sabato 28 marzo 2015

Adegueranno un depuratore ma Fare Verde è parzialmente contenta...mancano le risposte e la data di inizio lavori.

Fare Verde Onlus - Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano - A seguito di esposto denuncia all'Autorità Giudiziaria, all'Arpa Lazio e al chiasso che è stato fatto arriva la prima soluzione su 8 per quella che è la depurazione a Monte San Giovanni Campano. Fare Verde NON E' FELICE perchè mancano risposte importanti ai quesiti che sono stati posti al Comune e l'inquinamento subito dal territorio non può essere lavato con un colpo di spugna da una MAGNIFICA CONFERENZA DEI SERVIZI che ha deliberato per l'adeguamento di un solo depuratore. 
Ritornando ai lavori che dovrà subire il depuratore che è situato in località Fontana Magna si precisa che sulla delibera del Comune di Monte San Giovanni Campano NON è indicata nessuna data di inizio lavori o data in cui verrà indetta gara di appalto. Neppure una data indicativa rapportata ad un mese o ad un anno e siccome l'iter a cui abbiamo genoflesso le Istituzioni è iniziato nel 2011 si vuole capire almeno quando inizieranno i lavori "riparatori" di adeguamento al depuratore delle acque reflue. Se non si avranno risposte adeguate nel merito la domanda verrà posta all'Autorità Giudiziaria allegando la delibera pubblicata sul sito web del Comune di Monte San Giovanni Campano
http://www.comune.montesangiovannicampano.fr.it/msgc/hh/index.php
quì di seguito pubblicata in formato jpg.










Tracciabilità dei rifiuti di certezza - Progetto Smart City a costo irrisorio.

In una città come Monte San Giovanni Campano o in qualsiasi altra città Italiana il problema della raccolta differenziata porta a porta è rappresentato dal monitoraggio stesso della raccolta differenziata per il calcolo e la programmazione. 
Cosa propone  Fare Verde per Monte San Giovanni Campano Smart City? Il monitoraggio della raccolta differenziata porta a porta poco dispendioso tramite le etichette passive RFID.
Applicando quindi le etichette RFID passive sulle buste consegnate alle famiglie per la raccolta differenziata si ottiene l'immediata tracciabilità dei rifiuti senza la necessità di controlli manuali perchè basterà il passaggio del camioncino anche esso dotato di etichetta vicino alla fonte di lettura e in tempo reale  si avranno i risultati di chi avrà fatto la raccolta differenziata oppure NON avrà conferito. L'inserimento dei dati in tempo reale nel database permetterà anche l'emissione estemporanea  della evantuale diffida nei confronti di chi non conferisce e quindi l'inizio della procedura di controllo tramite la polizia locale. Cosa è una etichetta RFID passiva e come funziona in questo caso: contiene semplicemente un microchip (con identificativo univoco ed eventuale memoria per indirizzo, CF e tel), privo di alimentazione elettrica,   un materiale che fa da supporto fisico chiamato "substrato" e che viene "eccitato, alimentato e/o scritto" al passaggio di un lettore che emette un segnale radio a frequenze basse o medie o di alcuni gigahertz (sotto le diverse bande usate). La radiofrequenza attiva il microchip e gli fornisce l'energia necessaria a rispondere al lettore, ritrasmettendogli un segnale contenente le informazioni memorizzate nel chip


Come si comporta una etichetta RFID?
Affidabile nella lettura
Eliminazione della necessità di "vedere" l'etichetta (le etichette radio possono essere contenute all'interno dei prodotti ed essere lette anche in centinaia  di esemplari contemporaneamente)
Capacità di lavorare in ambienti contaminati e sporchi
Capacità di resistere, con opportune protezioni, all'aggressione di agenti chimici e ambientali, di poter operare immerso in un fluido, dentro l'oggetto che si vuole identificare oppure all'interno di un altro contenitore.
Possibilità di leggere, nello stesso contenitore, il codice di decine o centinaia di etichette in un lasso temporale di pochi istanti, e di trasmetterlo al sistema informativo di gestione. 
Quanto costa una etichetta RFID? 5 centesimi di Euro
Quanto costa un lettore RFID? Il suo costo può variare dai 50 euro ai 700 euro proporzionalmente alla capacità di leggere a distanza che può variare dai 2 cm ai 10 metri. Basterà un solo lettore RFID per ogni entrata stradale al territorio comunale per avere la lettura di tutte le  buste conferite  dagli utenti/clienti.
Con una spesa IRRISORIA nei confronti dei benefici l'intera raccolta differenziata porta a porta può essere monitorata con certezza e controllata di rigore dalla Polizia Locale. Se poi gli elettrodomestici nuovi venissero dotati di questo sistema di identificazione con il CF per la tassa RAEE non ci sarebbe più nessun tipo di abbandono. Stesso discorso per i pneumatici e gli ingombranti. Metodica che si potrebbe realizzare con l'intervento dell'Ente Provincia mediante convenzioni con la grossa distribuzione.

mercoledì 25 marzo 2015

Le ramaglie della potatura sono una risorsa che non va bruciata.

La tecnica del cippato di ramaglie fresche

La tecnica del cippato di ramaglie per coltivare senza chimica, acqua e con lavorazioni ridotte al minimo.

Una tecnica sconosciuta a Monte San Giovanni Campano perchè la società da agricola è stata trasformata in operaia dalle industrie che vennero in Ciociaria. Ora le industrie sono andate via ed hanno lasciato  il vuoto occupazionale ma anche un ritorno alle campagne di nuovi agricoltori che di agricoltura ne sanno pochissimo o hanno dimenticato come farla.

Il cippato usato in pacciamatura oppure incorporato nel suolo, favorisce e, se necessario, ricrea l’attività biologica del suolo (funghi, microflora, microrganismi animali). Induce l’idea di un approccio vivente dell’agricoltura.
E inoltre:
  • Migliora la struttura e la granulometria dei suoli, ma anche il potere di ritenzione idrica.
  • Consente di accumulare i nutrienti necessari alle piante e di renderli disponibili fino aquando esse ne avranno bisogno.
  • Risponde concretamente e in modo naturale al vicolo cieco in cui si trova oggi l’agricoltura convenzionale che utilizza le sostanze chimiche come nutrienti per le piante
  • Permette di convertire gli scarti vegetali, spesso trattati a mo’ di rifiuti o bruciati, in materiale nobile ad elevato potenziale di valorizzazione. È una delle vie più promettenti per assicurare ai produttori agricoli una maggiore indipendenza economica.
I limiti del cippato:
  • La gestione degli stock di materia prima. Il prelievo di ramaglie da cippare deve essere svolto con criteri di economia sostenibile: ogni area dovrà essere capace di soddisfare il proprio bisogno. Ciò comporta una oculata gestione  di tutti gli scarti di potature per trasformare lo scarto in risorsa da destinare agli orti che avranno un bisogno di irrigazione irrisorio.


cippato

A Monte San Giovanni Campano vengono osannate le tradizioni e per tradizione si bruciano le ramaglie della potatura trasformando in fumo e cenere una risorsa. Orbene se tradizione deve essere che ci sia anche quella dell'asino che era l'unico mezzo di trasporto e di lavoro e quindi se vale il principio della tradizione che ci sia un asino nel cofano di ogni macchina. Scherzi a parte  la pratica di bruciare le ramaglie, in particolare, è poco appropriata e inutilmente pericolosa: questi scarti valgono molto di più se sottoposti alla “lenta combustione” del compostaggio, e possono essere impiegati in vari modi.
Il cippato a uso agricolo, a differenza del compost, non è un concime per le piante ma per il suolo: si presenta come rami e rametti sminuzzati freschi prodotti con apposite macchine (cippatrici o biotrituratori), Questo materiale, incorporato al terreno, apporta sostanze organiche e favorisce la formazione di un humus molto stabile, che migliora la struttura del suolo e la sua capacità di trattenere acqua e di quì la necessità di irrigare l'orto ogni 50/60 giorni.
Tale miglioramento avviene più o meno rapidamente in base alle condizioni di partenza, da qualche mese a due anni, e senza arature né aerazioni preliminari. Il cippato trasforma il suolo intensificando l’attività di tutti gli organismi che lo abitano, a partire dai funghi che digeriscono la lignina: questi funghi (quei filamenti bianchi che appaiono sul legno morto) possono secernere degli antibiotici che limitano la popolazione batterica, rendono la cellulosa accessibile ai microrganismi, nutrono con i loro miceli dei microartropodi le cui feci nutrono altri organismi, e così via. Tutto questo è visibile e palpabile, il terreno diventa infatti più scuro e morbido, e resta umido molto più a lungo dopo la pioggia.
Anche la stagione in cui viene applicato il cippato influisce sulla rapidità del cambiamento: in inverno il viene aggiunto al terreno ripulito e lavorato superficialmente, in primavera-estate viene cosparso sul terreno non lavorato come una pacciamatura. Quantità indicative di materiale: tre metri cubi per cento metri quadri o tre centimetri di spessore. Nei primi mesi è opportuno coltivare leguminose o altre piante che non necessitano azoto, perché l’azoto presente nel terreno diventa meno disponibile, poi si può coltivare qualunque pianta purché senza arare (il legno deve restare in superficie). Il trattamento si può ripetere dopo due anni, dimezzando la quantità, o secondo il bisogno, osservando quanto legno è rimasto.
La tecnica del cippato appare molto adatta per i terreni poveri, pietrosi, difficili da raggiungere, ma perché non fertilizzare in questo modo anche i giardini di città, le aiuole circondate dal cemento, gli orti urbani e gli uliveti senza usare le sostanze chimiche? La risposta ai coltivatori che spero approfondiranno questo suggerimento dato con tanta  umiltà.

martedì 24 marzo 2015

Fare Verde dice NO all'uso dei diserbanti.

Glyphosate, N-(fosfonometil)glicine, 2-[(phosphonomethyl)amino]acetic acid sono i tre nomi con cui è conosciuto il diserbante o meglio ancora l'antibiotico (è registrato anche come antibiotico) più usato sul globo terrestre prodotto dalla Monsanto.


Glyphosate
 Dopo che è stata dimostrata la sua nocività per la fauna acquatica, per le alghe  e per i molluschi, dopo che è stata studiata la capacità teratogena in modo dettagliato...finalmente arriva il verdetto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (Agency for Research on Cancer – IARC), il braccio tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa dell’ambito oncologico, ha emesso un verdetto pesante su cinque sostanze usate in agricoltura. Si tratta di un erbicida (glifosato) e due insetticidi (malathion e diazinon), dichiarati probabili cancerogeni per l’uomo e come tali inseriti nel gruppo 2A. Altri due insetticidi, parathion e tetrachlorvinphos, sono stati riconosciuti come possibili cancerogeni umani (2B). Il giudizio, espresso da 17 esperti, è stato sintetizzato in un documento pubblicato su The Lancet Oncology e rientra nella rivalutazione di questi composti in corso da tre anni. Finora l’esposizione ai pesticidi era risultata correlata a un aumento dei casi di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Parkinson in testa. Dal nuovo documento emerge invece una forte correlazione epidemiologica tra l’impiego del glifosato (riscontrato anche nel sangue e nelle urine degli agricoltori) e il linfoma non-Hodgkin.
Purtroppo in Italia l'uso del Glyphosate è osservato parzialmente dall'ISPRA  con risultati sconcertanti  secondo i quali «la presenza del glifosato e del suo metabolita, l’acido aminometilfosfonico, è ampiamente confermata, anche se il suo monitoraggio è tuttora effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, mentre il metabolita nel 56,6%».
E' utile rammentare che l'etichetta degli erbicidi che contengono il glyphosate non indica nessun  antidoto in caso di intossicazione. Infine il Glyphosate se messo in contatto con l'acciaio dolce produce Idrogeno e può esplodere ma in questo caso la casa produttrice è stata più cauta ed ha inserito le indicazioni necessarie in caso di esplosione.
Fare Verde è per il rispetto delle biodiversità ed è  quindi contraria all'uso di tutti i pesticidi.  Si auspica che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), si impegni  a ridefinire l’utilizzo degli studi epidemiologici nella valutazione del rischio correlato all’impiego dei pesticidi alla luce del pesante verdetto emesso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.


FARE VERDE Onlus il 31 MARZO SCENDE IN PIAZZA IN DIFESA DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO.


FARE VERDE il 31 MARZO SCENDE IN PIAZZA IN DIFESA DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO.

L’associazione ambientalista Fare Verde sarà al fianco del Corpo Forestale dello Stato, durante le manifestazioni che si svolgeranno a Roma, martedì 31 marzo 2015, dalle 9 alle 13 in Piazza delle cinque lune e dalle 14.30 alle 19 davanti a Montecitorio.
Sit-in, promosso dalle organizzazioni sindacali UGL, SNF, CISL, CGIL, UIL-DIRFOR, oltre all’Unione Piloti Forestale, di protesta contro la scellerata scelta del Governo Renzi di accorpare il CFS alla Polizia di Stato.
“Quello del Governo Renzi è un progetto assurdo, immotivato e “fumoso” – dichiara il Presidente Nazionale di Fare Verde, Francesco Greco - che avvantaggia solo le lobbies degli OGM ed i tanti speculatori fieramente contrastati dal CFS in 192 Anni di Storia! FARE VERDE sarà in piazza al fianco degli amici del CFS, con i quali abbiamo svolto, negli anni, innumerevoli Campi di Tutela Ambientale, oltre che seria e preparata controparte per le innumerevoli lotte agli scempi del territorio ed a tutela della salute dei cittadini/consumatori. Non si può sopprimere il CFS solo per dare qualche agente in più alla Polizia di Stato! FARE VERDE, con una Petizione Popolare, in tutta Italia chiede la difesa della specificità del Corpo e della professionalità delle donne e degli uomini che tutelano l’Ambiente. BASTA con le decisioni twitter che rincorrono il fumo di coloro che non vogliono controlli per poter sfasciare la nostra Italia, come già dimostrato con lo <<Sblocca Italia>>. FARE VERDE propone, altresì, lo svolgimento del Servizio Civile Volontario nel CFS per creare una Guardia Nazionale che si riappropri, conosca e difenda il territorio nazionale, ponendo fine al continuo colpevole abbandono del suolo di cui ci si ricorda solo ai funerale dell’ennesima alluvione o emergenza ambientale”.
“Sopprimere il CFS è una follia – aggiunge il presidente regionale di Fare Verde Lazio, Silvano Olmi – è un favore alle eco-mafie, agli inquinatori, a chi non ha rispetto per la Natura e la salute pubblica. Un Governo serio rafforzerebbe il CFS, anche con l’assorbimento di personale proveniente da altre pubbliche amministrazioni, quali le Polizia Provinciali.
FARE VERDE invita Regioni, Province e Comuni a richiedere, con forza e determinazione al Governo ed al Parlamento, il potenziamento e non la soppressione del Corpo Forestale.
 
 

L'Italia è un Paese OGM FREE? mannò è OGM - NI -

La Normativa sugli OGM nei mangimi per animali - Bisogna guardare con attenzione le etichette perchè gli OGM non sono vietati ma disciplinati.
Che cosa sono gli Organismi Geneticamente Modificati ? L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) li definisce così: "Per organismo geneticamente modificato (OGM) si intende un organismo il cui materiale genetico è stato modificato con modalità che non avvengono naturalmente per fecondazione e/o per ricombinazione naturale. Gli OGM possono essere vegetali, animali o microrganismi quali batteri, parassiti e funghi."
Va precisato tuttavia che, anche se attualmente non ci sono colture OGM in Italia (se non a livello sperimentale), non significa che siamo un Paese “OGM free”.
Infatti la gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani (esclusi gli allevamenti biologici dove ci possono capitare per caso) è prodotta a partire da soia e mais geneticamente modificati importati da Stati Uniti, Canada e America Latina in quanto l'Italia produce solo l'8% della soia di cui necessita.



Bovino Belgian Blue (Blu Belga)

Il 12 Giugno 2007 il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea ha approvato il nuovo regolamento per i prodotti biologici che AMMETTE una soglia di tolleranza per eventuali contaminazioni OGM fino allo 0,9%, senza l’obbligo di dichiararlo in etichetta, come già previsto dal 2003 per i prodotti convenzionali.
Il nuovo regolamento è in vigore dal 1 gennaio 2009. Gli alimenti biologici possono dunque continuare ad essere etichettati come tali anche se contaminati (max 0,9%) da materiale transgenico. Per mangimi geneticamente modificati si intendono mangimi che contengono, sono costituiti o prodotti a partire da OGM. 

 La normativa di riferimento del settore è rappresentata principalmente dai due regolamenti (CE) n. 1829/2003 e 1830/2003, in applicazione dal 18 aprile 2004. Il primo, introducendo nuove regole per i mangimi, definisce fra l’altro la procedura di autorizzazione per l’immissione in commercio di un OGM, stabilisce i requisiti specifici in materia di etichettatura e fissa le soglie di tolleranza della presenza accidentale o tecnicamente inevitabile di OGM. Il regolamento (CE) n. 1830/2003 prescrive nuove regole in materia di tracciabilità e stabilisce ulteriori prescrizioni di etichettatura da rispettare in tutte le fasi della loro immissione in commercio.
Come è noto, i mangimi OGM possono essere immessi sul mercato solo previo rilascio di un’autorizzazione da parte della Commissione Europea, secondo la procedura stabilita dal regolamento (CE) n. 1829/2003. I mangimi così autorizzati devono rispettare le condizioni e le eventuali restrizioni riportate nell’autorizzazione.
Il regolamento (CE) n. 1829/2003 stabilisce inoltre che tutti i mangimi OGM, debbano riportare in etichetta la dicitura relativa alla presenza di OGM.
Tale obbligo non si applica tuttavia ai mangimi che contengono, sono costituiti, o sono prodotti a partire da OGM autorizzati in proporzione non superiore allo 0.9% per mangime, purché tale presenza sia accidentale o tecnicamente inevitabile per stabilire se la presenza di tale materiale sia accidentale o tecnicamente inevitabile, gli operatori devono essere in grado di dimostrare alle autorità competenti di aver preso tutte le misure appropriate per evitarne la presenza. Il Regolamento (UE) N. 619/2011 stabilisce inoltre un limite tecnico dello 0,1% per la presenza di OGM per il quale sia in corso una procedura di autorizzazione o la cui autorizzazione sia scaduta.
Infine i mangimi OGM devono rispettare anche le prescrizioni stabilite in materia di tracciabilità.
Tali prescrizioni sono state fissate in modo specifico per questo settore dal regolamento (CE) n. 1830/2003, che definisce la tracciabilità come la capacità di rintracciare OGM e prodotti ottenuti da OGM in tutte le fasi dell'immissione in commercio attraverso la catena di produzione e di distribuzione. 
Purtroppo in Italia come in Europa sulle etichette dei prodotti eduli di derivazione animale non si trova scritto: Proveniente da animali allevati con OGM perchè la normativa lo permette. Un vuoto legislativo che potrebbe essere colmato da un semplice Decreto Ministeriale tanto per permettere le scelte consapevoli al Consumatore.





domenica 22 marzo 2015

22 Marzo 2015 - Giornata Mondiale dell'acqua -

Comunicazione della Commissione relativa all'iniziativa dei cittadini europei -"Acqua potabile e servizi igienico-sanitari  un diritto umano universale! L'acqua è un bene comune, non una merce" -  Inizia così il 22 Marzo 2015 per Fare Verde che festeggia la giornata Mondiale dell'Acqua bene comune. 



Si ricorda che l’acqua è fondamentale per lo sviluppo sostenibile. Senz’acqua non c’è agricoltura che è responsabile del 70 per cento del consumo idrico globale. Per produrre una caloria di cibo occorrono da 1 a 100 litri ed entro il 2050 la produzione alimentare dovrà aumentare del 60 per cento per sfamare l’intera popolazione mondiale. L’acqua è essenziale anche per produrre energia con gli impianti idroelettrici e le centrali termoelettriche. Per l’igiene e la salute occorre l’accesso all’acqua potabile. Le risorse idriche sono fondamentali anche per lo sviluppo industriale, la vita nelle città, il superamento delle diseguaglianze e la conservazione della Natura.



Per questa sfida occorre consumare meno acqua e soprattutto meglio: per esempio, perché invece di irrigare i campi coltivati con acqua potabile non si usa l’acqua depurata? Una domanda che lascia perplessi nella nostra Provincia di Frosinone a cui Fare Verde da una risposta immediata: Se i depuratori fossero a norma le acque trattate potrebbero essere usate in agricoltura ma siccome viviamo nell'era dell'approssimazione, della confusione e dello spreco delle risorse questa evenienza di risparmio non può essere adottata. La colpa e il guadagno di pochi ancora una volta sono SFAVOREVOLI per tanti.