prima battuta il forte inquinamento atmosferico che ha come conseguenza l’effetto serra, dovuto all’incremento esagerato negli ultimi decenni delle emissioni di metano, protossido d’azoto e anidride carbonica nell’atmosfera.
La chiave per affrontare il problema è “ridurre le emissioni”. Non solo di anidride carbonica, la famosa CO2, ma anche quelle di diossido di azoto, di metano, di esafluoruro di zolfo, di idrofluorocarburi e perfluorocarburi. Sostanze regolamentate dal protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005 proprio per ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Il passaggio alle rinnovabili in tutti i settori della nostra vita, compreso il modo in cui forniamo energia e riscaldiamo le nostre case, è quindi uno step obbligatorio, un atto dovuto alle future generazioni. Secondo l’ultimo rapporto Air quality in Europe — 2017 della IEA (International Energy Agency), il comparto commerciale, istituzionale e abitativo, quello che viene definito “commercial, institutional and households sector” nel 2015 è stato il settore che ha prodotto la percentuale più grande di emissioni di particolati (il 57% delle emissioni di PM2,5 e il 35% di quelle di PM10), di Black Carbon (il 45% delle emissioni), di monossido di carbonio (il 48% delle emissioni) e di benzo[a]pyrene (addirittura il 74% delle emissioni). Tuttavia e’ possibile invertire la rotta ma e’ necessario l’impegno di tutti ad adottare uno stile di vita più sostenibile e virare verso fonti di energia rinnovabili rinunciando in modo potente alle fonti di energia fossile e alle fonti di energia dalle bio masse.
Non si può più aspettare, se si vogliono raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica. Si deve varare una nuova strategia energetica nazionale sostenibile, con un orizzonte operativo che delinei la trasformazione del sistema energetico nazionale, della rete di distribuzione dell’energia elettrica e dei diversi settori coinvolti. Avere una strategia energetica nazionale sostenibile permetterebbe di agire direttamente sui mutamenti climatici con la riduzione delle emissioni. L’obiettivo che si dovra' raggiungere e’ quello di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni, anche per combattere la poverta’ energetica rappresentata dall’incapacità di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul benessere di ogni singolo cittadino. In buona sostanza oltre a rinunciare alle fonti di energia fossile bisogna ripensare il nostro stile di vita fatto di sprechi anche energetici e trasformarlo senza rimpianti in uno stile di vita sostenibile rispettoso dell’Ambiente cercando di raggiungere con impegno l’obiettivo di una migliore qualita’ della vita in un ambiente pulito.
Il costrutto e' del Dott. Marco Belli Consigliere Nazionale di Fare Verde Onlus
Il nemico numero uno che minaccia il nostro futuro è il mutamento climatico ossia il cambiamento del clima attribuito direttamente o indirettamente ad attività umane, che alterano la composizione dell'atmosfera e si aggiungono alla variabilità naturale del clima. È cosa certa che se l’uomo non si impegnera’ a contrastare questa minaccia ci saranno danni enormi agli ecosistemi e verranno disallineati potentemente gli equilibri agroalimentari, rendendoci enormemente più vulnerabili alle epidemie e sara’ minata la possibilità di sopravvivenza di molte specie.
L’elemento chiave che alimenta i mutamenti climatici e’ in prima battuta il forte inquinamento atmosferico che ha come conseguenza l’effetto serra, dovuto all’incremento esagerato negli ultimi decenni delle emissioni di metano, protossido d’azoto e anidride carbonica nell’atmosfera.
La chiave per affrontare il problema è “ridurre le emissioni”. Non solo di anidride carbonica, la famosa CO2, ma anche quelle di diossido di azoto, di metano, di esafluoruro di zolfo, di idrofluorocarburi e perfluorocarburi. Sostanze regolamentate dal protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005 proprio per ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Il passaggio alle rinnovabili in tutti i settori della nostra vita, compreso il modo in cui forniamo energia e riscaldiamo le nostre case, è quindi uno step obbligatorio, un atto dovuto alle future generazioni. Secondo l’ultimo rapporto Air quality in Europe — 2017 della IEA (International Energy Agency), il comparto commerciale, istituzionale e abitativo, quello che viene definito “commercial, institutional and households sector” nel 2015 è stato il settore che ha prodotto la percentuale più grande di emissioni di particolati (il 57% delle emissioni di PM2,5 e il 35% di quelle di PM10), di Black Carbon (il 45% delle emissioni), di monossido di carbonio (il 48% delle emissioni) e di benzo[a]pyrene (addirittura il 74% delle emissioni). Tuttavia e’ possibile invertire la rotta ma e’ necessario l’impegno di tutti ad adottare uno stile di vita più sostenibile e virare verso fonti di energia rinnovabili rinunciando in modo potente alle fonti di energia fossile e alle fonti di energia dalle bio masse.
Non si può più aspettare, se si vogliono raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica. Si deve varare una nuova strategia energetica nazionale sostenibile, con un orizzonte operativo che delinei la trasformazione del sistema energetico nazionale, della rete di distribuzione dell’energia elettrica e dei diversi settori coinvolti. Avere una strategia energetica nazionale sostenibile permetterebbe di agire direttamente sui mutamenti climatici con la riduzione delle emissioni. L’obiettivo che si dovra' raggiungere e’ quello di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni, anche per combattere la poverta’ energetica rappresentata dall’incapacità di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul benessere di ogni singolo cittadino. In buona sostanza oltre a rinunciare alle fonti di energia fossile bisogna ripensare il nostro stile di vita fatto di sprechi anche energetici e trasformarlo senza rimpianti in uno stile di vita sostenibile rispettoso dell’Ambiente cercando di raggiungere con impegno l’obiettivo di una migliore qualita’ della vita in un ambiente pulito.
Il costrutto e' del Dott. Marco Belli Consigliere Nazionale di Fare Verde Onlus
giovedì 19 aprile 2018
MSGC: Il MISTERO sulla raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani.
Migliaia di convegni in tutta Italia e in Europa sull'importanza della
raccolta differenziata dei rifiuti. Miliardi di euro spesi in Europa,
direttive Europee sulla trasparenza degli atti, scontri potici nel
Parlamento Italiano, Sentenze di ogni ordine e grado per i rifiuti e a
Monte San Giovanni Campano dopo anni che e' entrata in vigore la
raccolta differenziata non si può sapere dove viene chiuso il ciclo dei
rifiuti. In Europa e in Italia sta cambiando addirittura l'economia
verso un'economia circolare che appunto riesce a vedere i rifiuti
prodotti dall'uomo come una risorsa e a Monte San Giovanni Campano non
si può sapere dove viene chiuso il ciclo dei rifiuti. Una sorta di
segreto che evidentemente non può essere svelato ai comuni mortali, non
può essere svelato ai contribuenti e soprattutto non può essere
svelato a Fare Verde che ne ha protocollato richiesta specifica . Sono
passati tanti giorni da quando e' stata protocollata la richiesta
all'Assessore al bilancio e al Vicesindaco con delega all'Ambiente sulla
chiusura del ciclo dei rifiuti a Monte San Giovanni Campano e
nonostante ciò essi tergiversano e giocano a nascondino in una sorta di
comportamento strano che lascia spazio ad insinuazioni e congetture. In
definitiva non si riesce a sapere ufficialmente dove vanno a finire le
materie prime seconde (carta, cartone, plastica, alluminio, ferro e
ingombranti) e soprattutto non si riesce a capire chi incassa il denaro
ricavato dalla loro vendita. Non si riesce a sapere neppure se il
Comune ha sottoscritto l'accordo quadro ANCI/CONAI per il conferimento
delle materie prime seconde ai consorzi di filiera per incassare il
corrispettivo in denaro che andrebbe ad alleggerire i costi della
raccolta differenziata e quindi anche le bollette dei contribuenti. Fare
Verde resta in attesa come sempre che l'Assessore all'Ambiente e/o il
Vicesindaco con delega all'Ambiente vengano folgorati sulla via di
Damasco e si decidano a spiegare ufficialmente per filo e per segno dove viene chiuso il ciclo dei rifiuti di Monte San Giovanni Campano e soprattutto
dove finisce il denaro ricavato dalle materie prime seconde conferite
dalla popolazione con la raccolta differenziata. Insomma e' arrivata
l'ora della "tana libera tutti" nel gioco del nascondino che si protrae
da troppi anni. Il silenzio assenso di tutti i Consiglieri Comunali su
questa vicenda e' segno di un oscuro presagio su tutta l'amministrazione
Comunale che evidentemente non trova necessario spiegare alla
popolazione come vengono spesi i soldi della TARI in una sorta di
marasma dove i cittadini sono considerati senza la titolarità di
DIRITTI con il solo DOVERE di pagare le tasse che in
questo caso e' la TARI.
venerdì 13 aprile 2018
MSGC: " Istanza al Tribunale civile per la decadenza dell'Assessore ai Lavori Pubblici ai sensi dell'Art.70 del TUEL."
Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano ha in corso
l'Assemblea degli iscritti per via telematica e in teleconferenza che si
concluderà il 13 Aprile 2018 alle ore 18.00. Agli iscritti viene
chiesto di votare per l'unico punto all'Ordine del Giorno:
" Istanza al Tribunale civile per la decadenza dell'Assessore ai Lavori Pubblici ai sensi dell'Art.70 del TUEL."
Nello specifico, l’art. 70 disciplina un istituto in forza del quale il cittadino elettore, al verificarsi di una qualsiasi causa di ineleggibilità o decadenza del Sindaco, Presidente della Provincia, Consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale, esercita un diritto soggettivo pubblico che gli appartiene non uti singulus ma uti civis, e dunque in quanto componente di un determinato gruppo sociale (Cfr., in dottrina, GIOVENCO, L’ordinamento comunale, Milano, 1983, 284; LUGO, Azione popolare, in ED, IV, Milano, 1959, 861; MAGGIORA, op. cit., p. 240; PALADIN, Azione popolare, in NN.D.I, II, Torino, 1958, 922). In tal modo esso esercita un’azione di tutela giudiziaria degli interessi collettivi in sostituzione degli organi a ciò istituzionalmente preposti (Cfr., ex pluribus, Cass. Civ., Sez. I, sent. del 12 febbraio 2008, n. 3383, in Mass. Giur. It., 2008 e CED Cassazione, 2008; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 24 febbraio 2006, n. 4254, in Giornale Dir. Amm., 2006, 5, 520. In dottrina G. RIZZO, op. cit., p. 480).
Ne consegue che l’azione popolare è posta a garanzia dell’interesse comune ed, in particolare, mira ad evitare il consolidamento di situazioni potenzialmente dannose all’ente pubblico, configurandosi, pertanto, come “opportunità data al cittadino a tutela da deliberazioni consiliari che possono essere assoggettate a logiche politiche di maggioranza in difesa dei propri esponenti” (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 16 luglio 2005 n. 15104, in Dir. e giust. 2005, 39, 30; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 19 dicembre 2002 n. 18128, in Mass. Giur. It., 2002, Mass. Giur. It., 2003, Arch. Civ., 2003, 1082, Gius, 2003, 8, 818). In particolare, la Suprema Corte precisa che si riconosce il diritto di cui trattasi per “attuare il preminente interesse generale a che, in ogni tempo, chiunque sia in possesso di elementi, anche sopravvenuti, possa chiedere il controllo delle condizioni di legittimità dell’elezione di un consigliere o del Sindaco [o del Presidente della Provincia], senza che un irragionevole onere impugnatorio possa consentire il consolidarsi di situazioni di illegalità” (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 7 ottobre 2000 n. 13356). Per questo si può agire ai sensi dell’art. 70 del TUEL in ogni ipotesi di decadenza, sia per cause originarie che sopravvenute (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 12 febbraio 2008, n. 3383, in Mass. Giur. It., 2008 e CED Cassazione, 2008; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 15 marzo 2000 n. 2986, in Giust. civ. Mass. 2000, 577; Corte Cost., sent del 4 giugno 1997 n. 160, in CED Cassazione, 1997).
L'esito dell'Assemblea degli iscritti di Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano nel caso in cui sarà favorevole al deposito dell'istanza in Tribunale legittimerà l'azione di Fare Verde per l'interesse collettivo presso l'Autorita' Giudiziaria.
" Istanza al Tribunale civile per la decadenza dell'Assessore ai Lavori Pubblici ai sensi dell'Art.70 del TUEL."
Nello specifico, l’art. 70 disciplina un istituto in forza del quale il cittadino elettore, al verificarsi di una qualsiasi causa di ineleggibilità o decadenza del Sindaco, Presidente della Provincia, Consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale, esercita un diritto soggettivo pubblico che gli appartiene non uti singulus ma uti civis, e dunque in quanto componente di un determinato gruppo sociale (Cfr., in dottrina, GIOVENCO, L’ordinamento comunale, Milano, 1983, 284; LUGO, Azione popolare, in ED, IV, Milano, 1959, 861; MAGGIORA, op. cit., p. 240; PALADIN, Azione popolare, in NN.D.I, II, Torino, 1958, 922). In tal modo esso esercita un’azione di tutela giudiziaria degli interessi collettivi in sostituzione degli organi a ciò istituzionalmente preposti (Cfr., ex pluribus, Cass. Civ., Sez. I, sent. del 12 febbraio 2008, n. 3383, in Mass. Giur. It., 2008 e CED Cassazione, 2008; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 24 febbraio 2006, n. 4254, in Giornale Dir. Amm., 2006, 5, 520. In dottrina G. RIZZO, op. cit., p. 480).
Ne consegue che l’azione popolare è posta a garanzia dell’interesse comune ed, in particolare, mira ad evitare il consolidamento di situazioni potenzialmente dannose all’ente pubblico, configurandosi, pertanto, come “opportunità data al cittadino a tutela da deliberazioni consiliari che possono essere assoggettate a logiche politiche di maggioranza in difesa dei propri esponenti” (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 16 luglio 2005 n. 15104, in Dir. e giust. 2005, 39, 30; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 19 dicembre 2002 n. 18128, in Mass. Giur. It., 2002, Mass. Giur. It., 2003, Arch. Civ., 2003, 1082, Gius, 2003, 8, 818). In particolare, la Suprema Corte precisa che si riconosce il diritto di cui trattasi per “attuare il preminente interesse generale a che, in ogni tempo, chiunque sia in possesso di elementi, anche sopravvenuti, possa chiedere il controllo delle condizioni di legittimità dell’elezione di un consigliere o del Sindaco [o del Presidente della Provincia], senza che un irragionevole onere impugnatorio possa consentire il consolidarsi di situazioni di illegalità” (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 7 ottobre 2000 n. 13356). Per questo si può agire ai sensi dell’art. 70 del TUEL in ogni ipotesi di decadenza, sia per cause originarie che sopravvenute (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 12 febbraio 2008, n. 3383, in Mass. Giur. It., 2008 e CED Cassazione, 2008; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 15 marzo 2000 n. 2986, in Giust. civ. Mass. 2000, 577; Corte Cost., sent del 4 giugno 1997 n. 160, in CED Cassazione, 1997).
L'esito dell'Assemblea degli iscritti di Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano nel caso in cui sarà favorevole al deposito dell'istanza in Tribunale legittimerà l'azione di Fare Verde per l'interesse collettivo presso l'Autorita' Giudiziaria.
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