Il territorio di Monte San Giovanni Campano nel 2015 si è arricchito di
Ha 4 A 66 e Ca 78 di boschi privati classificati in Pascoli Arborati
(BOSCHI DA PASCOLO). A questi si aggiungeranno entro breve tempo i due
boschi pubblici segnalati da Fare Verde per i quali è già in corso
l'iter per l'accatastamento. Al trend oramai positivo si è aggiunta la particolare opera di tutela di Fare Verde Monte San Giovanni Campano iniziata nel 2011 con il contrasto feroce ai piani di taglio silvano e che si è protratta durante le estati quando ha piantonato a vista la Pineta Morroni ( Pineta della Bagnara) per la prevenzione degli incendi boschivi procurando un guadagno della superficia arborea del 10% nonostante l'emergenza neve del 2012 e il vasto incendio boschivo del settembre 2012 come risulta dalla mappatura satellitare realizzata dalla NASA. (
Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche degli Stati Uniti d'America) che indica le aree di guadagno arboreo con la colorazione blu.
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L'aumento della superficie arborea nell'area della Pineta Bagnara è rappresentate dalle colorazioni blu. |
I nuovi boschi privati già registrati dall'Agenzia delle Entrate come pascoli arborati sono sistemi
silvo-pastorali, ad alto valore biologico e culturale riconosciuto ormai
a livello internazionale.
Si possono definire come quelle superfici a
pascolo nelle quali si tende a conservare gli alberi che isolati, o in
gruppi, coprono più o meno regolarmente il terreno in modo che il loro
numero non possa mai essere a detrimento della produzione erbacea.
L’interesse odierno per questi boschi è molteplice. Dal punto di vista
economico consentono il rilancio di aree abbandonate e marginali alle
colture specializzate, attraverso una vasta gamma di produzione tipiche
dalla carne ai prodotti caseari. Grazie alla possibile applicazione di
forme di allevamento estensivo, la sicurezza alimentare dei prodotti è
garantita dalla dieta rigorosamente naturale degli animali. Dal punto di
vista ambientale, la frammentazione di usi del suolo e di habitat
garantisce alti livelli di specie e di ecosistemi. La differenza tra il
modello colturale del bosco da pascolo con quello del bosco sottoposto
al pascolamento è sostanziale: il primo ha come precipuo obiettivo
l’alimentazione del bestiame l’integrità e la conservazione della
componente arborea. Il secondo è una compenetrazione tra la selvicoltura
e l’allevamento, che può essere adottata solo in modo temporaneo. Il
pascolo arborato implica, infatti, tutta una serie di accorgimenti
colturali tali che lo rendono capace di assolvere molteplici scopi. La
superficie del pascolo si suddivide in sezioni stabilite in base alla
produzione foraggera e al carico animale che si vuole introdurre.
Ciascun boschetto può essere recintato permanentemente con siepi o muri a
secco; altrimenti si possono usare recinzioni temporanee fino a quando
la rinnovazione naturale non risulta indenne dal morso del bestiame. La
fustaia rada da pascolo ad alberi sparsi è costituita da specie eliofile
come le querce, con chioma leggera, che non aduggia il cotico erbaceo e
che mantenute allo stato isolato danno abbondanti produzioni di frutto.
La distanza tra gli alberi viene stabilita in base al grado di
copertura delle chiome al suolo. La gestione selvicolturale si traduce
in un taglio saltuario che consente più facilmente l’adozione di turni
fisici e la rinnovazione continua sotto copertura. Regolare il grado di
copertura serve per equilibrare i rapporti di concorrenza tra pascolo e
alberi e allo stesso tempo garantire la funzione protettiva e
produttiva del pascolo arborato. Le cure colturali del soprassuolo
consistono in potature agli alberi, decespugliamenti selettivi a carico
del sottobosco per reclutare i semenzali e miglioramenti del pascolo. Il
pascolo arborato governato a fustaia disetanea è la modalità di uso del
suolo che assolve contemporaneamente le finalità protettive,
produttive (in termini di produzione foraggera, erba e frutto) ed
estetico-paesaggistiche.