giovedì 31 maggio 2018

Ambiente: S.F.Q.R. SONO FURBI QUESTI ROMANI - Parlano di pecore e ci mandano i rifiuti.

La popolazione della Provincia di Frosinone non deve pagare con la salute e non deve contrarre il debito ecologico Romano che viene imposto alla Ciociaria per  garantire la governabilita’ della Regione Lazio. Basta ai voli pindarici dei nostri Sindaci che devono decidere se difendere le Comunita’ che rappresentano dicendo NO ai rifiuti di Roma o gli interessi politici astratti dell’alleanza di fantasia  che governa la Regione Lazio. Fare Verde Provincia di Frosinone continua a dire NO ai rifiuti di Roma soprattutto ora che Ama rischia tutto e indice una maxi gara da 188 milioni di euro per  rifiuti indifferenziati e scarti. Denaro che serve per smaltire i rifiuti prodotti dai Tmb di via Salaria e Rocca Cencia, ma anche quelli che escono dai Tmb del Colari con la finalita’ di mettere in sicurezza i rifiuti indifferenziati prodotti dai Romani per un periodo minimo di due anni.
Attualmente questi rifiuti vengono smaltiti fuori Roma e precisamente a Frosinone, Latina, Viterbo e in Abruzzo .
Intanto la giunta Raggi   fa sapere   : "Roma Capitale non ha il compito di individuare alcun sito per la collocazione degli impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti", ha spiegato in commissione capitolina Ambiente il direttore della direzione rifiuti, risanamenti ed inquinamenti del dipartimento Tutela ambientale di Roma Capitale, Laura D'Aprile.
In buona sostanza  il Comune di Roma  non e' interessato a chiudere il ciclo dei propri rifiuti e pensa di risolvere il problema con il denaro , sulla salute di altre Comunita' (anche la nostra) e ai danni di un Ambiente che non e' loro  e che non gli appartiene.
Allo stesso tempo l’assessore Pinuccia Montanari della giunta Raggi continua ad andare avanti imperterrita con il piano rifiuti del Comune di Roma fatto di pecore e vacche che ancora una volta e’ anche sul groppone dei Ciociari. La destinazione preferenziale dei rifiuti continua ad essere la SAF di Colfelice vista con particolare interesse in quanto fornitrice dei (CDR) rifiuti che vengono bruciati nell’inceneritore proprieta’ ACEA a San Vittore del Lazio che guarda caso e’ di proprieta’ al 51% del Comune di Roma. Fare Verde Provincia di Frosinone e’ lapidaria: Non bastano le pecore e le vacche di propaganda per risolvere il problema dei rifiuti di Roma! e' arrivato il momento per  il Comune di Roma di  prendersi  le proprie responsabilità perché la salute dei Ciociari non ha prezzo e il nostro territorio  non deve essere inquinato dall'incenerimento dei rifiuti e  deturpato  dall'ampliamento della discarica  MAD. Quindi e' arrivato il momento di dire   ai fans e ai tifosi Ciociari del Sindaco di Roma di mettere fine alla farsa che recita il loro no agli inceneritori e alle discariche.  I rappresentanti  Ciociari del m5s si facciano promotori del NO ai rifiuti in Ciociaria se veramente hanno a cuore la salute  della  nostra gente e il territorio in cui vivono . Non possono continuare a fare gli ambientalisti per caso solo per ottenere il consenso elettorale in una campagna elettorale infinita.

sabato 26 maggio 2018

Monte San Giovanni Campano Comune depresso e svantaggiato della Provincia di Frosinone

Fare Verde affronta senza mezzi termini il termine di AREA DEPRESSA affibbiata al territorio e al tessuto sociale ed economico di Monte San Giovanni Campano .Si mette in evidenza che il nostro Comune e' rimasto economicamente in arretrato rispetto ad altri Comuni della Regione Lazio e dello Stato, non può più risollevarsi al loro livello e tende, anzi, lasciato a sé stesso, a rimanerne sempre più lontano. Ciò per effetto della crescente attrazione preferenziale di capitali e di iniziative verso le zone più prospere a detrimento di quelle depresse, determinata da molteplici fattori. Tra questi predominano i fattori ambientali: reti e mezzi di trasporto , servizi stradali, postali, Internet a banda larga, telefonici, bancari, acquedotti, fognature, scuole, assistenza sanitaria e sociale, condizioni igieniche e conservazione dei patrimoni architettonici, naturalistici e paesaggistici. Seguono immediatamente per importanza la mancanza dei cosiddetti fattori agglomerativi; insiti nell'esistenza, nelle zone più progredite, di un equilibrato assortimento di settori economici (agricoli, industriali, commerciali) e, soprattutto, di un'ampia gamma di produzione artigianale , industriale ( di beni strumentali e di beni di consumo). La carenza di molteplici servizi e attività collaterali e sussidiarie; dai quali deriva una più facile e pronta acquisizione di materie prime, di prodotti intermedi e ausiliari, di materiali di manutenzione, comodità di riparazioni, efficiente organizzazione del mercato di approvvigionamento e di sbocco, disponibilità di maestranze specializzate e di tecnici e, in genere, facilità di rapporti economici, finanziari e sociali. Si determinano così quei fenomeni di inerzia del capitale e delle iniziative che fanno preferire agli imprenditori la localizzazione delle nuove attività o l'ampliamento di quelle esistenti accanto a quelle più progredite. L'effetto combinato e cumulativo delle forze di attrazione verso le aree più prospere e, per contro, delle forze di repulsione per le aree depresse, determina appunto il dislivello, crescente nel corso del tempo, fra le prime e le seconde. Scelte politiche di indirizzo scellerate, carenza di infrastrutture, uso insostenibile del suolo e delle acque, mancanza di progettazione e vocazione del territorio hanno causato il lento declino di cui si vedono i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. In queste condizioni si può risalire soltanto con massicci, organici e sistematici interventi di forze esterne, tanto più efficaci quanto più tempestivi. Di fatto Monte San Giovanni Campano senza l'intervento di forze esterne non potrà mai risalire la china. Quale soluzione propone Fare Verde? Di valutare la situazione e di iniziare a censire i beni materiali e immateriali di cui dispone il territorio e la società per indirizzare il paese ad una vocazione specializzata in attesa dell'arrivo di forze esterne che possano risollevare la grave situazione che comunque debbono essere attratte creando il necessario substrato per ospitare il loro arrivo. Intanto pero' serve la consapevolezza che bisogna mettere fine alle spese pubbliche improduttive che fino a questo momento hanno solo aggravato la situazione. Installare pali della luce ad esempio per acquisire il favore elettorale di una o due famiglie che poi saranno riconoscenti al politico locale e' il classico esempio da evitare perché alla spesa per l'installazione dei pali della pubblica illuminazione si aggiunge la spesa perenne per la loro manutenzione e per il consumo che andranno ad aggravare lo stato di depressione. Il Comune inizi a pensare che il denaro dovrà essere investito per essere produttivo. Un esempio? Investire denaro per dotare le strutture pubbliche di impianti per la produzione di energia e' un investimento e non una spesa perché dopo un piccolo lasso di tempo l'impianto si sarà ripagato da solo e inizierà a produrre denaro senza ulteriori spese. Specializzare il territorio ad una vocazione precisa associata alla capacita di attirare fondi dagli enti sovra comunali dovrà essere una priorità irrinunciabile altrimenti la situazione continuerà a precipitare. Intanto lo stato attuale del nostro territorio ha evidenziato che la vocazione agricola e' fallita, la vocazione turistica religiosa e' fallita e la vocazione turistica laica non e' mai iniziata. Ognuno che e' impegnato nella vita politica e sociale del paese si faccia un grosso esame di coscienza e trovi la forza di proporre soluzioni anche con salti quantici epocali rappresentati ad esempio dallo sviluppo sostenibile e dall'applicazione pratica dell'economia circolare purché le idee siano valide e produttive. In alternativa lo scenario che si prospetta per Monte San Giovanni Campano e' la fuga delle attività produttive e lo spopolamento che sono già in atto. Visto che non ci sono produzioni e non c'è benessere bisogna INVENTARLO. Per ultimo tutti coloro che troveranno la forza interiore di non analizzare la situazione o di mistificarla sono da considerare persone ostili alla nostra Collettivita'. Essi cercano di raschiare il fondo del barile per il proprio tornaconto e nei fatti sono gli stessi che hanno già acquisito beni rifugio ad esempio con l'acquisto di case a Roma o in aree non depresse dove il valore immobiliare continua ad essere in ascesa oppure hanno investito denaro all'estero dimostrando oltre ogni ragionevole dubbio di non aver mai creduto sullo sviluppo del nostro territorio.



giovedì 10 maggio 2018

MSGC - RIFIUTI: I Monticiani hanno il dovere di pagare la TARI. Gli altri hanno il piacere di incassare.

Dopo anni di MISTERO più assoluto c'è voluto l'intervento di Fare Verde per far uscire la verità alla luce del sole. Le materie prime seconde (alluminio, carta, cartone, vetro, plastica e ingombranti) conferite dalla popolazione nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani vengono cedute dal Comune di Monte San Giovanni Campano alla società che cura l'igiene urbana. C'è ancora di più ed infatti e' sempre la società che cura l'igiene urbana ad incassare i corrispettivi in denaro sonante.
Di fatto per i cittadini non c'è alcuna differenza in bolletta se la raccolta differenziata raggiunge gli obiettivi del 65% previsti dalla legge al 2012 oppure se la raccolta differenziata regredisce in percentuale come e' accaduto nel 2017.
Nessuno si faccia illusioni su bollette della TARI più leggere perché a Monte San Giovanni Campano l'andamento della quantità e qualità della raccolta differenziata non e' legata agli obiettivi raggiunti per gli ovvi motivi appena spiegati e non e' legata ad una tariffa puntuale. In buona sostanza i corrispettivi in denaro delle materie prime seconde non possono concorrere a rendere le bollette più leggere alla popolazione e alle attività produttive. Al contrario la parte della tariffa variabile legata ai rifiuti indifferenziati risente degli aumenti  delle tariffe imposte dalla SAF che e' un'azienda notoriamente famelica di denaro. E' il Comune stesso che ammette questa circostanza dopo le pressioni inaudite di Fare Verde che ha esatto trasparenza ed infatti dopo non pochi sforzi e' arrivata la doccia gelata da parte dell'Ufficio Tecnico Manutentivo che recita: "I proventi derivanti dalla vendita dei rifiuti di provenienza dalla raccolta differenziata urbana, saranno riscossi dalla ditta appaltatrice".
Di fatto e' sconcertante che Monte San Giovanni Campano possa perdere l'appuntamento con l'economia circolare per scelte politiche strane. A tanti sfuggirà il significato di Economia Circolare e quindi brevemente si illustrano i fondamenti:
L’ economia circolare si basa sull’applicazione – ad ogni livello – dei concetti di riuso, riciclo (comunemente riciclaggio), recupero di materia, decostruzione, riparazione  e di energia a scapito della pratica incivile del conferimento dei rifiuti in discarica. 


L’economia circolare oltre ad essere un valore aggiunto per l’ambiente dà nuove opportunità di crescita con la creazione di nuovi posti di lavoro anche nel sociale  e possibilità di risparmio per le imprese.
In buona sostanza i frutti della nostra Economia Circolare ottenuti con la vendita delle materie prime seconde li ottiene esclusivamente l'azienda che cura l'igiene urbana. Non contenta l'azienda ci ha di fatto precluso il riuso, la riparazione, la decostruzione e   il recupero di energia trasformando un principio di eccezionale rilevanza pubblica in un mero affare economico basato sul commercio incapace di  creare occupazione nelle fasce deboli della popolazione.
In tutto questo arriva prepotente la riflessione di Fare Verde: Ecco spiegata la mancata costruzione dell'isola ecologica ed infatti la popolazione non  avrebbe potuto conferire nulla visto  che  le materie prime seconde le prende tutte la società che cura l'igiene urbana e quindi almeno per ora l'isola ecologica non serve a nulla. Ed infatti il Comune ha dovuto optare per trattare la parte povera delle materie prime seconde e cercherà quindi di trasformare l'umido in fertilizzante. Azione che e' in fase di progettazione al di sotto della Contrada "Paglia" dove secondo il Comune ben si addice la realizzazione dell'impianto di trattamento vicino alle case. Insomma una sequela di azioni senza senso che porteranno i rifiuti vicino alle abitazioni a Paglia e purtroppo vicino al torrente Amaseno. 
In buona sostanza la popolazione di Monte San Giovanni Campano paga per separare i rifiuti per  poi cedere   l'alluminio, la carta, il cartone , il vetro, la plastica e gli ingombranti e quindi se c'è chi paga c'è anche chi INCASSA.
In basso il documento del Comune di Monte San Giovanni Campano sul quale si distende un velo pietoso.






sabato 21 aprile 2018

Ambiente: 22 Aprile 2018 Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra, si celebra il 22 aprile dal 1970, e’ un momento per ricordarci che l’impegno per salvaguardare il nostro habitat deve essere quotidiano e costante, tanto quanto è urgente.
Il nemico numero uno che minaccia il nostro futuro è il mutamento  climatico ossia il cambiamento del clima attribuito direttamente o indirettamente ad attività umane, che  alterano la composizione dell'atmosfera e si aggiungono alla variabilità naturale del clima.   È cosa certa che se l’uomo non si impegnera’  a contrastare questa  minaccia  ci saranno  danni enormi agli ecosistemi e  verranno disallineati potentemente gli equilibri agroalimentari, rendendoci enormemente più vulnerabili alle epidemie e sara’ minata  la  possibilità di sopravvivenza di molte specie.
L’elemento chiave che alimenta i mutamenti climatici  e’ in prima battuta il forte inquinamento atmosferico che ha come conseguenza l’effetto serra, dovuto all’incremento esagerato negli ultimi decenni delle emissioni di metano, protossido d’azoto e anidride carbonica nell’atmosfera.
La chiave per affrontare il problema è “ridurre le emissioni”. Non solo di anidride carbonica, la famosa CO2, ma anche quelle di diossido di azoto, di metano, di esafluoruro di zolfo, di idrofluorocarburi e perfluorocarburi. Sostanze regolamentate dal  protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005 proprio per ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Il passaggio alle rinnovabili in tutti i settori della nostra vita, compreso il modo in cui forniamo energia e riscaldiamo le nostre case, è quindi uno step obbligatorio, un atto dovuto alle future generazioni. Secondo l’ultimo rapporto Air quality in Europe — 2017 della IEA (International Energy Agency), il comparto commerciale, istituzionale e abitativo, quello che viene definito “commercial, institutional and households sector” nel 2015 è stato il settore che ha prodotto la percentuale più grande di emissioni di particolati (il 57% delle emissioni di PM2,5 e il 35% di quelle di PM10), di Black Carbon (il 45% delle emissioni), di monossido di carbonio (il 48% delle emissioni) e di benzo[a]pyrene (addirittura il 74% delle emissioni). Tuttavia e’ possibile invertire la rotta ma e’ necessario l’impegno di tutti  ad adottare uno stile di vita più sostenibile e virare verso fonti di energia rinnovabili rinunciando in modo potente alle fonti di energia fossile e alle fonti di energia dalle bio masse.
  Non si può più aspettare, se si vogliono raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica. Si deve varare una nuova strategia energetica nazionale sostenibile, con un orizzonte operativo che delinei la trasformazione del sistema energetico nazionale, della rete di distribuzione dell’energia elettrica e dei diversi settori coinvolti. Avere una strategia energetica nazionale sostenibile permetterebbe di agire direttamente  sui mutamenti climatici con la riduzione delle emissioni.  L’obiettivo che si dovra' raggiungere e’ quello di assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni, anche per  combattere la poverta’ energetica rappresentata dall’incapacità di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul  benessere di ogni singolo cittadino. In buona sostanza oltre a rinunciare alle fonti di energia fossile  bisogna ripensare il nostro stile di vita fatto di sprechi anche energetici  e trasformarlo senza rimpianti  in uno stile di vita  sostenibile rispettoso  dell’Ambiente   cercando di raggiungere con impegno l’obiettivo di  una migliore qualita’ della vita in un ambiente pulito.
Il costrutto e' del  Dott. Marco Belli Consigliere Nazionale di Fare Verde Onlus





giovedì 19 aprile 2018

MSGC: Il MISTERO sulla raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani.

Migliaia di convegni in tutta Italia e in Europa sull'importanza della raccolta differenziata dei rifiuti. Miliardi di euro spesi in Europa, direttive Europee sulla trasparenza degli atti, scontri potici nel Parlamento Italiano, Sentenze di ogni ordine e grado per i rifiuti e a Monte San Giovanni Campano dopo anni che e' entrata in vigore la raccolta differenziata non si può sapere dove viene chiuso il ciclo dei rifiuti. In Europa e in Italia sta cambiando addirittura l'economia verso un'economia circolare che appunto riesce a vedere i rifiuti prodotti dall'uomo come una risorsa e a Monte San Giovanni Campano non si può sapere dove viene chiuso il ciclo dei rifiuti. Una sorta di segreto che evidentemente non può essere svelato ai comuni mortali, non può essere svelato ai contribuenti e soprattutto non può essere svelato a Fare Verde che ne ha protocollato richiesta specifica . Sono passati tanti giorni da quando e' stata protocollata la richiesta all'Assessore al bilancio e al Vicesindaco con delega all'Ambiente sulla chiusura del ciclo dei rifiuti a Monte San Giovanni Campano e nonostante ciò essi tergiversano e giocano a nascondino in una sorta di comportamento strano che lascia spazio ad insinuazioni e congetture. In definitiva non si riesce a sapere ufficialmente dove vanno a finire le materie prime seconde (carta, cartone, plastica, alluminio, ferro e ingombranti) e soprattutto non si riesce a capire chi incassa il denaro ricavato dalla loro vendita. Non si riesce a sapere neppure se il Comune ha sottoscritto l'accordo quadro ANCI/CONAI per il conferimento delle materie prime seconde ai consorzi di filiera per incassare il corrispettivo in denaro che andrebbe ad alleggerire i costi della raccolta differenziata e quindi anche le bollette dei contribuenti. Fare Verde resta in attesa come sempre che l'Assessore all'Ambiente e/o il Vicesindaco con delega all'Ambiente vengano folgorati sulla via di Damasco e si decidano a spiegare ufficialmente per filo e per segno dove viene chiuso il ciclo  dei rifiuti di Monte San Giovanni Campano e soprattutto dove finisce il denaro ricavato dalle materie prime seconde conferite dalla popolazione con la raccolta differenziata. Insomma e' arrivata l'ora della "tana libera tutti" nel gioco del nascondino che si protrae da troppi anni. Il silenzio assenso di tutti i Consiglieri Comunali su questa vicenda e' segno di un oscuro presagio su tutta l'amministrazione Comunale che evidentemente non trova necessario spiegare alla popolazione come vengono spesi i soldi della TARI in una sorta di marasma dove i cittadini sono considerati senza la titolarità di DIRITTI  con  il  solo DOVERE di pagare le tasse che in questo caso e' la TARI.

venerdì 13 aprile 2018

MSGC: " Istanza al Tribunale civile per la decadenza dell'Assessore ai Lavori Pubblici ai sensi dell'Art.70 del TUEL."

Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano ha in corso l'Assemblea degli iscritti per via telematica e in teleconferenza che si concluderà il 13 Aprile 2018 alle ore 18.00.  Agli iscritti viene chiesto di votare per l'unico punto all'Ordine del Giorno:
" Istanza al Tribunale civile per la decadenza dell'Assessore ai Lavori Pubblici ai sensi dell'Art.70 del TUEL."
Nello specifico, l’art. 70 disciplina un istituto in forza del quale il cittadino elettore, al verificarsi di una qualsiasi causa di ineleggibilità o decadenza del Sindaco, Presidente della Provincia, Consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale, esercita un diritto soggettivo pubblico che gli appartiene non uti singulus ma uti civis, e dunque in quanto componente di un determinato gruppo sociale (Cfr., in dottrina, GIOVENCO, L’ordinamento comunale, Milano, 1983, 284; LUGO, Azione popolare, in ED, IV, Milano, 1959, 861; MAGGIORA, op. cit., p. 240; PALADIN, Azione popolare, in NN.D.I, II, Torino, 1958, 922). In tal modo esso esercita un’azione di tutela giudiziaria degli interessi collettivi in sostituzione degli organi a ciò istituzionalmente preposti (Cfr., ex pluribus, Cass. Civ., Sez. I, sent. del 12 febbraio 2008, n. 3383, in Mass. Giur. It., 2008 e CED Cassazione, 2008; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 24 febbraio 2006, n. 4254, in Giornale Dir. Amm., 2006, 5, 520. In dottrina G. RIZZO, op. cit., p. 480).
Ne consegue che l’azione popolare è posta a garanzia dell’interesse comune ed, in particolare, mira ad evitare il consolidamento di situazioni potenzialmente dannose all’ente pubblico, configurandosi, pertanto, come “opportunità data al cittadino a tutela da deliberazioni consiliari che possono essere assoggettate a logiche politiche di maggioranza in difesa dei propri esponenti” (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 16 luglio 2005 n. 15104, in Dir. e giust. 2005, 39, 30; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 19 dicembre 2002 n. 18128, in Mass. Giur. It., 2002, Mass. Giur. It., 2003, Arch. Civ., 2003, 1082, Gius, 2003, 8, 818). In particolare, la Suprema Corte precisa che si riconosce il diritto di cui trattasi per “attuare il preminente interesse generale a che, in ogni tempo, chiunque sia in possesso di elementi, anche sopravvenuti, possa chiedere il controllo delle condizioni di legittimità dell’elezione di un consigliere o del Sindaco [o del Presidente della Provincia], senza che un irragionevole onere impugnatorio possa consentire il consolidarsi di situazioni di illegalità” (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 7 ottobre 2000 n. 13356). Per questo si può agire ai sensi dell’art. 70 del TUEL in ogni ipotesi di decadenza, sia per cause originarie che sopravvenute (Cfr. Cass. Civ., Sez. I, sent. del 12 febbraio 2008, n. 3383, in Mass. Giur. It., 2008 e CED Cassazione, 2008; Cass. Civ., Sez. I, sent. del 15 marzo 2000 n. 2986, in Giust. civ. Mass. 2000, 577; Corte Cost., sent del 4 giugno 1997 n. 160, in CED Cassazione, 1997).
 L'esito dell'Assemblea degli iscritti di Fare Verde Gruppo Locale di Monte San Giovanni Campano  nel caso in cui sarà favorevole al deposito dell'istanza in Tribunale legittimerà l'azione di Fare Verde  per l'interesse collettivo  presso l'Autorita' Giudiziaria.