Mentre in Italia si
diffondono nuove forme di valorizzazione territoriale che mettono in
risalto la cultura, i beni naturalistici , la storia e l’archeologia
dei luoghi c’è da sottolineare la controtendenza di Monte San
Giovanni Campano che con fare di imperdonabile superficialità perde
l’ennesimo appuntamento con lo sviluppo sostenibile del
territorio.
Il territorio
Comunale montano pur essendo caratterizzato da luoghi di bellezza
naturalistica, da testimonianze archeologiche , da una biodiversità
impareggiabile si trova in una situazione di abbandono e di degrado
che sono inenarrabili che inficiano qualsiasi lodevole iniziativa di
valorizzazione.
Le Associazioni di
Protezione Ambientale Fare Verde, Lamasena Circolo di Legambiente,
l’ANC Nucleo di Monte San Giovanni Campano e Civilmonte
Associazione di Protezione Civile hanno capito lo stato in cui versa
il territorio e il giorno 6 Maggio 2017 nell’ambito della SERR 2017
Let’s Clean Up Europe – Dove passano i nuovi barbari - hanno deciso
di iniziare a ripulire dai rifiuti quella terra di nessuno per sensibilizzare la
popolazione ad una maggiore considerazione dei beni paesaggistici,
storici, archeologici e naturalistici presenti da ottenere anche mediante un virtuoso ciclo dei rifiuti
Purtroppo e senza
alcun dubbio le Associazioni Monticiane si sono trovate al cospetto di una
situazione di bruttura che al momento supera la bellezza del Confine
Storico tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie; il
degrado ambientale vince il paragone con l’attrazione del percorso
immerso nella Natura che conduce nel sito Archeologico di Pozzo Faito
dove è presente la famosa epigrafe scolpita sulla roccia e perfino
le sorgenti che caratterizzano quei luoghi e che hanno dato nome alle
località antropizzate vengono eclissate da tutti quei rifiuti presenti che l’uomo
scientemente è riuscito ad abbandonare.
Alle Associazioni di
Protezione Ambientale non resta altro che denunciare la grave
situazione presente lungo la SP 221 all’altezza del Km 8.500 in quanto non può
essere ignorata una discarica imponente ove sono presenti rifiuti
speciali pericolosi, ingombranti, pneumatici, materiale di risulta
edile, RAEE e tutto quello che
lo scibile umano riesce ad immaginare. La Provincia di Frosinone non
può far finta di nulla visto che ci sono leggi ben precise che
impongono la bonifica dei luoghi come del resto non è neppure
possibile lasciare una marea di rifiuti in quell’area sottoposta a
vincolo paesaggistico e idrogeologico.
Durante la giornata
ecologica del 6 Maggio 2017 i volontari delle
Associazioni Monticiane hanno avuto la collaborazione dell’Ufficio
Tecnico Manutentivo del Comune di Monte San Giovanni Campano e della
Società Sangalli che cura l’igiene urbana ma purtroppo l’impegno
dei tanti volontari accorsi è riuscito a pulire in icto oculi circa
il 5% di quanto è presente.
Sono stati raccolti
quaranta bustoni di rifiuti indifferenziati strappati letteralmente
dalla vegetazione. Recuperati dal dirupo pneumatici di camion,di
auto, di biciclette ed è stata isolata
una grande quantità di eternit. Sono state accantonate le
guaine usate in edilizia, sono stati raccolti diversi televisori,
frigoriferi, congelatori recuperati dal dirupo con le corde d’acciaio
e constatata la presenza di tanti topi.
In buona sostanza
quella che doveva essere una giornata ecologica come le tante altre
fatte sul territorio si è trasformato in un intervento pericoloso
per tutti ii volontari che hanno partecipato.
In quell’angolo
remoto del Comune di Monte San Giovanni Campano la Natura ha perso
contro il degrado: non si percepiscono più gli odori delle erbe
aromatiche e delle ginestre che sono sovrastati dal puzzo orribile
dei rifiuti.
Per tutti questi
motivi le Associazioni Monticiane , nell’interesse collettivo,
con un’azione
congiunta chiederanno alla Provincia di Frosinone, alla Regione Lazio e al Comune di
Monte San Giovanni Campano la caratterizzazione e la bonifica di questa nuova discarica anche perché per
ironia della sorte a meno di 500 metri è presente la discarica di
rifiuti interrati di Montecastellone nell’apoteosi della
profanazione del nostro patrimonio paesaggistico, idrogeologico,
storico e archeologico che rappresentano un valore inestimabile per
l’identità dell’intera popolazione.