venerdì 28 settembre 2018

MSGC - Abusivismo edilizio: L'ULTIMATUM DI FARE VERDE.

Fare Verde , nell’interesse collettivo, si è messa di traverso al fenomeno dell’abusivismo edilizio sul territorio del Comune di Monte San Giovanni Campano ed ha letteralmente sbarrato la strada all’Assessore ai Lavori Pubblici con delega alla Polizia Locale. Quanto è accaduto  risale  all’estate scorsa quando, tra luglio e agosto, l’Assessore Cimaomo Romanino registra dal notaio la vendita dell’immobile a favore della moglie. Nell’atto notarile si attesta che il “fabbricato è stato costruito anteriormente al 1 settembre del 1967”. L’associazione “Fare Verde” venuta  a conoscenza della circostanza ha contestato il fatto che   i tre appartamenti   venduti sono ABUSIVI oggetto di pregressa ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Monte San Giovanni Campano su accertamento  dei Carabinieri della Stazione di Monte San Giovanni Campano
L’Ufficio Tecnico del COMUNE CONFERMA TUTTO
Tutto trova conferma in una nota del settore urbanistica dello stesso ente che rispondendo a una nota di Fare Verde scrive che «si tratta di un edificio di nuova costruzione realizzato nell’anno 2006 in assenza dei prescritti titoli abilitativi già oggetto di accertamento e di provvedimenti sanzionatori nei confronti del sig. Cimaomo Romanino in qualità di proprietario e committente dei lavori, impugnati al Tar, ricorsi a cui lo stesso ha rinunciato in dato 24 luglio 2018».
Pertanto, scrive ancora il tecnico comunale, «l’atto notarile ha per oggetto la compravendita di un immobile abusivo che, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, non è consentita». Dal Comune specificano che dalla lettura dell’atto notarile «si rileva la dichiarazione secondo cui la realizzazione risalirebbe ad epoca antecedente al 1967, mentre in realtà trattasi di nuova costruzione realizzata e accertata nel 2006».
Infine l’ufficio urbanistica riporta anche che lo stesso Cimaomo aveva informato il Comune che a sua volta  aveva fatto richiesta dell’atto notarile. Richiesta a cui non è stato dato alcun riscontro dall’ufficio che, scrive il responsabile del servizio, «provvederà alla immediata emissione dei provvedimenti finalizzati all’acquisizione del bene e della sua successiva demolizione». Acquisizione che sembrerebbe ora in corso di attuazione.
Di rimando Fare Verde scrive a diverse Autorità tra cui il Sig. Prefetto di Frosinone e chiede la decadenza dell’Assessore ai Lavori Pubblici con delega alla Polizia locale da Consigliere Comunale ai sensi dell’Art. 63 del TUEL. Nella diatriba furibonda interviene il Presidente del Consiglio Comunale che con una nota a Fare Verde dice di essersi personalmente interessato alla vicenda dichiarando espressamente il suo “disagio morale”. Fare Verde tiene conto delle parole del Presidente del Consiglio che si distingue nel silenzio ASSORDANTE della Comunità Monticiana ma non si sente garantita dal silenzio del Sindaco e soprattutto del Vicesindaco con delega all'Ambiente Geom. Sandro Visca esecutore materiale dell'attestazione energetica di quegli immobili abusivi.. Da questi passaggi convulsi pubblicati sulla stampa cartacea dai quotidiani l’Inchiesta e Il Messaggero  scaturisce l’emissione dell’ULTIMATUM di Fare Verde a tutti i   Consiglieri Comunali:  Portate in Consiglio Comunale la decadenza dell’Assessore Cimaomo Romanino ai sensi dell’Art.63 del TUEL altrimenti lo farà la nostra Associazione togliendovi ogni capacità decisionale   con la richiesta diretta al Tribunale di Frosinone per la decadenza ai sensi dell’Art 70 del Tuel.  “La decadenza dalla carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale può essere promossa in prima istanza da qualsiasi cittadino elettore del comune, o da chiunque altro vi abbia interesse davanti al tribunale civile... omissis...”.
L’ULTIMATUM di Fare VERDE scadrà sabato 29 Settembre 2018.

 Accesso SUD di Monte San Giovanni Campano


venerdì 7 settembre 2018

MSGC: Il Comune annuncia il compostaggio domestico e Fare Verde...

Il Comune di Monte San Giovanni Campano ha finalmente realizzato che quanto proposto da Fare Verde TRE anni fa sul compostaggio domestico può essere utile per la riduzione dei rifiuti. Con un articolo sulla stampa di certo irriverente nei confronti della nostra Associazione che per anni ha sollecitato il compostaggio domestico ha annunciato   che è in procinto di consegnare alla popolazione le compostiere. Fare Verde spera che finalmente verrà realizzato il regolamento Comunale per la raccolta differenziata e conscia di quanto sta per accadere con il compostaggio domestico  pubblica il MANUALE PER IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO perchè la mera consegna delle compostiere non sarà un'azione determinante per la riduzione dei rifiuti se la popolazione non avrà la benchè minima idea di   come usarle.

Manuale del  compostaggio.

La compostiera va collocata in un punto del giardino praticabile tutto l’anno (senza ristagni e fango anche in autunno e inverno). La vostra compostiera, funziona in ogni situazione climatica, ma il punto migliore per collocarla è all’ombra e in un luogo riparato dagli acquazzoni. L’unica operazione preliminare è quella di preparare il terreno sottostante con una zappettatura e un letto di potature sminuzzate o foglie secche: questa faciliterà il drenaggio e lo scambio di microrganismi col terreno.

Cosa compostare

Le materie prime del compost sono gli avanzi di cibo , gli scarti del giardino e i tovaglioli di carta. Sicuramente si possono compostare gli avanzi di cucina (residui di pulizia delle verdure, bucce, pelli, fondi di the e caffè, gusci di uova frantumati, avanzi di carne, di formaggio ecc); gli scarti del giardino e dell’orto (potature, foglie secche, fiori appassiti, gambi, erba); carta non patinata; cartone e trucioli di legno non trattato. Attenzione con gli scarti di potatura perché ci sono piante resistenti alla degradazione (magnolia, lauroceraso, noce, castagno, aghi di conifere) che nella compostiera vanno miscelate bene con i materiali più facilmente degradabili. Inadatti al compostaggio sono la carta patinata, il legno verniciato e tutti i rifiuti non elencati sopra.
Come far funzionare la compostiera
La cosa più importante è assicurare nella compostiera la corretta e costante presenza di ossigeno (necessario agli insetti ai batteri e ai funghi presenti nel terreno e negli scarti) con alcuni accorgimenti: favorire la porosità della massa compostabile (con legno delle potature sminuzzato, paglia, foglie secche, cartone spezzettato alternati agli scarti di cucina) per agevolare il ricambio d’aria; non comprimere la massa degli scarti; rivoltare il materiale di tanto in tanto, soprattutto se è poco poroso.

Come caricare la compostiera

La giusta miscelazione della massa compostabile, oltre che a garantire la porosità e l’apporto di ossigeno, serve a fornire in modo equilibrato carbonio e azoto e a dare l’umidità ottimale. Il rapporto carbonio/azoto (C/N) è il parametro chimico regolatore dell’attività microbica. Nella miscela iniziale, il giusto rapporto è 20-30 grammi di carbonio per ogni grammo di azoto. Se c’è troppo carbonio, i microorganismi si riproducono meno e la decomposizione rallenta; se c’è troppo azoto, l’eccesso viene disperso in forma ammoniacale e ciò provoca cattivi odori (odore di urina). L’equilibrio corretto si ottiene miscelando gli scarti più umidi e azotati (avanzi di cucina, sfalci d’erba) con quelli a bassa umidità e più carboniosi (foglie secche, paglia, cartone, trucioli). È utile ma non indispensabile miscelare i gruppi di materiali prima di introdurli e integrare il primo carico con del compost fresco ricavato da un ciclo precedente o con della terra d’orto.

Come regolare umidità e temperatura del composter

L’umidità della massa, che tende a cambiare con la pioggia e con l’evaporazione, può essere verificata con la prova del pugno. Essa consiste nel prendere un campione di massa miscelata e stringerla in pugno: se sgorgano solo alcune goccioline d’acqua, l’umidità è quella giusta; se l’umidità è bassa serve annaffiare, se l’umidità è alta, vanno aggiunti scarti secchi e rivoltata la massa in una giornata di sole. Se la miscelazione, l’umidità e l’ossigenazione della massa sono corrette, la temperatura arriva presto a 60-70°C e innesca la fase definita di igienizzazione in cui il forte calore elimina i microorganismi dannosi al processo e quelli patogeni.
Quali sono i sintomi di malfunzionamento del composter
Se il processo di compostaggio non sta funzionando, la massa compostabile, come un malato, lo segnala con alcuni sintomi. Se la massa è fredda è perché manca ossigeno a causa dell’eccesso di umidità; in questo caso va favorita l’ossigenazione rivoltando e miscelando scarti secchi. Se c’è odore di marcio è perché l’eccessiva umidità e la mancanza di ossigeno hanno avviato processi di putrefazione; occorre correggere la miscelazione aggiungendo scarti secchi e miscelare. Se c’è odore di urina è perché c’è troppo azoto: aggiungere scarti carboniosi e miscelare. Se ci sono moscerini è perché sulla testa della massa ci sono troppi scarti umidi: coprire sempre lo strato superiore con foglie, erba o paglia secca.

Quando il compost è pronto

Il compost è pronto circa 4-6 mesi dopo l’attivazione del processo e può essere usato per fertilizzare il terreno prima della semina o di un trapianto. Se molto fresco, va usato come il letame e cioè non a contatto con le radici. Dopo 8-10 mesi il compost si definisce maturo e si presenta come un bel terriccio soffice e nero. La vostra compostiera e’ provvista di un’apertura per consentire l’estrazione del compost. Il materiale estratto va vagliato grossolanamente per separare il terriccio dalle spezzature più grossolane, che sono ottime per riattivare il processo nella compostiera assieme alla parte superiore e meno matura.

Come utilizzare il compost

Per fertilizzare il fondo è consigliabile il compost pronto nella misura di 10-15 kg/mq. Per i tappeti erbosi invece è meglio il compost maturo e ben raffinato, eventualmente miscelato con sabbia e terra. Nell’impianto di arbusti e alberi il compost serve anche per evitare il compattamento sul fondo della buca. Per non bruciare le radici, va usato il compost pronto se la pianta è con zolla, il compost maturo se le radici sono nude. Nella floricoltura in vaso o in fioriera si usa il compost semplicemente aggiungendolo allo strato superficiale di terreno o miscelandolo con la terra che e’ intorno alle piante.

sabato 11 agosto 2018

MSGC - Anno XV dell'era ACEA - Crisi idrica e incivilta' - La provocazione estrema di Fare Verde.


Fare Verde Gruppo di Monte San Giovanni Campano ha scritto a S.E. il Prefetto di Frosinone e ad altre Autorita' esprimendo il proprio dissenso all'Ordinanza emessa dal Sig. Sindaco di Monte San Giovanni Campano in seguito alla gravissima crisi idrica di questa estate che si ripete oramai da 14 anni. Di seguito il testo integrale nel quale c'e' la nostra proposta che e' a dir poco provocatoria...

Al S.E. il Prefetto di Frosinone
SEDE
Al Respnsabile del Servizio Polizia
Municipale di Monte San Giovanni Campano

Al responsabile di ACEA Ato 5 spa
SEDE

Alla STO Ato 5 Frosinone

All’ARERA
SEDE

Alla stampa
loro sedi

Oggetto: Ordinanza di divieto dell’uso di acqua potabile per usi diversi da quello potabile e di igiene pubblica.

Fare Verde Gruppo di Monte San Giovanni Campano ha l’ardire di illustrare a S.E. il Prefetto di Frosinone che l’ordinanza emessa dal Sig. Sindaco di Monte San Giovanni Campano, benche’ emessa per l’emergenza idrica , ordina ad alcuni cittadini di disobbedire ad altra legge dello Stato.
Nello specifico  l'Ordinanza proibisce l’attingimento da qualsiasi fontana (in questo caso l’ordinanza non specifica se sorgiva o da diramazione dell’acquedotto) e  proibisce l’uso zootecnico dell’acqua potabile. Da cio'  risulta lampante che chi possiede animali non potra’ provvedere alla loro abbeverata. Fare Verde chiede a S.E. il Prefetto di Frosinone di evitare che possano essere denunciate le persone che si troveranno di fronte al dilemma di disobbedire comunque ad una legge dello Stato (maltrattamento agli animali) o all’Ordinanza Sindacale.
 Fare Verde chiede alla S.V.
- di ordinare di far liberare gli animali non destinati all’alimentazione umana sul territorio Comunale (Cavalli sportivi) in modo che possano cercarsi da soli l’acqua per bere o che possano essere abbeverati in clandestinita' dalla pieta' della popolazione.
- di ordinare l’abbattimento degli animali destinati all’alimentazione umana evitando ad essi inutili e gratuite sofferenze che sono rigorosamente proibite dalla legge sul territorio della Repubblica Italiana.
Infine le rende noto che sono 14 anni che si ripete l'emergenza idrica sul territorio di Monte San Giovanni Campano e sono 14 anni che nessuno provvede a sistemare l'acquedotto Comunale che perde come un colabrodo per poi arrivare sistematicamente a Ordinanze di questo tipo frutto di mancati investimenti e di menefreghismo assoluto nonostante i ripetuti avvisi scritti della scrivente Associazione di protezione Ambientale sull'uso insostenibile delle risorse idriche a Monte San Giovanni Campano.
Si allega copia dell'Ordinanza Sindacale.
Si resta in attesa di un cortese riscontro e si porgono i piu' deferenti saluti.

domenica 29 luglio 2018

MSGC - Marciapiedi a Porrino - Necessita il SESTO lotto per abbattere le barriere architettoniche.


MSGC – PORRINO – BARRIERE ARCHITETTONICHE - Ci vorra’ il SESTO LOTTO per i marciapiedi di Porrino? Pare proprio di si perche’ e’ prevista dalla normativa vigente la rimozione delle barriere architettoniche che in questo caso impediscono gli spostamenti alle persone con limitata capacità motoria e sensoriale.

Fare Verde Gruppo di Monte San Giovanni Campano ha oramai perso il conto del denaro pubblico speso per costruire i marciapiedi e le relative barriere architettoniche. Marciapiedi tutti regolarmente pagati ai numerosi progettisti, alle ditte che li hanno realizzati e a chi li ha collaudati come in una maledizione che identifica le persone meno fortunate con il target di trappole create senza alcuno scrupolo professionale.

In buona sostanza nella frazione di Porrino e’ stato costruito un marciapiede in discesa e alla fine della discesa c’e’ la trappola per diversamente abili e per ipovedenti. Uno scalino alto piu’ di 40 centimetri che finisce in una sorta di depressione del terreno. Poco prima della trappola, in stile guerra del Vietnam,  non c’e’ neppure lo spazio per girare la carrozzina e nella bene augurata ipotesi che il diversamente abile si rendesse conto di poter rovinare in quel fosso  per tornare dietro dovrebbe procedere in retromarcia.

Una chiara e indiscussa cattiva progettazione con tanto di mancanza di buonsenso che preclude il transito ai diversamente abili e crea pericolo per una vera e propria trappola dedicata agli ipovedenti a fronte delle cifre a 5 zeri spese per realizzare  marciapiedi e relative barriere architettoniche  a Porrino. Opera pubblica  che può essere presa sicuramente  come esempio di tutto quello che NON si deve fare nella progettazione, nella direzione dei lavori e nel collaudo.

Fare Verde a questo punto ritiene auspicabile lo stanziamento di denaro pubblico per il SESTO lotto dedicato a quei marciapiedi in modo da poter abbattere le barriere architettoniche insormontabili create con tanta superficialita’ dai progettisti “di provata esperienza” scelti dal Comune per realizzare quella magnifica opera pubblica.

Nel frattempo pero’ si consiglia ai tecnici progettisti, ai vari direttori dei lavori e ai collaudatori di dare una sbirciatina alle leggi dello STATO che in questo caso prevedono: 
La dichiarazione di inagibilita’ dell’opera realizzata (in questo caso il marciapiede), sanzioni per il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile tecnico degli accertamenti per l’agibilità ed il collaudatore, ciascuno per la propria competenza. 
A tal proposito si trascrivono quegli articoli di quelle leggi che evidentemente non hanno nessun valore a Monte San Giovanni Campano dove  nell’immaginario collettivo della popolazione  oramai sono vigenti  leggi proprie emanate direttamente dal Feudatario.
 In Italia, invece, quando si realizzano le opere pubbliche ci sono alcune leggi da rispettare che prevedono sanzioni per chi non ne tiene conto:

- Sanzioni previste a carico del progettista, del responsabile del procedimento, del direttore dei lavori e del collaudatore ai sensi dell'Art.82.7 del DPR 380/2001 (Codice dell'edilizia).

- Responsabilità del progettista per falsa asseverazione ai sensi dell'Art. 21 DPR 503/96 e per omissione nella relazione prevista nell'Art. 20, comma 1 e 2 della precisa indicazione "degli accorgimenti tecnico-strutturali ed impiantistici e dei materiali previsti" per l'eliminazione delle barriere percettive per i disabili visivi.

- Possibile declaratoria di nullità ex Art. 1418 C.C dei contratti di appalto i cui capitolati non prevedano l'eliminazione delle barriere percettive, con conseguente responsabilità contabile degli estensori dei capitolati.

- Responsabilità dinanzi alla magistratura contabile per i danni derivanti dai maggiori oneri conseguenti ad una tardiva messa a norma di opere eseguite in violazione della normativa sull'eliminazione delle barriere percettive per i disabili visivi.

- Poiché la mancata eliminazione delle barriere architettoniche e percettive configura certamente una situazione di discriminazione delle persone con disabilità visiva rispetto a quelle normodotate, può essere promosso a tale titolo ricorso al Tribunale competente  ai sensi della Legge 1 marzo 2006, n. 67 (Artt. 3 e 4). A parte il Testo Unico dell'Edilizia (DPR 380/2001), l'ultimo testo in ordine di tempo che se ne occupa specificamente in relazione agli edifici e spazi pubblici è il Regolamento emanato con D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503, di cui riportiamo qui di seguito soltanto i commi che concernono l'argomento trattato.

- Art. 1.2, lettera c): Sono da considerare barriere architettoniche, e quindi da superare, "la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. Questa norma riproduce letteralmente quanto già disposto dall'Art. 2, A), c) del D.M. del 14 giugno 1989 n. 236 (Ministero dei Lavori Pubblici).

Art. 1.3: "Le presenti norme si applicano agli edifici e spazi pubblici di nuova costruzione, ancorché di carattere temporaneo, o a quelli esistenti qualora sottoposti a ristrutturazione. Si applicano altresì agli edifici e spazi pubblici sottoposti a qualunque altro tipo di intervento edilizio suscettibile di limitare l'accessibilità e la visibilità, almeno per la parte oggetto dell'intervento stesso. Si applicano inoltre agli edifici e spazi pubblici in tutto o in parte soggetti a cambiamento di destinazione se finalizzata all'uso pubblico, nonché ai servizi speciali di pubblica utilità di cui al successivo titolo VI".
 Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretende d’essere superiore alle leggi.
(Cicerone)

 Scalino di oltre 40 cm alla fine del marciapiedi. Hanno fatto anche gli spiritosi abbozzando la discesa per la carrozzina dei diversamente abili.